Confesso che ci è voluto un po’ prima che Arthur Less mi convincesse. Lui, che di Lessromanzo di Andrew Sean Greer edito da La nave di Teseo – è il protagonista indiscusso fin dal titolo, non era in effetti semplice da afferrare impacciato e scompaginato com’è, bisognava conoscerlo un po’. E allora ho insistito, sono andata avanti, finché il nodo si è sciolto: a metà libro l’orizzonte si è schiarito, ho anche iniziato a divertirmi.

Così mentre i disastri di questo personaggio di cui ora cercherò di narrarvi si andavano gonfiando, e l’autostima vacillava, e i fallimenti sembravano averla vinta sul senso generale della sua vita, ho scoperto che è proprio come dicevano le critiche riportate in quarta di copertina: questo è un romanzo di rara ironia, e non sarebbe tale se non riuscisse, con sensibilità, a ridere e scherzare intorno a un piccolo dramma.

Arthur Less è uno scrittore semi-fallito, sta per fare il salto dei cinquant’anni ed è appena stato lasciato dal fidanzato, che per agevolargli il tutto decide di sposarsi. Cosa fare, accettare l’invito al matrimonio? Certo che no, tra l’orgoglio ferito e il senso di vuoto che prova dopo essere stato abbandonato dal suo compagno di parecchio più giovane, Less opta per una soluzione ben più creativa. Radunate vecchie lettere, messaggi e inviti a presentazioni e conferenze varie, allestisce un diabolico e scalcagnato giro del mondo in cui toccherà un sacco di posti e, volo dopo volo, valigia dopo valigia, libro dopo corso dopo premio e dopo relax, passerà indisturbato la soglia dei 50 anni, lontano da chi lo ha ferito e forse lontano anche da se stesso, il pericolo più grande.

Pronti, partenza, via. Si inizia da New York, città dove l’assurdità della presentazione letteraria in maschera che lo vede protagonista già inizia a dipingere un contesto chiaro. Ma, soprattutto, esperienza dalla quale iniziamo a capire che tra le idee e i piani di Less e la percezione di lui che ha il mondo c’è uno scollamento, lo scollamento della mancanza di fiducia in sé. Credendo di essere un fallito, Less non sogna nemmeno di essere conosciuto o riconosciuto, finendo per infilarsi in diverse situazioni al limite del paradossale. Nel frattempo, il rancore per il fidanzato fedifrago non lo abbandona, e ogni tanto gli monta come in un conato, con tanta violenza da strapparlo alla realtà dove si trova. L’effetto di scollamento, e relative incomprensioni e fraintendimenti fanno parte ovviamente dell’ironia che avvolge tutta la narrazione, che è poi un viaggio alla ricerca di sé. L’amore che vacilla, la soglia anagrafica significativa, il nuovo libro da completare: sono tanti gli scogli che si sollevano davanti a Less, e lui per evitarli sceglie di viaggiare. Pensando forse di prenderli di sbieco, fregarli, svicolare la salita, e finendo per aver fatto il giro del globo ritrovandoseli sempre lì, pronti a sfidarlo, tappa dopo tappa.

Eccolo qui mentre passa in rassegna il suo guardaroba: jeans neri per New York, kaki per il messico, abito blu per l’Italia, piumino per la Germania, lino per l’India; è un travestimento dietro l’altro. Ogni mise è un personaggio, e un personaggio in cui lui si cala: Less il gentiluomo, Less lo scrittore, Less il turista, Less l’hipster, Less il colonialista. Ma dov’è il vero Less? Dov’è il ragazzo terrorizzato dall’amore? Il serissimo Less di venticinque anni prima? Be’, quello alla fine non l’ha messo in valigia. Dopo tutto quel tempo, Less non sa neanche più dove l’abbia nascosto.

