Grazie: basterebbe una parola a descrivere un libro e le magiche onde che sfogliare e leggere le sue pagine ha creato. Un mare: un mare di cose che sapevo senza sapere e che adesso sono limpide, risuonano, e sono certa mi aiuteranno. Non sapevo come altro esordire per parlare di un libro delizioso che mi ha un po’ cambiato la vita, e questa è una caratteristica assai rara per un libro.

Il libro è Nella stanza dei sogni, l’ha scritto Pietro Roberto Goisis, psichiatra e psicanalista, e lo pubblica Damiani editore (del quale avevo già letto l’ottimo libro di Mafe de Baggis). Un concentrato di empatia e umanità, mi viene da ripensarci in questi termini. Di cosa si tratta? Non è narrativa, non è saggistica, non è nemmeno del tutto divulgazione: è una cosa unica, il racconto di una persona che intreccia insieme la propria esperienza professionale e umana (e non potrebbe essere che così) restituendo un quadro – meglio: una stanza – su una disciplina di cui di solito si sa poco: la psicanalisi.

Nella stanza dello psicanalista

Goisis è uno psichiatra e psicanalista con decenni di esperienza che in questo libro racconta come un viaggio professionale carico di tappe: gli inizi, gli errori, le scoperte, le esitazioni anche, le persone, l’incontro con loro, ogni volta diverso. Il tutto filtrato da quello spazio speciale che è la stanza: lo studio dell’analista. È una stanza reale, quattro mura e un arredamento studiato nei dettagli come setting di lavoro, ma è anche una stanza metaforica: luogo della mente, approdo verso una cura, spazio da costruire nella relazione e nel dialogo, quel legame speciale che si costruisce tra analista e paziente.

L’autore ci porta alla scoperta di questo spazio unico, una stanza dove racconta di aver passato un sacco di tempo, un luogo protetto, riservato, dai confini liberi seppure regolati da una sorta di copione. È quello che si impara, insieme, tra analista e paziente: l’incontro nella stanza. “So che chi arriva percorre strade, prende mezzi, trova faticosamente il tempo”, scrive Goisis. La stanza è un luogo da raggiungere in un percorso che è già un avvio della cura, un volere o un potere, a seconda del punto di vista, direbbe Greimas analizzando le modalità.

Restando nella terminologia che mi è cara, quella della semiotica, la stanza è uno spazio eterotopico: varcata la soglia avviene una trasformazione, quella da persona a paziente. È un passaggio che non resta neutrale ma si “sente”: può essere piacevole, ostico, fastidioso, ma c’è, viene rimarcato dalla scenografia, dalle soglie – il portone, la sala d’attesa, l’analista che arriva a chiamare -, finché si entra nella stanza. Una stanza che ha quindi confini, identità e temi tutti suoi, staccati dal resto. È lo spazio dove l’eroe performa, quello dove la missione conferitagli dalla narrazione ha luogo e dove, con buona probabilità, ci si trasforma. Non è quello di partenza, nemmeno quello del riconoscimento finale: è uno spazio speciale, come dicevo prima, dove nessuno sguardo estraneo si intrufola, e per questo spesso velata di misteri. Cosa succederà mai, in quel luogo che custodisce dialoghi tra persone, silenzi, scoperte e a volte lacrime?

La mia stanza mi tiene, mi definisce, mi contiene, mi sostiene, diventa complice. È un luogo che, molto prima di diventare il “mio” campo di gioco, ho frequentato quando ero io il paziente, per la mia analisi personale

Niente è casuale nella stanza dei sogni: è un ambiente confortevole, studiato per essere tale, luogo sicuro pieno di dettagli che, conferma l’autore “sono il mio modo di accogliere”. Mi sembrava impensabile ragionare su uno spazio come parte integrante di una terapia che scende nei meandri della mente delle persone, accogliendole con ascolto e dialogo. Invece è proprio così: lo spazio è un elemento decisivo: è lì che si viene accolti, lì che la cura che probabilmente inizierà (ma non è detto: potrebbe anche terminare o incepparsi) prende il via. Per questo ogni dettaglio della stanza ha un preciso valore, le conferisce un’identità che poi “è ciò che restituisce al terapeuta la vera sicurezza, la libertà di poter sperimentare, oltre i rigidi copioni prestabiliti”.

Nella stanza di Goisis restituita sulla carta delle pagine ci si sente ugualmente accolti: con i racconti dell’autore si esplora infatti delicatamente, attraverso aneddoti e riflessioni, cosa significhi fare analisi, sia dalla parte di colui che accoglie, il terapeuta, sia dagli occhi di volta in volta spaventati, insicuri, ironici e confusi di chi un giorno, per mille motivi e più, decide di entrare nella stanza.

