C’è una contraddizione bellissima dentro la biografia di Italo Calvino scritta da Antonio Serrano Cueto: Calvino ha sempre dichiarato di non amare l’autobiografia, ragione per la quale ci ha fornito, tra le righe dei suoi testi narrativi e saggistici, poche informazioni su di sé. E allora di cosa constano le quasi 500 pagine di questo poderoso volume uscito ad aprile 2023 per i Baobab di Mondadori? Di un sacco di informazioni che, con perizia e con visione ampia, restituiscono un ritratto di Calvino: uno dei più completi che mi sia capitato di leggere, uno dei più aggiornati. Prova ne è l’estesa bibliografia che accompagna il volume e che include testi di e su Calvino, ma anche archivi.

Insomma, lo spagnolo Antonio Serrano Cueto, studi di filologia classica alle spalle e attualmente insegnante di filologia latina, con il suo sguardo defilato, oltre il confine e fuori dal conciliabolo degli italianisti e studiosi che da anni si interessano allo scrittore, ci restituisce una sua proposta di Calvino che si porta dietro tanto lavoro, altrettanta cura e forse uno sguardo “di sponda”. Una postura calviniana che ha acceso la mia curiosità su questo lavoro. Ma anche una postura e un modo di lavorare che hanno fruttato a questo libro, che per sottotitolo ha un emblematico “Lo scrittore che voleva essere invisibile” il premio Antonio Domínguez Ortiz de Biografías 2020.

Un viaggio sorprendente

Questa biografia è una miniera: di informazioni, di rimandi, di chiarimenti e di aperture, di suggestioni e di riferimenti. Difficile riassumere in una recensione la straordinaria architettura di  testi cui questo testo rimanda e la visione d’insieme che costruisce su Italo Calvino. Certamente è un testo che andrà letto, studiato, riletto, costellato di annotazioni e segnalibri, e questo lavoro da parte mia è già iniziato e proseguirà credo a lungo. Al centro di tutti i libri che finora sono entrati nel mio “scaffale calviniano”, questa biografia tiene certamente i fili di tante tematiche trasversali che si affacciano sulla vita di Calvino, decennio dopo decennio. Attenzione: non è una critica letteraria e, anzi, di critica letteraria non c’è traccia: risponde pienamente ai criteri di una ricostruzione biografica che tiene conto di tutte le “collisioni” e degli eventi che, nel corso della vita di Calvino, ne hanno influenzato visioni, spostamenti, sguardi.

La ricostruzione di Serrano Cueto procede cronologicamente, in forma molto lineare. Pochi salti qua e là, limitati a quanto necessario per contestualizzare fatti o storie circoscritte: lo sguardo torna subito alla linea del tempo che scorre in una direzione. Dagli anni di Cuba e della stazione sperimentale passando per la scuola, la Resistenza, l’università. In questa fase Calvino è radicato tra Sanremo e Torino. La ricostruzione dei fatti è generosa in fonti, riferimenti ai testi di Calvino e non solo. Del resto parliamo del lavoro di un filologo, il cui metodo consiste proprio nella ricostruzione orientata alla corretta interpretazione dei documenti letterari. Ed è per questo che le pagine non perdono in suggestioni e riferimenti: gli anni all’Einaudi, e poi il successo che arriva e come un vortice travolge lo scrittore, sempre più internazionale. La sua produzione massiccia: articoli, convegni, paratesti editoriali. E le lettere, che sono l’ossatura per i riferimenti di questa enorme ricerca. Gli Stati Uniti, Parigi, Roma. Molta Spagna e molto del mondo ispanico: del resto lo sguardo di chi scrive parla quella lingua in quella porzione di mondo, e complice l’argentina Chichita, moglie di Calvino, gli approfondimenti in tal senso non mancano, parte del ricchissimo mondo letterario di cui Calvino faceva parte.

Alla ricerca sui testi, Serrano Cueto aggiunge quello che immagino essere stato un viaggio sorprendente. Non solo è stato nei luoghi – cita le quattro ore di treno, esagerate, da Sanremo a Torino che percorreva Calvino e che ancora nel 2016 il biografo ha testato (nel 2023, garantisco, è ancora così) – ma ha visionato di persona gli archivi, le biblioteche, i luoghi. Vedere, leggere, architettare. Sono tutti verbi molto calviniani: l’attenzione all’osservazione, il tema della lettura (Se una notte d’inverno un viaggiatore) e la lettura che ha accompagnato Calvino-editore tutta la vita (basti pensare al titolo emblematico I libri degli altri), e le strutture combinatorie e geometriche che danno forma ad alcune opere del periodo sperimentale.

Filologicamente invisibile

Certo che, però, Calvino la biografia la detestava: preferiva stare defilato, apparire come un eremita da Parigi, osservare con il distacco di Cosimo, dall’alto, per vedere meglio. Ma era anche maestro di dialettiche: il caos dell’universo e l’ordine della pagina di carta, l’aprico e l’opaco, il tutto spinto avanti dalla “dolorosa consapevolezza della propria incapacità di afferrare ciò che sfugge”. Il signor Palomar in nuce. Sulla copertina di questa biografia Calvino si affaccia, in parte nascosto, dietro una persiana: è così che si è raccontato al cercatore attento come è stato Serrano Cueto, defilato e in parte silente. Quello di Calvino sul mondo è stato uno sguardo defilato da una finestra: un punto di osservazione scelto con consapevolezza da rintracciare sul percorso autobiografico, tra le case, le librerie, i libri degli altri attraverso i quali lo scrittore ha creato il proprio universo di riferimento. Aveva letto di tutto, così diceva chi lo aveva conosciuto.

