Avevo in programma una lettura per scoprire e riscoprire Leone Ginzburg questo mese, perché questo suggeriva il programma della reading Challenge EinaudiTo (qui trovate la prima puntata, quella del mese di gennaio 2020). Proprio Leone Ginzburg è infatti protagonista del mese di febbraio, e mi ero detta che sarebbe stato perfetto, avevo anche comprato un libro, che avrebbe dovuto essere il libro di cui avrei parlato questo mese. Ma i fatti sono stati più veloci e assai più imprevisti delle parole: e così il coronavirus mi ha tenuta lontana da Torino, ma era a Torino che avevo lasciato il libro in questione, fiduciosa di poter regolarmente tornare, e leggerlo.

Dunque eccomi alla seconda tappa di scoperta e riscoperta di autori importanti per la storia di Einaudi senza nulla in mano. O meglio, con qualcosa, come una specie di fiammella, quella grazie alla quale ho scoperto, qualche tempo fa, la figura di Leone Ginzburg. Di suo avevo potuto vedere dal vivo, all’archivio dell’Università di Torino durante La notte degli archivi 2017 la lettera dell’8 gennaio 1934 in cui comunicava a Ferdinando Neri, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, che non avrebbe prestato giuramento di fedeltà al regime fascista. A tal proposito, vi consiglio subito una lettura. «Leone Ginzburg dice “no” l’otto gennaio del millenovecentotrentaquattro» è l’incipit di Il tempo migliore della nostra vita, di Antonio Scurati, edito da Bompiani e Premio Campiello 2015. Si tratta di un libro che Scurati ha dedicato a Leone Ginzburg e alla sua scelta di campo, da sempre e per sempre antifascista.

Ecco, il libro che avrei voluto leggere e analizzare è proprio L’intellettuale antifascista, fresco di stampa, edito nel 2019 da Neri Pozza. È una biografia, un ritratto di Leone Ginzburg scritto da Angelo D’Orsi che, da che leggo, ricostruisce una vita intensa eppure breve: 1909 l’anno di nascita, 1944 la morte a Roma, a Regina Coeli, incarcerato dai nazisti. Era nato a Odessa, Leone, ma ha vissuto a Torino, tra il liceo d’Azeglio e l’Einaudi, che ha fondato con Giulio e con Cesare Pavese. Intellettuale di grande visione, non solo rifiuta di giurare fedeltà al regime come libero docente, ma milita in Giustizia e Libertà e nel Partito d’Azione.

Altro consiglio di lettura, e poi mi taccio e lascio la parola direttamente a Leone, cosicché possiate conoscerlo, è un libro che raccoglie stralci della sua biografia necessari per raccontare un’altra vita, quella di Natalia Ginzburg, ovvero Natalia Levi, che del marito decise di prendere il cognome e portarlo sempre con sè dopo essere rimasta vedova. A lei, altra straordinaria figura, ha dedicato un libro bellissimo Sandra Petrignani, si intitola La corsara e lo ha pubblicato ancora Neri Pozza, nel 2018.

Ecco, io ho conosciuto Leone e Natalia qui. Ho amato loro, la loro storia, le loro ultime parole. Anzi, le parole di Leone prima di morire, che sono conservate con cristallina emozione in una lettera che mi appresto a inserirvi qua sotto, sperando di non andare incontro a problemi di diritti d’autore o copyright. Ma è talmente bella, talmente intensa, che corro il rischio. Ogni volta che la leggo, che attraverso le vive parole di Leone all’amata moglie, mi si mozza il fiato, mi sale il groppo in gola. Ho avuto l’immensa fortuna che un amico leggesse, dedicandola al mio lavoro, questa lettera in pubblico, con me a fianco, la mia pelle d’oca e la bellezza che batteva forte nel cuore: «Sii coraggiosa» mi è sembrato un invito carico di quello stesso spirito che Leone Ginzburg incarnava. La dedico a tutti voi, affinché possiate conoscere questo straordinario uomo e intellettuale.

Natalia cara, amore mio

ogni volta spero che non sia l’ultima lettera che ti scrivo, prima della partenza o in genere; e così è anche oggi. Continua in me, dopo quasi una intera giornata trascorsa, il lieto eccitamento suscitatomi dalle tue notizie e dalla prova tangibile che mi vuoi così bene. Questo eccitamento non ha potuto essere cancellato neppure dall’inopinato incontro che abbiamo fatto oggi. Gli auspici, dunque, non sono lieti; ma pazienza. Comunque, se mi facessero partire non venirmi dietro in nessun caso. Sei molto più necessaria ai bambini, e soprattutto alla piccola.

