Nonostante

Il fallimento, le cadute, la fatica, l’incertezza

La storia

Francesca ha la mia età e un grande sogno: fare l’insegnante. Ha studiato filosofia apposta, ma quando si è vista scivolare dalle mani la possibilità di passare un concorso di abilitazione, il mondo le è crollato addosso. È stata solo una fase temporanea, però, dopo la quale si è rimboccata le maniche per l’ennesima volta ed è ripartita verso la conquista dei suoi sogni. La strada non è stata affatto lineare, ma tortuosa anzi, e molto complessa. Francesca ha fronteggiato ambiti e ambienti diversi dai suoi fino a decidere il tutto per tutto e iscriversi, trentenne, a una seconda laurea. Mentre studiava e lavorava, inoltre, non ha mai abbandonato un’altra grande passione, quella della musica. A osservare da qui, ora, il suo percorso, non riesco a spiegarmi come abbia fatto a tenere tutto insieme, dove trovi le energie. Mi ha stupito lei stessa con una frase che ha sciolto all’istante tutte le riserve del nonostante: lasciatevi stupire dalla vita. Ed ecco perché questo titolo, per la storia che mi appresto a raccontarvi

Lasciatevi stupire dalla vita

A volte per rompere il ghiaccio serve una domanda diretta, ed è quella di cui mi servo per dare il la a questa intervista. Di fronte a me c’è Francesca, siamo sedute nel portico di una elegante villa davanti a un aperitivo, aspettando un concerto. «Senti – le dico – fammi capire, ma tu cosa volevi fare da grande?». La risposta mi chiarisce subito la direzione, e insieme mi spiega la fortissima ambizione di una mia coetanea con un desiderio grande, purtroppo ostacolato dalla complessità del nostro tempo, e da una caduta.

«Io volevo fare l’insegnante – mi risponde infatti Francesca, sicura – quando mio fratello era piccolo provavo a spiegargli alcune cose, anche se gli incontri erano un po’ tragici perché io mi ostinavo», a questo punto sorrido, perché l’ostinazione è un tratto decisivo per questa storia, l’ho già intuito. Senza ostinazione non saremmo qui, e nemmeno potremmo dire che, invece di dedicarsi all’attività di meccanico come le ispiravano gli attrezzi del nonno tra cui rovistare, oggi Francesca sta effettivamente raggiungendo il suo obiettivo.

«Studiare mi è sempre piaciuto – mi racconta – ho trovato nella scuola una grande gratificazione». Certo, la fortuna di capitare in una buona scuola e di incontrare non solo docenti ma materie stimolanti è spesso aleatoria, ma a Francesca è andata bene, come mi spiega ricordando i suoi professori, specialmente quelli di filosofia, materia che poi ha scelto all’università. «Ho alternato tanti professori in tre anni e questo mi ha permesso di confrontarmi anche con stili diversi, modi di pensiero e scuole. Il quinto anno è stato importante perché ho avuto una professoressa che aveva sempre insegnato italiano, ma quell’anno era entusiasta di fare filosofia, sebbene fosse in prossimità della pensione. La sua passione mi ha convinta, così ho scelto filosofia anche se ero indecisa su biologia». Francamente, inizio a pensare che il risultato, anche con biologia, sarebbe stato uguale: la voglia di insegnare non si sarebbe frenata.

Chiedo alla mia intervistata se, negli anni universitari, aveva già così chiara la volontà di entrare nella scuola in futuro. «Ho fatto filosofia apposta per insegnare – mi fa notare – ci credevo tantissimo». Nel 2012 arriva quindi la laurea, e poi lo studio, tanto e ancora, in previsione del concorso di abilitazione del 2014. Ma, vuoi i pochissimi posti disponibili per filosofia, vuoi una dose di sfortuna, Francesca non lo passa. «Mi sono davvero demoralizzata in quel momento – mentre me lo racconta rivedo gli anni trascorsi, con l’amarezza e la delusione di un ostacolo troppo grande da superare e una sacca intera di sogni e ambizioni costretta a rallentare. Ma non fermarsi. Anche se di concorsi abilitanti non ne sono più usciti, anche se la strada, così, si è fatta davvero in salita.

