E così siamo arrivati alla fine: la dodicesima lettura della Agatha Christie reading challenge 2019. Dicembre, tempo di un’ultima sfida di lettura, ma tempo soprattutto di bilanci. Perché sì, prima di svelarvi quale romanzo ho scelto per la “contrainte” di dicembre 2019 – cioè un libro della Christie da cui sia stata tratta una serie tv – mi piacerebbe tornare indietro a un anno fa e ripensare alla portata delle mie letture, al alle riscoperte, agli incontri.

Come saprete se mi seguite da un po’, e se vi siete appassionati a questa reading challenge, la sfida partita a gennaio 2019 con l’intento di riscoprire le opere della regina del giallo attraverso una lettura al mese, vincolata a un tema specifico, a una datazione ecc, è stata portata in Italia dalla passione e dall’entusiasmo di Radical Ging. Promossa dalla Agatha Christie Limited, questa maratona di letture è stata per me una felice novità che mi ha riportata all’antico interesse per i gialli, dove naturalmente lei, Agatha, la mitica autrice inglese, deteneva il primato. E dunque eccomi a rimetter mano a quella collezione di Oscar Mondadori degli anni Novanta e primi Duemila, quasi sempre con le preziose immagini di Ferenc Pintèr, quasi sempre già letti quando facevo le medie, ma puntualmente o quasi dimenticati.

La challenge è stata quindi un’ottima scusa per spolverare quella mensola della mia libreria dove campeggia una lente di ingrandimento, per ritrovare il mitico Poirot, per stabilire che sì, Miss Marple non è che mi stia poi così simpatica, e per riaccendere la simpatia per i romanzi di spionaggio o personaggi un po’ minori come Tommy e Tuppence. Addirittura, per scoprire libri della Christie che mai avevo letto. Bilancio quindi positivo, nonostante le rincorse per stare al passo con le scadenze. Ma del resto siamo su un sito che si chiama A contrainte: senza sfida, non ci sarebbe divertimento.

Ecco allora, prima di passare all’ultima sorpresa di un anno di letture “gialle”, tutto quel che mi è passato sotto gli occhi da gennaio 2019: siamo partiti da un libro con Poirot, siamo passati a uno con Miss Marple, a marzo è stata la volta del mio romanzo di Agatha Christie preferito, ad aprile è arrivata una storia antecedente al 1930, a maggio  una raccolta di racconti  e poi a giugno un romanzo ambientato fuori i dal Regno Unito, ancora, uno in una stagione particolare, e così con agosto siamo arrivati ad Avversarsio segreto di Tommy e Tuppence.  A settembre abbiamo scoperto insieme Il deserto del cuore, di Mary Westmacott e ottobre ci ha condotti in un’ambientazione di campagna, se infine a novembre ci siamo spostati avanti nel tempo con un romanzo edito tra il 1950 e il 1976, l’ultima casellina di questo calendario poliziesco richiede un romanzo da cui sia stata tratta una serie tv. Forse l’avrete vista, nel 2016 sul canale Giallo, io la guardai e ne rimasi molto inquietata, esattamente come dopo aver chiuso il libro: Dieci piccoli indiani, questa è la lettura di dicembre!

And Then There Were None: ecco quel è il titolo inglese del classico del giallo che noi conosciamo come Dieci piccoli indiano. Il (uno dei) capolavori della Christie, un romanzo dove stranamente non compaiono nè Poirot nè Miss Marple nè alcun altro investigatore seriale. Anzi, a dirla tutta non c’è nemmeno un investigatore, la detection rientra nella trama e coinvolge quasi tutti i personaggi coinvolti.

Però, fermi tutti, mi sono imposta di non fare alcun tipo di spoiler perché nel caso remoto in cui non aveste letto questo romanzo straordinario (nel senso, davvero, etimologico: fuori dall’ordinario) vi rovinerei qualcosa di estremamente appassionante come la lettura e la scoperta della trama che prende forma pagina dopo pagina. Sì, ci sono dei morti, c’è qualcuno che uccide queste persone, ma la soluzione è tutt’altro che banale. Anzi! Vi dirò solo che tutto si basa su una riflessione che ha a che vedere con la giustizia, e che è questo il filo che lega le storie dei dieci personaggi sconosciuti che si trovano per una misteriosa convocazione di un altrettanto misterioso ospite su un’isola.

Abbiamo già tutto quel che ci occorre per provare un brivido lungo la schiena: mistero, anonimato, legami da scoprire, un’isola. Inutile dire che il mare che circonda questo fazzoletto di terra sarà in burrasca e ogni fuga sarà dunque impossibile. Una caccia, anche molto inquietante e angosciante, senza pietà alcuna, ve ne accorgerete. Ed ecco perché questo romanzo stravolge, prende e non fa mollare le pagine: si prova davvero ansia, si ha insieme voglia di venire a capo dell’enigma, e poi sbam! si resta sconvolti e affascinati al tempo stesso.

Il romanzo è un “grande anziano”: classe 1939,un ottantenne assai pimpanteDieci piccoli indiani è tra le opere forse più note della Christie, nei decenni protagonista mai anonimo in libreria, ma anche nelle letture scolastiche: va da sè che gli altri linguaggi vi abbiano attinto per ispirazioni, rifacimenti, traduzioni. Nel 2016 mi è capitato infatti di seguire la miniserie in due puntate realizzata dalla BBC e trasmessa in Italia su Giallo. Erano anni che non rileggevo nè vedevo cose tratte dal romanzo, e avevo in testa il vecchio film che però mi aveva lasciato ricordi non proprio fedeli al testo.

Non è accaduto lo stesso con la serie che ho trovato invece davvero fedele, sia per immaginario e tempi, sia per quella pazzesca spirale di ansia che si avviluppa mano a mano che la storia prende forma, e, vi assicuro, vi prende proprio in pancia, come fa il romanzo. La serie era diretta da Craig Viveiros e adattata per il piccolo schermo da Sarah Phelps con un lavoro ottimo, secondo me. Come nel romanzo, anche in questa serie i personaggi si svelano a poco a poco e tuttavia resta sempre, di ciascuno, una zona d’ombra non chiara. Come nel testo, ricorre con un’inquietudine mortale la filastrocca dei dieci piccoli indiani, le statuette che spariscono dalla collezione, omicidio dopo omicidio.

Siamo indubbiamente in Gran Bretagna: clima grigio e nuvoloso, nebbia, ostilità del paesaggio. Nel film si ritrova tutto proprio come nel romanzo, dettagli che, insieme alla tensione che questa storia sa innescare, aggiungono suspence e fascino misterioso all’angoscia unica che, io credo, solo questo romanzo sa generare. Non so quanto sia classica o meno, nel mondo dei giallisti, una struttura come questa: niente investigatori, niente polizia, insomma non c’è scampo, non c’è salvezza. Inesorabile e spietato il finale… Ma ora mi fermo, perché davvero questa storia merita di essere letta.

Sì, letta. Prima leggete il libro, se ancora non lo conoscete. Solo dopo, quando le parole e le descrizioni di Agatha vi avranno acceso la fantasia, vi consiglio di confrontarvi con il film o la miniserie. Per quanto fedeli, infatti, i prodotti televisivi e cinematografici aggiungono forzatamente, sempre, dettagli non inclusi nel testo, e impoveriscono quel meraviglioso processo che è la lettura, con tutte le inferenze che comporta nella vostra immaginazione. Vorreste privarvi di tutto questo e perdere l’occasione di farvi stupire a ogni pagina e saltare sulla sedia? Visto il talento della Christie, direi proprio che non vi conviene!

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!