Maggio: la Agatha Christie reading challenge 2019 prosegue con una richiesta specifica, ovvero una raccolta di racconti che abbiano per protagonista l’infallibile detective belga Poirot. Vi ricordo che la reading challenge a tema Agatha Christie è promossa da Radical Ging e dalla Agatha Christie Limited e durerà da gennaio a  dicembre 2019 leggendo e commentando ogni mese un libro della Christie secondo precise richiese. Dopo aver riletto un romanzo con Poirot e uno con Miss Marple, dopo aver parlato del mio romanzo di Agatha Christie preferito e di un romanzo antecedente al 1930,questa volta tocca ai racconti. Perché dunque non far ricadere la scelta su un titolo di raccolta che racchiude un intero universo? Il mondo di Hercule Poirot sembrava fare al caso mio, e ora vi racconto perché.

Innanzitutto la copertina e la veste grafica della raccolta, che uscì negli anni Venti in Inghiltetta con il titolo The Under Dog and Other Stories e che in Italia è stata reinterpretata come Il mondo di Hercule Poirot con una felice illustrazione di Ferenc Pintér che riprende uno dei racconti presenti, I piani del sottomarino. Elegante e raffinato, Pintér, storico illustratore Mondadori, come del resto elegante e raffinato appare anche il piccolo belga dalle sorprendenti cellule grigie. In ognuno di questi nove racconti c’è infatti qualche chicca, dettaglio, novità o situazione che permette di estendere la conoscenza di Poirot, di definire meglio il personaggio. Ecco perché, tutto sommato, credo che il titolo italiano della raccolta abbia un suo senso, seppure distante da quello di partenza.

Veniamo ai racconti, questi i titoli presenti nel libro che ho scelto:

Una donna sa…
L’espresso per Plymouth
Il ballo della vittoria
Il mistero di Market Basing
L’eredità di Lemesurier
Accadde in Cornovaglia
Il re di fiori
I piani del sottomarino
L’avventura della cuoca di Clapham

Tutti diversi, in temi, delitti e in lunghezza, ogni racconto come anticipavo svela dettagli e piccole manie di Poirot, oltre a rappresentare un piccolo congegno narrativo e poliziesco ogni volta nuovo e interessante. Eccolo, il nostro detective: un buffo piccolo uomo con la sua immancabile testa a uovo reclinata da un lato, la sua cura maniacale per i proverbiali baffi e l’abbigliamento. Atteggiamento composto ai limiti dell’educazione, e una vanità il cui centro di gravità è la straordinaria intelligenza. Impeccabile, Poirot, sia nella figura che come solutori dei più vari delitti, siano essi casi per i quali viene direttamente chiamato nel suo studio-casa di Londra, sia si tratti di coincidenze entro le quali si trova invischiato.

Una donna sa… è il racconto di apertura della raccolta, nonché il più lungo dell’intero libro. La lunghezza permette non a caso di sviluppare un racconto più complesso degli altri che seguiranno, una sorta di abbozzo di romanzo con un caso da risolvere e diversi indiziati, una piccola commedia umana ambientata in una casa di campagna dove Poirot si sposta per verificare di persona i fatti. Ad accompagnarlo non è Hastings ma George, l’impagabile maggiordomo, “una persona dall’aria estremamente inglese: alto, cadaverico, compassato”, ci dice il narratore. Il maggiordomo, oltre a eseguire ogni ordine di Poirot, incluso fornirgli una tisana rilassante (il lavoro delle cellule grige, si sa, è faticoso), lo aiuta in questo caso nelle indagini, complice silente.

Perché in questo caso il detective belga diventa una sorta di piccolo Sherlock, con una cura particolare per dettagli apparentemente invisibili e quelle piccole trappole che porteranno l’assassino a fare autogol. Non solo: da sempre mago di psicologia e interessato alle sfumature dell’animo umano, in questo caso Poirot ricorrerà addiriturra a un ipnotizzatore, dettaglio decisamente innovativo.

