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Tutti scrivono di Italo Calvino. È il 2023, l’anno che segna il centenario dalla nascita dello scrittore italiano più noto del Novecento, e il florilegio di riedizioni, testi critici e libri che, in generale, indagano aspetti della vita e della poetica dello scrittore oppure trovano pretesti per farlo, andando ad affollare gli scaffali delle librerie, sono davvero molti. Ma che dico: moltissimi. Dall’inizio dell’anno calviniano, come chiamo nella mia testa questo 2023, sto cercando di inseguire le varie uscite editoriali per non perdere nulla che riguardi uno scrittore che ho letto, che mi colpisce sempre profondamente, e che ho studiato a lungo per la mia tesi di dottorato discussa nel 2016. Perché questa ossessione per i libri su Italo Calvino, e perché un dispendio energetico (ed economico) così notevole? Forse per mera bibliofilia, può darsi. O forse perché ricordo gli sforzi, davvero grandi, nell’orientarmi in una bibliografia che già durante…

Che estate sarebbe senza mare? Difficile immaginarlo in un paese come l’Italia: oltre ottomila chilometri di costa e un susseguirsi di paesi, litorali, paesaggi e civiltà. C’è l’estate vivace della Versilia, quella tutta colori pastello di Varigotti, quella affollata di Riccione e quella sorprendente della Riviera del Conero, quella metropolitana di Ostia, c’è l’estate isolana, nelle sue tante sfumature, quella di scogli e quella di sabbia, quella di cemento ai bordi della città, quella della spiaggia selvaggia, da conquistare. E poi ci sono le persone che quelle estati e quelle spiagge italiane le popolano: balneari, bagnini, gelatai, venditori di angurie e pescatori, baristi e camerieri, affittacamere e turisti italiani, avvezzi, magari proprietari di una seconda casa, oppure stranieri, non solo rispetto ai confini nazionali ma a quelli regionali. Ogni regione, ogni tratto di mare, ogni posto, qui, è un microcosmo. Un ventaglio di umanità sempre uguale a se stessa, o…

Giugno, una spiaggia dorata dal primo sole, un poco di brezza, giusto quel che occorre a interrompere il blu turchese del mare con qualche striatura bianca. Sì, l’ambientazione era perfetta: l’ideale per leggere Lungomare nostalgia, il nuovo romanzo di Andrea Malabaila da poco uscito per Edizioni Spartaco e che mi ero procurata già in anteprima al Salone del libro di Torino guidata da una grande curiosità. Parere a caldo, condiviso privatamente via messaggio con l’autore e poi qualche ora dopo su Facebook: quanto ho pianto! Ma, come scrivevo, sono state lacrime piene, belle, lacrime di commozione per un riconoscersi pressoché in ogni pagina di una storia che va avanti e all’indietro insieme, e che ha la tenerezza, la delicatezza e tutto il peso della responsabilità di raccontare un nonno. Tutto parte (anche) dalla copertina Fin dalla copertina, Lungomare nostalgia mi è sembrato bellissimo e ho deciso di volerlo leggere. Innanzitutto…

Moto da luogo, il complemento che indica un luogo dal quale si arriva, e a volte si arriva per ripartire, verso un altro luogo, con un complemento di moto a (verso) luogo. Arzigogolando tra grammatica e pensieri mi pare giusto iniziare così a parlare di Dall’orto al mondo, di Barbara Bernardini, pubblicato da Nottetempo. Un prezioso libro che avrei difficoltà a etichettare in una libreria, ma il cui sottotitolo dice molto per cavarmi d’impaccio: “Piccolo manuale di resistenza ecologica”. Un manuale, quindi? Forse, ne ha diversi tratti. Un libro sull’ecologia? Se vogliamo, anche. Un racconto di resistenza? Decisamente sì, una resistenza che ha a che fare con la consapevolezza, con la lentezza, con il recupero di uno sguardo naturale, con un nascondiglio tra le fronde, con l’odore delle foglie di pomodoro e con il ricorso al calendario della luna e delle semine. Sembrerà banale parlare di orto, ma con Barbara…

