Oggi è la domenica delle Palme, la prima, da che ricordi, in cui non mi affretto con la palmetta verde chiaro, tenera di intrecci e parmuleri, giù verso la chiesetta sul mare, tra vestiti leggeri per accogliere la primavera e la sesazione che stia per iniziare una settimana dimessa, ricca e però tranquilla. Pasqua è alle porte, quest’anno sarà stranissima e il sentimento è quello di una grande mancanza: mi mancherà lo scandire del tempo della Settimana Santa, mi mancherà scapicollarmi su un treno per essere a casa il Giovedì, aspettando cinque soli giorni di calma.

Qui intanto è tutta calma, tutto sereno. La giornata è splendida, ho l’impressione che questo modo di vivere stia entrando nelle corde della normalità. La mattina scorre placida, guardando la messa del papa in tv, col pigiama, il pc sulle ginocchia, un po’ di sconcerto, molta distanza, il pensiero di Roma, una bellezza struggente, una mancanza enorme.

E poi nient’altro, nient’altro che una fuga verso la campagna, la bolla di sole e silenzio e bellezza. Tutto è fiorito, tutto è accarezzato dal sole, il primo sole caldo dell’anno. Un amico mi invia tre foto, mi racconta che ha ripreso in mano la macchina fotografica e quel che vedo sono un ulivo, un limone, un gatto, anzi, una gatta. Mi viene da sorridere: quanta Liguria in tre immagini senza bisogno di aggiungere altro.

Aprile in Liguria è così: delicato, incantato. Incantevole come l’aprile del romanzo di Elizabeth Von Arnim che oggi concludo nella postazione migliore per questa lettura, il mio gradino di ardesia al sole, circondato da fiori e profumi. È davvero perfetta questa lettura, la trovo intelligente, acuta e ironica insieme, deliziosa, appagante, serviva. Il glicine oggi sparge nell’aria per la prima volta la sua dolce fragranza, intorno ronzano api e calabroni attratti dalla dolcezza e al lavoro. Ripenso a quando leggevo lì, sotto al pergolato, preparando esami all’università. La gatta mi saliva sulle ginocchia, anzi, sul libro che avevo aperto sulle ginocchia, voleva le coccole e non mi faeva leggere. Era un periodo dolce, sereno e rilassato.

Potrebbe assomigliare a oggi, nonostante tutta una nube di tensioni che sono andate alimentandosi? Anche tra i gatti crescono le tensioni: ce ne sono tre, una è quella “di casa”, gli altri si avvicinano per mangiare sapendo che troveranno cibo, ma hanno paura, Osservano guardinghi e spaventati, si guardano, non spostano gli occhi, scappano se noi umani ci avviciniamo, una ci soffia, arrabbiatissima. Quanta fatica, sembra un palco teatrale percorso da relazioni tra gli attori: non si perdono di vista un secondo, tutto è collegato.

E se questa vita da gatti diventasse la realtà? Mentre sta per calare il sole addirittura mi trovo nell’inedita veste di innaffiatrice, la manichetta in mano e tutta la vita vegetale che c’è da sostenere e aiutare, da curare. Sono un po’ impacciata, ma mi riprendo presto. Mi piace, respiro, è come fare un salto bellissimo indietro, nella calma, quando tutto era diverso. Ma diverso come? La domanda su quel che ci separerà dalla dimensione precedente dopo questa sciagura sanitaria ricorre, solletica, resta in ombra ma in effetti permea tutto. Un futuro che non si vede, un passato che bussa, ritorna a ricordare com’era e come è stato, un presente di interrogativi, ma costellato di azioni con le mani, delle mani.

La visione delle mani, i profumi delle erbe aromatiche, la delicatezza dei petali che si chiudono al tramonto, il sole che accende i prati, il lilla del glicine che profuma l’aria, le prime piantine, piccole, che fanno capolino nei vasi. E se fosse tutto questo? Come tenerlo in vita? Potrebbe avere spazio, potrebbe durare?

La sera smetto di pensarci, ci sono I delitti del Bar Lume e torno a leggere, come se non mi affliggesse alcun pensiero, come se fosse tutto normale, in una domenica delle Palme senza fedeli in chiesa.

Dal baule dei ricordi: Cose e rose, Luca Barbarossa

Ama quel che sei ama quel che sei
il resto lascialo alle spalle
ama quel che sei ama quel che fai
e senti il sole sulla pelle

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Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!