A colpirmi di questo romanzo è stata la voce narrante, e a ben vedere non è infatti una scelta banale quella fatta dal narratore, lo scoprirete solo arrivando in fondo: non vi anticipo nulla perché una parte generosa del gusto di questa lettura svanirebbe. Dirò però che la narrazione ha un tono volutamente ironico, parte integrante del riso con cui accogliamo la goffaggine di Less e il suo costante essere fuori luogo non capendo le situazioni, arrivando alla soluzione degli intrecci sempre un secondo dopo gli altri, non sapendo rispondere del tutto razionalmente ai segnali del suo corpo. Il narratore ce lo presenta: guardate, guardate quest’uomo, dice esplicitamente rivolgendosi a un generico pubblico alla seconda plurale. Il coinvolgimento è assicurato e, visto il tono da presentatore anche l’indubbia ironia dei quadretti di cui questo squattrinato, dinoccolato e biondo autore americano, che per giunta è anche gay, si rende protagonista.

Il tema dell’omosessualità scivola nel libro come dato di fatto: non ci sono “problemi”, non c’è barriera, visione ghettizzata. Less è gay, e vive nel mondo e in mezzo agli altri. Personalmente mi è capitato raramente di solcare questo tema con una leggerezza fiduciosa del genere, e l’ho apprezzato. Less infatti non è una sorta di reietto, in qualche modo marchiato perché gay – come se fosse tale perché biondo, perché scrittore, perché americano. Semplicemente, Less è Less: frequenta scrittori di una determinata cerchia che, gay o no, riescono in ogni caso a metterlo a disagio a causa dei problemi di autostima che ha con sè. Lo stesso dicasi per le relazioni, che Less vive sempre con una punta di dubbio, una specie di microfragilità che, aggiunta a un po’ di sfortuna, lo rende quello che a noi lettori fa sorridere e pensare “ma guarda sto poveretto”. E così a Less, per quanto ogni tanto venga da dirgli “ma dai, ma non puoi fare così!” finisce che ci affezioniamo. Lo sa bene anche il narratore, che ride e scherza, lo osserva compartecipe e spesso lo vede far danni senza aiutarlo o evitargli spiacevoli situazioni, ma che lo lascia agire per gustarsi lo spettacolo.

In ogni tappa del suo viaggio Less insegue i suoi bui e i suoi problemi e si arrabatta in nuove storie: situazioni assurde, incidenti come restare chiusi fuori di casa  o piantarsi un ago in un piede, e poi flirt e storie più o meno serie, lezioni in tedesco tentennante, tempeste di sabbia in un Marocco che sembra una Svizzera alpina, ristoranti che sembrano al termine dell’universo, e invece sono in Giappone. Mentre le esperienze si accumulano e la testa ribolle, la valigia intanto si svuota, maschera dopo maschera. Ed è così che tra un volo e l’altro Less saluta le sue mise, le sue finzioni con cui sorridere al mondo celando il suo disappunto e il suo sentirsi inappropriato e in colpa, sbagliato. Finché perde anche il suo vestito blu, l’abito che lo faceva essere Less, quello con cui è ritratto nella divertentissima copertina, che è la stessa – credo – anche nella versione americana del romanzo.

Mentre vola giù avvolto nel blu elettrico con fodera fucsia, lui che è biondo e quell’abito lo indossa alla perfezione nella generale approvazione altrui, di cui ha bisogno, Less perde fogli, pagine di romanzi che svolazzano. Perché in fondo, mentre attraversa il mondo per attraversare se stesso e i suoi 50 anni, e riscoprirsi senza vestiti, valigia e senza amore in cui specchiarsi per stare in piedi, Less è uno scrittore. Alla scrittura, al mondo dell’editoria, alle sue dinamiche spesso sotterranee e talvolta ipocrite, strizza l’occhio consapevole e ammiccante questo divertente romanzo, che ricorda, a Less come a tutti noi, che a poco serve l’approvazione delle comunità e della nostra figura avvolta nell’abito blu, quando senza quell’abito e senza quella comunità non troviamo da soli la forza per dare corpo alle nostre parole, alla nostra storia, a noi.

Ed eccola qui la piccola vena realistica, un po’ drammatica perché vera e pulsante, dietro la brillante costruzione ironica di questa fiction. Fidatevi di Less, e superato lo scoglio delle prime pagine vedrete che guardare da fuori i suoi scogli, e inseguirlo mentre attraversa il globo in cerca di esperienze assurde per cercare di colmare i propri vuoti, si rivelerà un viaggio altrettanto spassoso.

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!