Ma ecco, nel secondo racconto, arrivare il capitano Hastings, celebre spalla. Sarà lui a prendere il timone della narrazione e svelare alcuni dettagli sulla sua amicizia con Poirot. “il mio amico Hercule Poirot, un tempo capo della polizia belga, si trovò coinvolto nel caso Styles – dice Hastings nel secondo racconto di questa raccolta – Il suo successo lo rese famoso, e da allora si dedicò alla soluzione dei problemi criminali”. Hastings racconta di essere stato ferito alla Somme e dimesso dall’esercito per invalidità: è stato allora che ha deciso di andare ad abitare con Poirot a Londra, più avanti chiarirà che già tempo prima, in Belgio, avevano condiviso un’abitazione, ma di più per ora non ci è dato sapere.

“Ho una profonda conoscenza di molti suoi casi per cui mi è stato consigliato di sceglierne alcuni tra i più interessanti e trascriverli”, spiega Hastings narrando i fatti, e del resto Poirot dirà che “Il capitano Hastings è come un altro me stesso” (sebbene non dotato dello stesso acume). La spalla storica, oltre a narrarci i fatti, fedele testimone, ci fa divertire con svariati commenti che accompagnano i casi, come gli autocompiacimenti del piccolo belga geniale “l’ingegnosità di Hercule Poirot è stupefacente!”, o come il tono magniloquente con cui afferma di sapere tutto. Bellissima la parentesi che commenta un dialogo con Poirot: “(Questo è il lato peggiore di Poirot. Ordine e metodo sono i suoi dei. Arriva al punto di attribuir loro tutto il suo successo)”. Hastings è la solita  macchietta che non arriva a risolvere i casi, si irrita, e come da copione Poirot gli risponde che dipende tutto dalla mancanza di metodo: “potreste benissimo arrivarci, Hastings. Se soltanto vi prendeste il disturbo di organizzare le idee! Senza metodo…”. C’è chiaramente una genialità in più in Poirot, è evidente dai lampi verdi che più volte, a cavallo dei racconti, vengono descritti danzare nei suoi occhi nel momento della risoluzione di un caso.

La vanità è quasi sempre al centro, oltre a una grande etica professionale: è per mettere alla prova la propria intelligenza che Poirot accetta casi anche da parte di persone lontane, anche apparentemente semplici o “non casi”. Ogni volta, arriverà la sorpresa: tanti gli spostamenti, dalla casa di Londra dove al mattino si leggono e commentano i giornali con Hastings ci si sposterà per treni, ville e case di diplomatici fuori città, tanti anche gli incontri con Scotland Yard e il noto ispettore Japp, figura amica e che stima Poirot, “un vecchio amico”, che tuttavia non crede nella psicologia, anzi la disprezza, e non usa metodo nell’indagine sulla natura umana e il crimine.

Ma procediamo con qualche altra osservazione sui casi. Non credo di sbagliarmi se ravviso ne L’espresso per Plymouth una sorta di nocciolo narrativo di quello che sarà Il mistero del treno azzurro, condensato in poche pagine. Un treno, un delitto, orari che non coincidono, gioielli e una cameriera unico testimone. Se avete letto il romanzo – la mia recensione – noterete che i punti di contatto sono molti, anzi che il racconto ha proprio gli stessi protagonisti e la stessa struttura della narrazione più lunga: che sia stato una sorta di studio per la dinamica del delitto?

L’altra osservazione che mi piace fare è quella che riguarda i piani segreti per il sottomarino: un caso circoscritto, ma tuttavia determinante perché legato al ministero della difesa e a istruzioni segrete. Più che giallo, quasi spionaggio, tema cui peraltro la Christie si dedicherà in diverse opere. È in questo racconto che si svela una pagina del passato di Poirot, non solo geniale detective ma, come già sappiamo, persona elegante e discreta: c’è infatti lui, con i suoi brillanti metodi, dietro la risoluzione dipomatica di un caso scottante come il rapimento del primo ministro durante la guerra. Forse, dunque, se lo ritroviamo fare lo scettico davanti a casi apparentemente insignificanti o impomatarsi i baffi pieno di sè, dovremmo rivedere il nosto atteggiamento: Poirot può farlo. Proprio perché è lui e solo lui, il piccolo ometto belga con la testa a uovo, una testa geniale, e una smisurata comprensione del genere umano, che gli permette di risolvere i casi, e di non sfigurare mai.

Vedere la realtà coi vostri occhi non significa vedere la verità. Bisogna vedere con gli occhi della mente, usare la materia grigia!

Il mondo di Poirot
edizione in lettura: Mondadori, Oscar gialli, 1991 (prime edizioni dei racconti 1923-26)
Voto lettura: 4/5

 

 

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!