Sguardi e punti di vista in dialogo

La voce di Goisis restituisce lo sguardo e la profonda umanità ed empatia dello psichiatra e psicanalista: è accogliente, in ascolto e presente, rassicurante nella sua comprensione di tutto quello che la stanza offre. Goisis è, più banalmente, una persona che ama il proprio lavoro: forse non potrebbe essere che così, vista la natura di una professione che prevede il confronto quotidiano con la varia umanità nella stanza. Leggendo il libro questa considerazione si fa certezza, è un’onda di energia positiva che pagina dopo pagina si fa ben visibile. E accoglie il lettore ignaro di analisi e dei suoi “rituali”, proprio come accade ai pazienti sulla soglia della stanza.

senza una stanza, anche solo ricavata provvisoriamente nella propria abitazione, non ci potrebbe essere alcun paziente

Non ci potrebbe essere, però, nemmeno un terapeuta. Non a caso il sottotitolo del libro è: un analista e i suoi pazienti. Se infatti la stanza è il luogo speciale dell’analisi dentro il quale Nella stanza dei sogni di Goisis ci porta per mano, la stanza è tuttavia anche uno spazio più impalpabile delle mura, dei quadri appesi, del lettino. È un luogo di incontro, il luogo della relazione che definisce i ruoli, che accoglie e sviluppa due voci a confronto, due umanità legate da un vincolo.

Sulla natura di questo vincolo Goisis si interroga e dà qualche risposta, permettendo anche a quelli come me che niente sapevano di analisi, di capire di più su un mondo della mente al quale, distrattamente, si tende a dare poco credito, affamati di luoghi comuni e forse privi di una guida che spieghi e racconti un processo ogni volta unico perché calato nella relazione tra due persone. Questo libro lo fa, ed è quindi un racconto prezioso tanto quanto ogni dialogo e ogni esperienza raccontata dal suo autore.

In particolare, il talento di Goisis nel restituire la delicatezza di questo universo e i suoi mille sguardi è quello di calarsi nei panni dei pazienti. Lo fa con un espediente letterario curioso: alcuni casi sono infatti raccontati da lui, con la sua prospettiva e aneddoti personali, emozioni, anche fastidiose, preoccupazioni, curiosità. Altri, invece, hanno la voce del paziente, e restituiscono quadri di enorme realismo. È come se Goisis leggesse nei pensieri delle persone, come fosse nella loro mente e ne intravedesse remore, affetti, emozioni di tante specie.

forse siam solo dei traghettatori che trasportano i viaggiatori per quel tratto di strada o di tempo di cui necessitano, li caricano da una sponda, più o meno agevole, e li portano a destinazione, là dove ambiscono arrivare. E poi si torna, come navette, al punto di partenza, pronti per un altro viaggio

La stanza delle parole

La “doppia direzione” del punto di vista in questa storia, fatta di tante storie, è poi l’elemento fondativo del rapporto tra gli interlocutori dentro la stanza dell’analista: una partita a tennis (sport non casuale, lo cita anche Goisis), la pallina che va avanti e indietro tra uno e l’altro interlocutore. E chissà cosa determinerà l’andamento della partita, in questo scambio che diventa una vera e propria relazione e mette in gioco emozioni e cambiamenti. Nella stanza avviene tutto questo: si cambia, ci si scopre. Non accade solo al paziente, ma anche all’altro polo dello scambio, l’analista. Ed è questo sguardo, sempre doppio, a sé e alla persona che si ha di fronte e che chiede aiuto, a dare la magia a questo libro: il conoscersi, l’esplorarsi, come uomo e come analista. La stanza permette anche questo tra le sue mura protette.

È curioso scoprire cosa accade al terapeuta durante lo scambio: durante le parole, il percorso, i momenti prima e dopo ciascun incontro, persino durante le vacanze, in costante confronto con i bagagli emotivi delle persone, le ambizioni personali e degli altri, i sogni persino, il confronto necessario con la realtà, le necessarie “verifiche sull’andamento esistenziale” di pazienti a cui in fondo ci si affeziona. Si legge, ed è bellissimo, tutta la relazione umana: la sua unicità, fallibilità, specificità, la sua bellezza mai uguale. Lo si fa attraverso le parole che raccontano un dialogo fatto, anche lui, di parole.

La stanza delle parole: così mi piace immaginare la stanza dei sogni di Goisis, quella di ciascun analista. Un luogo stranissimo che spesso va frequentato per essere compreso, ma del quale uno scorcio profondo è regalato da Nella stanza dei sogni, un libro che mi resterà dentro a lungo con tutte le sue voci, con la sua umanità, la sua simpatia, una parola che non a caso significa “sentire con”. Ho sorriso tanto, mentre leggevo questo libro. Tra le tante cose imparate pagina dopo pagina resterà infatti, sorta di sorriso interiore, il conforto delle parole dell’autore, la sua capacità rara di mettere insieme medicina, empatia, arte, quotidianità ed emozioni. Umanità, potremmo dire. Potere dell’analisi?

 perché questa psicanalisi, una volta che l’hai incontrata, ti resta dentro per sempre, tanto che le parole escono dalla stanza e si fanno la tana da qualche parte nei tuoi pensieri e commentano le tue scelte […] una sorta di dialogo interno […], qualcuno con cui puoi sempre parlare, ogni volta che vuoi, e non solo quando si apre la porta della sala d’attesa ed entri nella stanza

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!