Cosa succede a una famiglia di tre fratelli quando i genitori, ormai settantenni, decidono di divorziare? La domanda che dà il la a “Una famiglia moderna” di Helga Flatland (Fazi) è, nella sua banalità, questa qui. Tutto prende forma nella sorta di prologo che precede l’avvio del romanzo: una vacanza in Italia (i protagonisti sono norvegesi) per festeggiare il settantesimo del papà, una cena carica di aspettative tutti insieme e, nel mezzo della tavolata che tiene insieme relazioni, sentimenti, emotività differenti e aspettative coltivate da decenni di matrimonio e vita familiare, ecco la deflagrante notizia. Da qui, a catena, seguiamo la famiglia di Liv (la sorella maggiore), Ellen (quella di mezzo) e Håkon (il più piccolo) per qualche anno e ne esploriamo pensieri, mutamenti, dubbi. Le facce del prisma Il sorprendente pregio di questo romanzo – uno dei tanti – è che è costruito non per capitoli in forma classica,…

Era autunno; qualche albero era d’oro Siamo nella Torino mai nominata della Nuvola di smog di Italo Calvino, ho ascoltato questa frase – questa immagine – poche ore fa e ancora mi risuona tra gli occhi e la mente. Succede così perché mi ricordo la scena del romanzo, il protagonista arriva in quello che possiamo immaginare come il quartiere bene, ricco di verde, di Crocetta, in una giornata di autunno (vabbè, sì, lo confesso: me la ricordo perché l’ho utilizzata per Torino di carta). Ma succede anche perché ho ancora stampato nello sguardo il giallo-oro degli alberi di giganti di piazza Cavour, a Torino, che ho fotografato qualche giorno fa. Calvino, chi frequenta queste lande telematiche lo sa, è una mia grande fissazione, ma è pur vero che la maestosità e il colore degli alberi d’autunno in certe piazze, viali e parchi di Torino lascia sempre stupefatti, con gli occhi…

Sabrina Mugnos l’ho scoperta con una delle letture più appassionanti degli ultimi anni: Draghi Sepolti, uscito per Il Saggiatore, è un testo di saggistica che raccontando i più grandi e affascinanti vulcani d’Italia, e i viaggi attraverso cui l’autrice li ha esplorati, disegna la mappa di un viaggio umano intrecciato con emozioni e persone. Mi ero innamorata di quel libro e del suo stile, del modo con cui, di “pancia” ma senza dimenticare il rigore scientifico, Sabrina Mugnos raccontava una delle sue grandi passioni, contagiando il lettore. Ora Sabrina è in libreria con un nuovo volume sempre pubblicato da Il Saggiatore, Atlante del Grande Nord, che apparentemente parla di tutt’altro rispetto ai vulcani ma che, ne sono convinta, è uscito fuori dalla stessa caldera di entusiasmo per la conoscenza, passione per l’avventura e sguardo abituato, come una spugna, ad assorbire quel che di meraviglioso incontra. Si tratti di fatti di…

È il 2022, febbraio sta finendo ed è scoppiata la guerra. Non per metafora, non in un posto lontano da casa – l’Europa, per me – ma qui a due passi, un’invasione che semina angoscia tra le coscienze, orrore nelle immagini e la cui eco suona come un sinistro “terza guerra mondiale”. Non sono giorni facili, sono piuttosto collosi di angoscia per eventi che sembrano sfuggire al controllo razionale, al senso che potevamo esser certi di attribuire alla realtà. Lo sono per i racconti dei telegiornali che riattivano conoscenze scolastiche della geopolitica e fanno tremare. Catene causali, catene di auto in fuga, treni assaltati e i fucili, i missili, i messaggi, i morti. La disperazione, i confini, i pianti e l’incertezza che domina sovrana sull’est Europa e su tutti noi. Non lo so cos’è la guerra, non l’ho mai vissuta. Ipocritamente non penso con questa tonante paura nel petto all’Afghanistan,…

Torno sul tema dell’isola per legarlo a qualche riflessione e lettura dedicata a Italo Calvino. Ho iniziato questo percorso nella tappa numero uno di un viaggio per l’arcipelago calviniano che è nato dalla suggestione visiva del progetto Atlante Calvino, di cui ha raccontato più volte il Corriere della sera. Nella precedente puntata – come direbbero in tv – mi ero soffermata su un racconto tratto da Gli amori difficili per indagare, con la scusa dell’isola del sud descritta, il rapporto dello scrittore con la realtà percepita e quella riportata sulla carta. Un tema cardine di tutta la poetica di Calvino, quello tra mondo scritto e mondo non scritto. A un certo punto di quel racconto, l’Avventura di un poeta, il protagonista veniva come soffocato, annebbiato da un groviglio oscuro di parole e parole, una sorta di foresta intricata che si ramificava come una cortina a impedirgli di descrivere la realtà…