E io non avrei un’ora di pace se ti sapessi esposta chissà per quanto tempo a dei pericoli, che dovrebbero presto cessare per te, e non accrescersi a dismisura. So di quale conforto mi privo a questo modo; ma sarebbe un conforto avvelenato dal timore per te e dal rimorso verso i bambini. Del resto, bisogna continuare a sperare che finiremo col rivederci, e tante emozioni si comporranno e si smorzeranno nel ricordo, formando di sé un tutto diventato sopportabile e coerente.

Ma parliamo d’altro. Una delle cose che più mi addolora è la facilità con cui le persone intorno a me (e qualche volta io stesso) perdono il gusto dei problemi generali dinanzi al pericolo personale. Cercherò di conseguenza di non parlarti di me, ma di te. La mia aspirazione è che tu normalizzi, appena ti sia possibile, la tua esistenza; che tu lavori e scriva e sia utile agli altri. Questi consigli ti parranno facili e irritanti; invece sono il miglior frutto della mia tenerezza e del mio senso di responsabilità. Attraverso la creazione artistica ti libererai delle troppe lacrime che ti fanno groppo dentro; attraverso l’attività sociale, qualunque essa sia, rimarrai vicina al mondo delle altre persone, per il quale io ti ero così spesso l’unico ponte di passaggio. A ogni modo, avere i bambini significherà per te avere una grande riserva di forza a tua disposizione. Vorrei che anche Andrea si ricordasse di me, se non dovesse più rivedermi.

Io li penso di continuo, ma cerco di non attardarmi mai sul pensiero di loro, per non infiacchirmi nella malinconia. Il pensiero di te invece non lo scaccio, e ha quasi sempre un effetto corroborante su di me. Rivedere facce amiche, in questi giorni, mi ha grandemente eccitato in principio, come puoi immaginare. Adesso l’esistenza si viene di nuovo normalizzando, in attesa che muti più radicalmente. Devo smettere, perché mi sono messo a scrivere troppo tardi fidando nella luce della mia lampadina, la quale invece stasera è particolarmente fioca, oltre ad essere altissima. Ti continuerò a scrivere alla cieca, senza la speranza di rileggere.

Con tutto il Tommaseo che ho tra le mani, sorge spontaneo il raffronto con la pagina di diario di lui che diventa cieco. Io, per fortuna, sono cieco solo fino a domattina. Ciao, amore mio, tenerezza mia. Fra pochi giorni sarà il sesto anniversario del nostro matrimonio. Come e dove mi troverò quel giorno? Di che umore sarai tu allora? Ho ripensato, in questi ultimi tempi, alla nostra vita comune. L’unico nostro nemico (ho concluso) era la mia paura. Le volte che io, per qualche ragione, ero assalito dalla paura, concentravo talmente tutte le mie facoltà a vincerla e non venir meno al mio dovere, che non rimaneva nessun’altra forma di vitalità in me. Non è così?

Se e quando ci ritroveremo, io sarò liberato dalla paura, e neppure queste zone opache esisteranno più nella nostra vita comune. Come ti voglio bene, cara. Se ti perdessi, morirei volentieri. (Anche questa è una conclusione alla quale sono giunto negli ultimi tempi).
Ma non voglio perderti, e non voglio che tu ti perda nemmeno se, per qualche caso, mi perderò io. Saluta e ringrazia tutti coloro che sono buoni e affettuosi con te: debbono essere molti. Chiedi scusa a tua madre, e in genere ai tuoi, di tutto il fastidio che arreca questa nostra troppo numerosa famiglia.

Bacia i bambini. Vi benedico tutti e quattro, e vi ringrazio di essere al mondo. Ti amo, ti bacio, amore mio. Ti amo con tutte le fibre dell’essere mio. Non ti preoccupare troppo per me. Immagina che io sia un prigioniero di guerra; ce ne sono tanti, soprattutto in questa guerra; e nella stragrande maggioranza torneranno. Auguriamoci di essere nel maggior numero, non è vero, Natalia?

Ti bacio ancora e ancora e ancora. Sii coraggiosa.

Leone

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!