A febbraio 2018 ho inaugurato su questo sito il Progetto Nonostante e, come da piano operativo, a febbraio 2019 ho postato sempre qui la sua ultima storia, la dodicesima. Tempo di un commento finale, e forse di un bilancio.

Sebbene le premesse fossero chiare, la sfida nitida, un anno fa non avevo alcuna idea di dove sarebbe arrivato il Progetto, di quali storie avrebbe raccolto. Spesso le ho decise all’ultimo, spesso le ho trovate per caso, mi sono state suggerite, le ho acciuffate, mi sono fidata, e ho osato laddove non avrei mai immaginato. E adesso sono qui: sono qui dodici storie di cui intuivo l’esistenza ma di cui poco sapevo, e sono qui io, molto più ricca.

Di storie, prima di tutto, ma anche di relazioni: in tanti casi organizzare le mie interviste ha comportato la messa in moto di conoscenze, l’attivazione di relazioni, il rispolverare legami, lo scoprirne nuovi. Tra i miei intervistati ci sono alcune persone che prima non conoscevo, e che adesso sento e frequento. Anche se il progetto si fermasse qui, a questo livello, non ci sarebbe nulla da rimpiangere, ma solo molto di guadagnato.

Nonostante (o nón ostante) cong. [comp. di non e ostante, part. pres. di ostare]. – 1. Ha valore avversativo e introduce l’enunciazione di un fatto che avrebbe potuto o dovuto impedire qualche cosa e tuttavia non l’ha impedito o non l’impedisce.

Questa è la definizione del dizionario Treccani online. Nonostante, riletto un anno dopo. Quel condizionale è alle spalle: non ci sono stati impedimenti alla mia ricerca, e dodici storie hanno preso vita sulla pagina. Gli ostacoli – i nonostante – non sono mancati, i momenti in cui ho pensato di non farcela per la mancanza di tempo, per l’assenza di idee, per le storie che sentivo scivolarmi addosso e non fare presa. Eppure, ci sono riuscita. Mi sembra incredibile, ma dall’idea puramente astratta ho varcato la prima soglia con l’intervista alla libraia e da allora non mi sono più fermata, il piacere sottile di segnare un altro goal, quello più febbrile di sentire i tasti sotto i polpastrelli, le parole a creare un racconto più grande. Sapevo che tutto questo avrebbe potuto comporre un racconto corale, e sapevo che questa grande narrazione in dodici puntate sarebbe stata del tutto arbitraria, e forse, per questo, affatto rappresentativa.

Che cosa ho voluto fare? Narrare “i giovani”? Narrare situazioni e relativi rimedi al precariato che affligge la generazione dei trentenni? E la cocciutaggine, i sogni e le passioni di una generazione che intorno ha il terreno bruciato? Forse, anche. Ma, prima di tutto, credo di aver voluto raccontare e raccontarmi imprese di coetanei che non hanno fatto nulla di speciale, anche se hanno fatto la cosa più grande di tutte, hanno dato spazio ai loro sogni e si sono confrontati con se stessi. Spesso davanti al fallimento, la faccia più difficile. Davanti a ostacoli, salite ripide, paure.

«Ho scelto il nonostante contrapponendolo al problema: nonostante il problema agisco, in qualche modo svicolando l’impedimento» spiegavo in una delle interviste. Credo, alla luce delle dodici storie che ho collezionato, di aver tenuto fede all’intento, pur nell’arbitrarietà di un insieme di persone e situazioni che mi sono capitate tra le dita, e che parlano di mestieri, interessi, problemi differenti. Il fil rouge è però sempre quello della sfida: trovarsi, crearsi, progettarsi, e magari poi smontare tutto e ricominciare. Dalla libreria alla cooperativa di comunità, dal sindaco di Ventimiglia allo scrittore, dalla biologia marina al mondo dell’editoria, da una laurea inutilizzata al lavoro sulla terra, da un’attività commerciale che non piace a un progetto gratuito, dalla scuola al mondo della ricerca. Nessuno si è arreso, nessuno si è ripiegato su se stesso: tutti i miei intervistati hanno chiara nella mente una passione definita, grande, da ascoltare, a cui dare ossigeno, e su cui scommettere. In tutte le storie ci sono protagonisti che perseverano, non tradiscono la propria ambizione, conservano, tra alti e bassi, tra momenti di sfiducia e altri di visionarietà, la forza di credere in quello che fanno, che sperano di poter fare.

Le strade sono raramente lineari, ma nonostante tutto non ci si è mai fermati: sono tutte storie in movimento. Storie di persone che hanno capito non solo cosa vogliono, ma hanno compreso l’importanza di farsi questa domanda prima di intraprendere un percorso. Bando a ogni rimpianto: dietro ognuna di queste storie c’è una persona con il suo ventaglio di sogni, speranze, ambizioni, voglia di fare e cambiare il mondo, o forse solo uno spicchio di un universo troppo grande per vederlo tutto.

Faticoso è stato raccogliere le dodici perle di questa collana: spesso mi sono domandata se ci fosse, dietro, un disegno unico, se questo potesse rispondere a una ricerca coerente e potesse, insieme, restituire un’immagine circoscritta e argomentata di un momento storico, di una generazione, di un pezzetto di Italia, quello del Nord Ovest dove mi sono mossa raccogliendo esperienze. È una piccola fotografia di un momento, di un insieme di persone che mi passano accanto ogni giorno, sfiorano la mia vita mentre cerco, e credo ogni tanto di essere sola in una ricerca che invece, ho avuto conferma con queste storie, è di tutti. È la radiografia di atteggiamenti di forza, di visioni allargate, di respiri grandi e, in un certo senso, di resistenza.

Tutte le persone che ho incontrato resistono al conformismo, alla superficialità, ai cliché, alle imposizioni sociali. Sono persone libere, o che hanno imparato cosa fare per liberarsi. Persone che hanno superato gli ostacoli del nonostante, senza catene e piene di sogni, determinate, brave in quello che fanno. Perché, ed è questa la morale che posso cercare di trarre dalla mia ricerca, dalle mie chiacchierate e dalle mie nuove amicizie e condivisioni, è questo il profilo adatto per superare quel condizionale e poter affermare con il sorriso, e all’indicativo, che si sta vivendo appieno la propria vita.

Nonostante finisce qui, ma non finisce: la navigazione è stata un viaggio fantastico, ma la voglia di avventure non è mai sazia. Cosa accadrà nel futuro? Non ne ho idea, ma seguo il vento. Vediamo che succede!

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!