Meno uno alla Agatha Christie reading challenge 2019: eh sì, anche novembre è passato per la challenge a tema promossa da Radical Ging e dalla Agatha Christie Limited dedicata ai libri di Agatha Christie. Facciamo un ripasso prima di occuparci del libro selezionato per il mese di novembre 2019. A gennaio 2019 ho riletto un libro con Poirot, poi uno con Miss Marple, a marzo il mio romanzo di Agatha Christie preferito, ad aprile una storia antecedente al 1930, a maggio  una raccolta di racconti poi un romanzo ambientato fuori dal Regno Unito, uno in una stagione particolare, con agosto siamo arrivati ad Avversarsio segreto di Tommy e Tuppence e a settembre abbiamo scoperto insieme Il deserto del cuore, di Mary Westmacott e ottobre ci ha condotti in un’ambientazione di campagna. Con novembre siamo invece molto avanti nel tempo, come da richiesta abbiamo un romanzo edito tra il 1950 e il 1976, tra gli ultimi della Christie. Cosa ho scelto? Una chicca: Sfida a Poirot, del 1963

Siamo in un romanzo molto particolare e piuttosto insolito rispetto ai “classici” gialli con Poirot. Sì, ormai lo sapete: quando possibile, ho scelto per tutta la durata della challenge libri con il mio detective preferito, e il caso ha voluto che nella maggior parte appartenessero alla serie di queste bellissime edizioni Oscar Mondadori con illustrazioni di Ferenc Pintér.

Ma veniamo a noi. Con titolo originale The clocks, Sfida a Poirot è un enigma molto originale che mescola due delle trame predilette dalla Christie, il delitto e lo spionaggio. Abbiamo infatti un cadavere ritrovato in strane circostanze in una casa di un quartiere altrettanto particolare in una cittadina costiera dell’Inghilterra, abbiamo una padrona di casa cieca, una copisteria con ragazze che vi lavorano come dattilografe e stenografe e che sono molto lontane dal cliché vittoriano delle trame anni Trenta e Quaranta ambientate in case di campagna inglesi. E poi abbiamo i tre investigatori: l’ispettore di polizia, Hardcastle, sveglio, brillante, e tuttavia un passo indietro alla mente del genio Poirot. In questo romanzo lo ritroviamo anziano, solo e annoiato nella sua casa di Londra, immerso tra tisane e cioccolate e appassionato lettore di… Romanzi gialli. A raccontarcelo sarà la voce di Colin Lamb, terzo investigatore, ma molto particolare, perché più che detective agente segreto del controspionaggio inglese, con un’identità in perpetua trasformazione, ma nell’anima biologo marino.

Sì, è decisamente una Agatha Christie moderna, smaliziata come sempre, ma alle prese con la Cortina di Ferro e un clima a cui noi lettori “classici” forse non siamo abituati. Come poi la trama poliziesca e quella spionistica si intreccino, è abilità invece assai tipica dell’autrice, che con maestria rara costruisce un meccanismo perfetto al millimetro, dove ogni personaggi, ogni battuta, ogni movimento si inseguono in una danza che ci porterà a sospettare via via di tutti, senza però riuscire a eguagliare il grande Poirot, che finalmente si sposterà da Londra fingendo di aver bisogno di aria di mare ma, in fondo, per mera, umanissima e buffissima curiosità.

Certo, la figura del detective dai grandi baffi è un po’ più gonfiata e presa in giro rispetto alle antiche narrazioni, e c’è persino un malinconico commento all’amico Hastings, partito per il Sudamerica lasciando solo il suo fedele belga dalle mitiche cellule grigie. È quasi un “metadetective”, che risolve il caso ispirato dalla lettura di trame romanzesche, evidente strizzata d’occhio della Christie all’arte di scrivere gialli. Forme ricorrenti, intrecci che più o meno con regolarità si ripetono: et voilà, ecco trovata la trama delittuosa, ecco il colpevole. Poirot lo capisce, lo sa, alla polizia il compito di individuare le prove per far scorrere l’iter della giustizia.

I romanzi gialli sono così presenti, in questo libro e nel suo “doppio” interno alla trama, che finiranno anche per influenzare la stessa scena del delitto, da qui il titolo originale, che apparentemente – gli orologi – non ha senso rispetto alla sinossi che vi ho brevemente riportato. Ma siamo davanti a un giallo: mi taccio, non voglio in alcun modo privarvi del gusto della scoperta dei piccoli misteri che intarsiano questo delitto e le successive vicende.

Però è innegabile che in questo libro l’autrice sia ormai pienamente consapevole non solo della sua scrittura, ma dell’effetto della letteratura gialla, e dello stato del mondo. Le stesse ragazze della copisteria copiano spesso e trascrivono romanzi gialli: è passato il tempo, siamo davanti a protagonisti di una generazione nuova, nuova come il tempo che scorre dietro le vicende dei personaggi, quello di una Guerra Fredda che si è innestata in Europa dopo due conflitti mondiali, quello che vede il mondo fuori dai romanzi creare dinamiche che forse per la prima volta entrano così di petto nella trama. Ci sono le spie, vivono in mezzo al mondo dove Poirot dovrebbe indagare e svelare il male. Ma è ormai un mondo nuovo, e infatti Poirot si annoia, si rifugia nei libri, vive ritirato ma… che grande sorriso vederlo rispondere con piccato fastidio alle punzecchiature di Colin Lamb e ritrovarlo più vivace che mai!

 

Sfida a Poirot
edizione in lettura: Mondadori, Oscar gialli, 2004 (prima edizione originale 1963, prima edizione Mondadori, 1984)
Voto lettura: 5/5

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!