Dove non scappare con la lettura di giugno della Agatha Christie reading challenge 2019 se non fuori dai confini del Regno Unito, come comandato dal regolamento, magari verso una meta esotica come… l’Egitto? Ecco allora che, al sesto mese di questa sfida appassionante promossa da Radical Ging e dalla Agatha Christie Limited, che da gennaio a oggi mi ha portato a leggere già un libro con Poirot e uno con Miss Marple, il mio romanzo di Agatha Christie preferito, una storia antecedente al 1930 e una raccolta di racconti, ho scelto di rileggere un grande classico con protagonista il mio detective preferito: Poirot sul Nilo.

Sì, lo confesso: quando posso, scelgo sempre romanzi con Poirot. Sono quelli che più mi appassionano, quelli dove la Christie sfoggia talento e dà spazio allo sviluppo dei tanti piccoli tratti che contraddistinguono il geniale Hercule Poirot, detective belga dai grandi baffi e dalle vivide cellule grigie. E ho anche un’altra confessione da fare: nonostante, a causa delle trasposizioni cinematografiche, Poirot sul Nilo sia, come l’Orient Express e Dieci piccoli indiani tra le storie più viste e riviste, la mia memoria colabrodo, e i tanti anni trascorsi dall’ultima lettura, avevano cancellato ogni traccia della trama. Quindi, eccezion fatta per l’ambientazione in crociera sul fiume egiziano, tra tesori archeologici e delitti, non ricordavo assolutamente nulla e questa rilettura per la challenge ne ha giovato.

Poirot sul Nilo, infatti, secondo me è uno dei romanzi con più bel congegno. Un congegno che – la riflessione sugli elementi paratestuali, ormai lo sapete, fa sempre parte di questi miei commenti – aveva già messo in luce la prefazione di Giampaolo Dossena, poi ripresa in una postfazione e, nell’ordine lineare di lettura intro, romanzo e commento alla conclusione esaltato come meccanismo del solito geniaccio della regina del giallo. Altra considerazione extra testo, la bellissima edizione che ho, con una copertina firmata ancora una volta Ferenc Pintér, che mette in luce l’Egitto e l’abbigliamento “esotico” e da viaggio di Poirot.

Ma veniamo alla storia gialla, una storia come dicevo completa e ben orchestrata, dove l’autrice lascia, per i lettori più avvezzi a leggere polizieschi, lo spazio per l’intuizione che porterà alla soluzione. Dico la verità: non me lo ricordavo, eppure avevo indovinato chi era l’assassino, sebbene non come avesse fatto. A questo, ci pensano le doti di osservazione, il metodo e la logica di quest’ometto baffuto che, tra le righe del romanzo, si lascia sfuggire una frase che reputo geniale: «io lavoro col mio cervello, e non me ne vergogno».

Cervello, ma anche psicologia: ne troviamo molta in questa storia, e Poirot sa perfettamente che sono proprio le relazioni umane, la psicologia, a svelare larga parte dei delitti, delle loro intenzioni e delle loro piste. Non sfugge al classico metodo di indagine questa esperienza in viaggio nella colonia brittanica di Egitto. Niente piramidi e non troppo esotismo a contornare i fatti delittuosi, sebbene di sicuro l’esperienza sia contraddistinta da dettagli che fanno capire di trovarsi lontano dalla madre patria. Neanche a dirlo, la classe sociale è rigorosamente alta, una piccola fetta di società vittoriana trasportata in un luogo caldo e pieno di antichi monumenti da ammirare.

Non è un caso: questo romanzo fa parte delle storie ispirate ad Agatha Christie dai frequenti viaggi fatti insieme al marito archeologo. Non è un caso nemmeno il fatto che proprio sull’archeologo presente in questo libro a bordo del Karnak, il battello dove avverrà il delitto, la Christie faccia ricadere qualche sospetto. Sono i giochi, godibilissimi, dell’autrice, che già che c’è inserisce anche una scrittrice non del tutto in possesso del suo senno in questa storia.

È, alla fine, una storia d’amore, terreno sul quale la Christie si diletta in questa occasione inscenando un triangolo pericoloso, e aggiungendo questioni fiscali, spionaggio, vizi, ladri. Ognuno, a bordo del battello che porterà i visitatori in vacanza verso la Seconda Cateratta, tra Assuan e la Nubia, lungo il fiume, nasconde qualcosa ed è protagonista di piccole grandi vicende. A Poirot il compito di individuarle, sullo sfondo di un Egitto che non sembra nemmeno Egitto, confinato come è, nelle descrizioni, tra il colore locale dei venditori di chincaglierie e qualche tempio, come Abu Simbel, ma sempre filtrato dall’ottica di un ambiente privilegiato e socialmente altolocato. È strano, leggere di questa crociera che si svolge, presumibilmente, qualche anno dopo il crack finanziario di Wall Street (ci sono evidenti riferimenti nel testo), ed è strano immaginare la facoltosa, bellissima e giovane Linnet viaggiare per le sue nozze con valigione, armadi interi di abiti preziosi, mobili da toeletta completi di boccette di smalto. Viene da sorridere, pensando a oggi. Ma in fondo è il mondo di Agatha Christie, e ai suoi lettori – me inclusa – piace proprio per quella sua aria vittoriana e perbene, con tutti i suoi dettagli.

Poirot è nel pieno delle sue funzioni: sebbene in vacanza, nel momento in cui si scopre il delitto e interviene il Colonnello Race, il belga si assume il compito di capire cosa è accaduto a bordo, abbandonando il clima da vacanza, il suo abito di seta bianca, il panama e il ricercato scacciamosche in ambra. Discreto, compunto, attentissimo e persino intenerito e affettuoso: insomma, il detective impeccabile di sempre, in questo romanzo davvero in forma smagliante, con tanto di citazione del buon Hastings che tuttavia non compare.

Perfetta lettura estiva, già che siamo in stagione, Poirot sul Nilo è un grande classico che, alla luce della rilettura, non posso che consigliare per l’efficente meccanismo poliziesco capace, come sempre, di sorprendere fino all’ultima pagina. Di sorprendere noi lettori, beninteso: Poirot, invece, sa sempre già tutto!

Poirot sul Nilo
edizione in lettura: Mondadori, Oscar gialli, 1997 (prima edizione 1939)
Voto lettura: 5/5

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!