«Pensa – mi racconta Francesca – ci credevo così tanto che ho studiato anche il greco, qualcosina so leggere e tradurre. Ero così testarda e convinta, invece quando sono caduta sono caduta forte, perché avevo riversato molte cose sulla scuola».

Nonostante la caduta, però, è arrivata la reazione. Necessaria, concretamente prima di tutto. Francesca ha iniziato a guardarsi intorno facendo lavori sempre diversi, l’ultimo dei quali come commessa. «Ero contenta, era un lavoro che mi avvicinava a casa – mi spiega –  nel frattempo non venivano banditi concorsi e non mi chiamavano nemmeno a scuola per supplenze, avevo perso l’entusiasmo e mi ero detta che, forse, la mia strada era un’altra. Sono andata anche all’estero per alcune esperienze lavorative, vedevo tante persone in azienda, ma continuavo a pensare alla filosofia. C’era sempre dentro di me un pungolo, “se finissi…”, “se riuscissi…”, e poi si sono create le condizioni per cui ho detto “dai, proviamoci ancora una volta”, nonostante un concorso per il quale ero molto preparata ma per il quale erano disponibili pochi posti».

Anno 2018, Francesca si iscrive a una seconda laurea, storia. Non è solo speciale l’entusiasmo con cui, a 31 anni, una persona già laureata con ottimi voti accetta una nuova sfida del genere, ma è piuttosto incredibile, ai miei occhi, anche il come questa avventura venga presa. Perché Francesca ha fatto tutto in un anno. Tempo da perdere non ce n’era, per cui, piano di studi alla mano, tutti gli esami sono passati in rassegna uno dopo l’altro, fino all’ultimo, di qualche giorno fa, che apre le porte all’atto finale della seconda laurea, la tesi. Ammirata e stupita, chiedo alla mia interlocutrice come sia possibile, come abbia fatto e dove trovi le energie per tutto questo: «C’era tanta passione, e anche voglia di ributtarmi dentro al mondo della scuola. Sono contenta di questo slancio, perché così non vivrò di rimpianti, anche se lo so, sembra da pazzi lasciare un indeterminato come ho fatto io per iscriversi all’università e diventare un’insegnante precaria di italiano. Però sono contentissima, mi sento bene».

È proprio come avete letto: lasciare un indeterminato, Annus Domini 2018, tempi di precariato quotidiano, di incertezze, un mondo vacillante per le generazioni di nati negli anni Ottanta che non hanno certezze, stabilità, futuro. Ma quanto costa rassegnarsi all’ordinario e superficiale perdendo così tutta l’energia e la passione dei propri sogni? Si tratta indubbiamente di scelte, ognuno ha l’assoluta libertà di declinarle come meglio crede, e come può. Mi trovo però a pensare che, avendone l’opportunità, cogliendo uno spiraglio di luce e un invito a non rassegnarsi, lo slancio di Francesca sia mirabile. Osservare la tenacia e la passione che ci mette, la disciplina e la determinazione nonostante le mille fragilità quotidiane e il futuro incerto fa bene, rinfranca e stimola ad agire.

«Ora sono un po’ stanca, ma siamo all’ultimo esame – mi confessa, e rilancia – però è stato uno degli anni più belli dal punto di vista accademico, tra i più entusiasmanti». E davvero, a questo punto, sono convinta che in questa storia ci sia qualcosa di speciale. Perché in realtà, nell’anno in cui Francesca dava tutti gli esami di una laurea in storia, è anche accaduto altro, come per esempio una chiamata per una supplenza di tre mesi, al liceo scientifico, proprio in concomitanza con la pausa dalle lezioni universitarie. «È stato un anno bellissimo – prosegue infatti – ero a scuola a pochi minuti da casa con i miei professori, alcuni mi hanno coccolata e posta sotto la loro ala dandomi consigli, ed è una cosa che fa sempre piacere. È stata una bella esperienza, i ragazzi hanno risposto bene e ho visto che quando c’è impegno, loro se ne accorgono».

Da settembre a settembre, un anno densissimo e pieno, tanto da poter giustificare la scommessa e l’azzardo di aver rotto un contratto per dedicarsi alla propria passione. Che poi, secondo me, è il sogno di molti. «Ho provato, sono ancora giovane – si giustifica quasi Francesca, con gli occhi accesi di entusiasmo – mi sono sentita sostenuta da chi mi circonda», ed è un fattore tutto fuorché secondario.

