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Giorno 12, a casa da un mese esatto oggi. Il blu è il colore che dà nome al giorno: malinconie, cieli azzurri, blu botte e leggerezza celeste. Le radio unite, l’inno, l’ansia, la notifica, il video. La routine: sognano cieli azzurri da vivere

Abbiamo superato la decina: oggi è il giorno numero 11, il sole splende nel tempo delle ambulanze e la testa scoppia di pensieri e storie raccolte tra il telefono e la radio. Cerco il tempo per scriverle: non l’ho ancora trovato.

Un mercoledì che sembra un lunedì: è una ripartenza. Inizia di notte, inizia con un abbraccio forte. Si porta dentro la radio, e il telefono, che un po’ sono estensioni dei corpi costretti a tapparsi in casa, da dieci giorni oggi.

Lunedì di vento e balconi: banchise polari che iniziano il disgelo, lavoro che si riformula, come una specie di calma, serenità da procurarsi mentre la situazione non migliora, e ci si inventano format video senza alcun motivo.

È il giorno numero sei: è un sabato, e mentre leggo i giornali un tramonto mi scalda il cuore da un balcone immaginario e mi trovo a riflettere sulla nascita di n nuovo mondo dove tutto è più semplice, senza perdere bellezza.

E così arriva il giorno numero 5 e porta con sè una settimana intera di strane sensazioni e angosce latenti. Open access è la parola del giorno: accesso aperto, dati liberi, musica, cultura, bellezza nelle città che si fanno deserte.