Ma i dettagli biografici ce li ha lasciati, alla fine, Calvino ce li ha lasciati eccome. Tracce sul sentiero della propria desiderata invisibilità: uno scrittore impegnato e poi sempre più distaccato dalla politica e immerso in una perplessità epistemologica che lo caratterizza tutto. Lo scrittore del dubbio che voleva nascondersi, ma che ci ha lasciato una mappa leggibile.  Non è certo facile orientarsi in quella mappa: la vita di uno scrittore come Calvino è, sin dall’infanzia e dalla famiglia di origine, un’intricata tessitura di episodi e rimandi. Ma, così come sua prerogativa poetica è sempre stato “il gioco di relazioni che spiega l’ubicazione, sempre complessa, dell’uomo nel mondo”, così l’autore di questa biografia si mette al lavoro e insegue traccia dopo traccia il piccolo e giovane Italo nella Sanremo che così bene riecheggia nella Città invisibile di Gianmarco Parodi, e poi sale in montagna tra i partigiani, apportando utile materiale e dati alla storia di Calvino nella Resistenza.

Ero certa, ancora prima di vederlo citato in bibliografia, che Serrano Cueto avesse messo le mani nell’archivio Einaudi dove sono stata anche io la scorsa primavera, a toccare con mano una serie di documenti molto eterogenei che oggi restano, testimonianza dello scrittore a volte esplicita, a volte da interrogare nella giusta maniera, cosa che il filologo spagnolo è riuscito a fare. Dieci anni non sono i miei due giorni, va da sé! La cifra che contraddistingue questa biografia, non mi stancherò di ripeterlo, è il lavoro certosino sulle fonti, rintracciate e fatte parlare grazie a una marea di testi e a molti archivi, e alla loro connessione opportuna.

La Galassia Calvino

Questa biografia dello scrittore invisibile si chiude con un’immagine bellissima: l’asteroide 22370 Italocalvino, scoperto il 15 ottobre 1993 dall’Osservatorio Bassano Bresciano. Che esista un pianetino dedicato allo scrittore che ha fatto del punto di vista cosmicomico una cifra distintiva (il progetto cosmicomico gli fruttò molto affascinato clamore, ma anche qualche critica) mi sembra un omaggio bellissimo. Pagina dopo pagina nel viaggio in questo poderoso volume di Serrano Cueto mi sono sentita un po’ dentro una sorta di galassia Calvino. La densità della produzione letteraria e i fatti che hanno coinvolto Calvino, personali e non solo (era, appunto, al centro di una galassia che per molto tempo ha coinciso con l’Einaudi di via Biancamano), e quindi la complessità della vita che ne discende, è qualcosa di impegnativo, sia per chi ha ricostruito con grande pazienza tutto il flusso (dieci anni di lavoro, come esplicita il filologo nei ringraziamenti) sia per il lettore. Non so immaginare per colui che non sa nulla dei fatti e dei riferimenti autobiografici di Calvino, ma lo è, me testimone, anche per chi già conosce qualcosa della vita di Calvino.

Siccome rientro nel target, mi sento di dire che questa biografia è uno strumento davvero molto efficace per tutta la cura che applica nel ricucire e collazionare i frammenti sparsi e le voci che parlano per conto di Calvino – i suoi scritti, saggi, narrativa, articoli a centinaia – e su Calvino, e in questo caso sono interviste, dialoghi, mail. Ognuna è un pezzettino di una ricerca enorme per la quale ammiro l’autore e ne stimo il rigore: mettere insieme in un’architettura pulita e lineare come questa  gli sterminati frammenti della galassia Calvino è complicatissimo.

A volte le fonti remote non coincidono, oppure si scostano di poco, a volte la vulgata è talmente radicata che si scoprono fatti inauditi (vedi la questione della leggerezza), a volte è davvero complicato inseguire riedizioni, cambiamenti, ripensamenti e correzioni effettuate dallo stesso Calvino (vedi, seppure qui in minima parte, la questione dei racconti), a volte, come dicevo, leggere gli archivi è difficile, dall’accesso all’interpretazione corretta delle carte che si hanno sotto gli occhi. Ricucire tutto deve essere stata un’avventura splendida. Non ho ancora concluso la lettura (che è poi uno studio, non una semplice lettura), ma mi sento di dire che questo libro, insieme alla monumentale opera di Domenico Scarpa Calvino fa la conchiglia, sono due prontuari di rara accuratezza e profondità che avrei tanto voluto avere quando facevo ricerca per la mia tesi di dottorato. Ma, proprio come accade nel mondo delle scienze, la ricerca è sempre in corso. Potrò forse utilizzare questi giganti per salire sulle loro spalle e vedere meglio più avanti in futuro.

Intanto, la galassia Calvino grazie a questa biografia si è espansa ulteriormente e ha assunto delle forme di ordine labirintico: numeri civici di abitazioni, frammenti di testi progettati e inconclusi, ricollocati o ripensati, idee e posture dello sguardo, e soprattutto viaggi, avanti e indietro a conoscere il mondo, persino in Iran. Questo fatto che Calvino, nonostante lo legga e ne studi da anni, non ha ancora smesso di raccontarmi cose, è il vero incanto.

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Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!