Se poi credete sia finita qui, vi sbagliate, e tanto. Perché nella vita già pienissima che si è costruita, Francesca coltiva anche un’altra grande passione che non è delegata ai ritagli di tempo ma, anzi, la vede spesso protagonista sul palco e le ha fruttato alcuni successi personali. C’è infatti la musica, Francesca suona, canta, scrive canzoni.

«La musica – mi dice – per quanto riguarda l’attività da cantautrice è arrivata dopo la laurea, il basso invece è arrivato l’ultimo anno di università. Nel 2012, non so bene perché né come, ho iniziato a scrivere parole. A casa mia si ascoltava rock, cose come Genesis, Pink Floyd… Il jazz però no, e nemmeno il rock che piaceva a me all’inizio. Ho iniziato a suonare il basso in una cover band di Liguabue e Vasco, e facevo hard rock. Poi mi sono perfezionata, i miei gusti musicali sono cambiati. Ma a pensarci ora, non so davvero come sia successa questa cosa. L’ho detto anche ai ragazzi: può succedere di tutto, lasciatevi stupire dalla vita, chissà cosa succederà a voi, a me a 26 anni è successa questa cosa!».

Certo, tenere vive, in parallelo, l’attività di studio matto con supplenze e la musica, non è stato possibile. Francesca quindi ha scelto di declinare la musica come hobby. «Sono entrambe due passioni un po’ complicate in Italia – ci scherza su – ma come primo lavoro ho deciso di dedicarmi all’insegnamento, poi vengono la musica e lo studio dello strumento. Mi piacerebbe continuare ad approfondire, ma la musica non è una cosa facile, richiede tempo e dedizione, e visto che la passione per l’insegnamento è molto forte e c’è da sempre, non potevo non ascoltarla».

Esami, tesi, e poi un disco, perché quando si sceglie una vita così piena di passioni, nulla è davvero scontato. Francesca mi racconta di aver trovato un po’ di musicisti con cui ha stabilito un bel feeling, e che in previsione del futuro disco le piacerebbe coinvolgere per ogni traccia diverse persone: «vorrei fosse un disco inclusivo – mi chiarisce – mi interessa molto l’intesa umana, al momento siamo una bella equipe e tra poco uscirà un video inedito».

Che dire, dunque, della forza del nonostante e dei suoi limiti? Nonostante tutte le difficoltà, nonostante le cadute che a volte incorrono lungo la strada, si va avanti. «Ho passato veramente un brutto periodo nel 2014 – mi ricorda infine Francesca – mi è caduta la terra sotto ai piedi, significava tornare a casa, cercare un altro lavoro… Insomma, ero persa. Adesso quello che mi rende serena è aver aperto altre strade, secondo i miei progetti spero di iniziare a lavorare a scuola e, se escono concorsi, di provarli, senza continuare a sperare in un’unica via di uscita. Sembra un percorso a ostacoli, ma ci sto ancora provando: ho 31 anni, mi do ancora un po’ di tempo!».

Postilla

Alla fine di questo racconto devo ammettere una cosa: sapevo già che Francesca suonava e scriveva musica e parole per la musica. Perché in questo non facile lavoro ha trovato un amico comune, che in realtà ancora una volta mi fa parlare di scuola, perché è stato mio professore. È insieme a lui che ho intervistato Francesca una sera estiva, proprio a un concerto, condividendo con entrambi la passione per il jazz. Sempre quella sera, come vuole l’incastro delle coincidenze che sembra accompagnare questo mio progetto fin dall’inizio, Francesca mi ha svelato che a breve sarebbe uscito il video del suo singolo Come neve al sole, risultato, o meglio premio, di un contest che ha vinto in Riviera e che le ha permesso di accedere a un vero studio di registrazione. Ovviamente approfitto allora di questo spazio e vi lascio qui il video, da gustare. Ma, ancora di più, sempre quella sera c’era in ballo un’occasione lavorativa a scuola per Francesca che, fortuna e merito, è andata a buon fine. Questa intervista non poteva dunque finire meglio!

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!