Chi sono

Mi chiamo Alessandra Chiàppori, sono una giornalista freelance, una lettrice e un’appassionata di comunicazione curiosa di tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Mi piace smontarli, guardarci dentro e capire come fanno a significare.

Mi occupo di comunicazione integrata, content creation e uffici stampa per la cultura. Ho scritto di turismo, eventi e spettacoli per testate cartacee e online e sono autrice della guida turistica 111 luoghi della Riviera dei fiori che devi proprio scoprire della guida letteraria Torino di carta e di alcuni capitoli di Viaggi d’autore.  Leggo un sacco di libri e ne parlo qui, su Lucialibri e Turismo Letterario. Sono dottore di ricerca in semiotica. Autore del cuore: Italo Calvino.

Ho dato al mio sito un nome francese: à contrainte. Si pronuncia “a contrent” e significa “sotto costrizione”. L’ho preso in prestito dalla scrittura, o meglio da un’idea con una nobile origine letteraria.

Il concetto di contrainte fu espresso molto bene, in teoria e operativamente, dallo scrittore francese Raymond Queneau e dai suoi colleghi e amici riuniti nell’Oulipo (Ouvroir de Littèrature Potentielle). Secondo questi signori, sottoporre la scrittura a vincoli e regole ferree e lavorarla, quasi artigianalmente, per sfidare le costrizioni, permetterebbe di sviscerare del potenziale, di tirare fuori creatività.

L’ostacolo e la difficoltà sono imposti per essere aggirati con espedienti sempre diversi e nuovi: è in questo esercizio che la lingua esprime il suo potenziale, e il suo genio. Ogni volta che si scrive qualcosa, che sia la Divina Commedia o la lista della spesa, ci sono delle regole da rispettare: vincoli, ostacoli, obblighi, imposizioni, doveri o impegni. La contrainte è una gabbia, insomma, da cui, per la potenza del linguaggio, non può che venire fuori libertà creativa. A contrainte è insieme un modo di essere vincolati e liberi.

Mi è sembrato dunque un titolo efficace per  ribadire che, se talvolta l’ostacolo non può essere aggirato, può però produrre frutti. Certo, bisogna lavorarci sodo. Ma è un’idea ottimistica per un approccio ai testi e alle difficoltà della vita. La proposta è di ingegnarsi ogni giorno per capire come aggirare o affrontare nuovi e inaspettati ostacoli. Dentro alle gabbie c’è già tutta la libertà di cui abbiamo bisogno!