Il giorno numero 30 è un martedì, è un mese da quando ho visto il mare l’ultima volta, una giornata di primavera dichiarata, di lieviti, profumi, mollette e semina. Una giornata serena, tra le cose di sempre, che fanno sorridere
Il traguardo del lunedì, giorno 29 della quarantena, tra lauree in differita, lievito che monta e lavoro di lettura, appunti, cesello, per scoprire che in fondo molto andava già bene così.
Una domenica di gatti, sole e natura. La domenica delle palme, una messa vista in tv con i rami d’ulivo sul tavolo. Si legge, si pensa, si mettono in moto le mani. Presagi per il domani?
Sabato di aprile, sabato di quarantena. Mi perdo tra il silenzio e la meraviglia dei fiori, dei libri. Il classico pizza e birra, un film che racconta della Terra e di come la stiamo danneggiando.
Il giorno 26 dei 25 giorni è l’assurdo giro di boa che si protende verso il futuro. Ma il futuro, oggi come oggi, che cos’è? Lo cerco, pigramente, ascolto cose, provo a scriverne, in un tempo statico che riporta al passato: ripartire da lì, forse il senso è questo.
Videochiamate ovunque, dalle nostre vite personali al telegiornale. Quali cambiamenti ha portato l’emergenza sanitaria nelle nostre vite e nel lavoro dei giornalisti? Mi sono dilettata in un’analisi semiotica, tra New Yorker, Tg La7 e Massimo Lopez, la trovate qui!
In terrazza con Calvino: sei appuntamenti video per rintracciare un filo rosso che unisce terrazzi, balconi, punti di vista alti, scrittura e sguardo sul mondo. Da Palomar al Barone rampante, dalle Lezioni americane a Ti con zero e La strada di San Giovanni.
Oggi è il giorno 25: sarebbe dovuta finire qui, pronti e guariti, il 3 aprile si torna a vivere. Invece no: mani sulla tastiera, rifletto sulla trama, sulle trame, e su tutte le storie che sono e potranno essere. Pare vada molto di moda.
Un post al mese: per vedere come va, per raccontare quello che mi è successo, per spaziare e fare i conti con il sito, con me stessa, con la realtà. Qui vi racconto marzo 2020.