In terrazza con Calvino è un format “da balcone” che ho improvvisato durante la strana quarantena che ci ha costretti tutti in casa durante il mese di marzo 2020. Pochi gli ingredienti: l’improvvisa attenzione ai terrazzi e ai balconi, l’altrettanto repentina corsa ai video, streaming o no, per parlare di arte e cultura dalle proprie abitazioni, essendo tutti i luoghi deputati – dai teatri alle librerie – chiusi, e infine l’associazione tra spazi rialzati, sguardi e Italo Calvino, cuore dei miei studi e della mia tesi di dottorato.

Così ho preso la videocamera, il cavalletto, e ho tentato la via del terrazzo: tra un ficus, un innaffiatoio arancione, vento freddo e primavera che si annunciava tra i richiami degli uccelli, ho improvvisato alcuni video che restituiscono le possibili tappe di un percorso. Certo, andrebbe approfondito, andrebbero letti testi, andrebbe aggiunta la critica, la riflessione. Ma nei tempi dei social tutto questo non è concesso, e nemmeno nei miei tempi tecnici che hanno fatto di questo mini format una piccola palestra per capire come funzionano i video online, l’abc del montaggio e di questo linguaggio di comunicazione immediato con cui non avevo dimestichezza.

Ci ho messo la mia faccia, che non sempre è risultata professionale o sicura: pazienza, fare video non è mai stato il mio mestiere, nemmeno performare davanti a una videocamera. Ci ho però anche messo le mie conoscenze sugli argomenti di cui via via ho abbozzato letture. Il fil rouge era proprio quello dei terrazzi, come ho spiegato nel video iniziale, si trattava di ricostruire un percorso legato alla presenza del terrazzo e dei punti di vista rialzati nella narrativa – e non solo – di Calvino, una postura particolare, una “posizione” dello sguardo il cui riflesso cognitivo è un modo di guardare il mondo.

Di questo atteggiamento è testimone il signor Palomar, di cui ho parlato nel secondo video del format In terrazza con Calvino. Un’intera sezione della raccolta di racconti è titolata significativamente Dal terrazzo. In particolare è uno dei tre racconti della sezione a occupare la riflessione: Palomar osserva gli uccelli e si interroga sulle differenze tra il suo e il loro modo di guardare il mondo, sulle reciproche possibilità di visione, e dunque di conoscenza.

Nel terzo video la parola passa a Cosimo Piovasco di Rondò, per i calviniani affezionati Il barone rampante. Non ci sono terrazzi né balconi, in questo racconto, ma punti di vista alti e per questo privilegiati, capaci di garantire una visione allargata delle cose e del mondo sì. Sono gli alberi, i metaforici terrazzi sui quali Cosimo passerà la vita intera senza mai scendere, trasformandosi in una strana figura di uomo-uccello il cui punto di vista, ancora una volta, cerca la diversità, aspetto narrato dal fratello Biagio, rimasto a terra.

Come fare a pronunciare in video il nome Qfwfq? Il protagonista innominabile di Ti con zero mi ha dato qualche problema tecnico nel video numero quattro, che ho dedicato al racconto cosmicomico L’origine degli uccelli. Ancora punti di vista differenti, ancora sguardi che, grazie alle ali, possono andare oltre, trasportare su altri mondi, aprire gli occhi su conoscenze impensate prima. Senza dimenticare un accenno alla scienza e alla competenza scientifica, un aspetto che, in tempi di quarantena, è balzato agli occhi per la sua fondamentale importanza.

A proposito di metodo, impossibile non parlare delle Lezioni americane, delle quali ho citato nel quinto video la Leggerezza, che ha per protagonista l’alato Perseo, capace proprio come gli uccelli di elevarsi sopra le cose, e di conseguenza di restituire quella necessità di uno sguardo altro, più ampio, capace di contemplare una porzione di mondo più vasta, possibilmente in maniera oggettiva proprio perché alta, staccata cioè dalla soggettività terrestre di un osservatore qualunque.

Infine, lo scritto che più amo di Italo Calvino, Dall’opaco, raccolto in La strada di San Giovanni. Un racconto che non è tale ma è un’unica grande e splendida descrizione. Di cosa? Di uno sguardo, ancora una volta affacciato da un balcone, una posizione rialzata, e per questo privilegiata. Impossibile parlarne con completezza nei pochi minuti dell’ultimo video del format, ma ho lo stesso cercato di restituire qualche coordinata di questo scritto autobiografico che è il cuore dei miei studi, e forse un po’ il cuore della teoria di Calvino stesso, il segreto del suo modo di guardare il mondo. Dal terrazzo.

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!