Non conoscevo Mafe de Baggis fino al giugno 2020, quando è stata protagonista di una lezione della masterclass di Slow News, tra le mie personali iniziative salvagente in un anno in salita e di cambiamenti enormi. Chissà quindi se Enrico Damiani Editore e il suo ufficio stampa mi avrebbero convinta lo stesso a leggere Libera il futuro. Quindici lezioni dal digitale per migliorare il nostro mondo, il nuovo libro di Mafe de Baggis, se non avessi saputo chi è l’autrice. La risposta non la ho, ma intanto questo libro l’ho appena finito e ho maturato una certezza: meno male che l’ho letto!

Si tratta di una sorta di manuale che deve la sua esistenza ad anni di riflessioni, impegno personale e sofferta e al tempo stesso ambita vita da freelance. Un libro di una creativa fatto per solleticare tutti, ma in particolare proprio i creativi, chi cioè vive spesso a disagio, spesso inciampando, nel e col mondo digitale dal quale potrebbe invece trarre grandi vantaggi. Un libro che ho inserito all’instate in una nuova categoria di scritti cui devo ancora trovare un’etichetta, ma che hanno lo straordinario potere di chiamarmi in causa come se mi conoscessero, esplorassero i miei problemi e i miei punti interrogativi e riuscissero a sciogliere dei nodi, srotolarmi sotto il naso una nuova visione. Soprattutto, darmi la gioia, e la voglia, di ripartire consapevole che quello che sto facendo, che intuisco e cerco di mettere in atto, e per cui spesso combatto, non è altro che la vita che mi rispecchia: sono io.

Mafe de Baggis e le idee per un mondo migliore

Mafe de Baggis è una consulente digitale che da anni frequenta la rete e quello che oggi definiamo mondo digitale, che lo ha visto nascere, possiamo dire, e che ne ha annusato in tempi non sospetti le potenzialità per sé e per il mondo in generale. Questo storico le fornisce l’autorevolezza e le competenze necessarie per snocciolare in Libera il futuro quindici temi – le lezioni, che sono tutto fuorché noiosaggini in forma saggistica snocciolate capitolo dopo capitolo – di estrema attualità e duttilità, ciascuno accompagnato da un piccolo esercizio. Non è un manuale, direi proprio di no: gli esercizi sono più che altro delle suggestioni, dei consigli forniti da qualcuno che ha già provato, e ha capito che può funzionare.

Ma di cosa parla, più esattamente, questo libro che così tanto mi ha colpita? Partirei proprio da qui: colpita. Non è il termine esatto, perché Libera il futuro ha in realtà una sorta di potere performativo: più che colpire, far scattare flash nella mente, questo libro ha il potere di attivare. Credo la mossa si realizzi in due movimenti. Primo: capisci di non essere l’unico che pensava certe cose. Secondo: Mafe de Baggis le mette insieme, queste cose, e dà loro la forza di una possibilità.

Queste cose, più propriamente, sono idee, modi di gestire vita, lavoro e creatività che popolano le singole giornate un po’ di tutti, ma massivamente quelle di chi, come l’autrice, come me, come tantissimi altri, lavora nel mondo della comunicazione o tenta di farlo, spesso da freelance. L’assunto di base da cui parte questo libro è che non è vero che la tecnologia digitale ha rovinato tutto ed è meglio rimpiangere il passato. A determinare la differenza – dunque il cambiamento – non sono tanto le tecnologie quanto noi, il nostro atteggiamento verso le suddette tecnologie, ancora prima il nostro porci nei confronti del mondo e degli altri.

La vita che desideriamo a portata di mano

Grazie alla digitalizzazione, progettare la vita che desideriamo davvero è più alla nostra portata di prima

Questione di mindset, di prospettiva e visione sul mondo. Mafe de Baggis invita con questo libro a fare una cosa apparentemente banale: cambiare il modo di vedere il mondo. Come indossare un paio di occhiali nuovi, capaci di rivelare che la realtà ha molte più possibilità di quelle di cui ci eravamo accorti, e sulle quali forse ci eravamo adagiati, un po’ delusi un po’ cinici e un po’ stanchi.

Non c’è dubbio che quella del 2021 sia una realtà complessa, impossibile da controllare, ma sta qui il segreto suggerito da questo libro: non tanto inseguire la complessità della realtà, scontrandosi perennemente con l’impossibilità di inquadrarla, quando al contrario adattare questo grande mosaico a noi. Se il mondo è complesso, dice Mafe de Baggis: “tanto vale goderselo, danzando con il cambiamento che non dipende da noi e cercando di indirizzare quello che invece ci riguarda”.

Ecco che la rete ci viene in soccorso, se usata nel modo più opportuno, cioè a nostro pro, come ogni tecnologia che si rispetti. Bisognerebbe cavalcare questa possibilità per rompere le gabbie di alcuni pensieri ormai tendenti alla fossilizzazione (leggi: ah, i social, la rovina del mondo), bisognerebbe rompere l’isolamento sfruttando la rete (leggi: tutti chiusi in casa, ma tutti connessi, nonostante la pandemia), rompere una certa mentalità orientata solo al profitto. In sostanza è come potare, eliminando ciò che non va, rinforzando ciò che invece funziona. E dandogli spazio, direbbe Calvino, facendolo durare.

Invertire la prospettiva che troppo spesso soffoca le nostre giornate. Perché girare il foglio a volte illumina parti rimaste oscure, fa vedere cose che non ci saremmo sognati, fa scattare idee, scintille di creatività. Che è poi la benzina per chi, come Mafe de Baggis e quanti hanno a che fare con l’universo vario della comunicazione, digitale e non solo, e con i suoi svariati mondi, si cibino di idee, novità, pensieri e innovazioni cardine del flusso creativo.

Girare il foglio con consapevolezza

Girare il foglio: è uno dei consigli di Mafe de Baggis mentre parla di mappe e schemi per organizzare le nostre idee, i nostri processi mentali e persino i nostri impegni di lavoro, dando forma a progettualità chiare, forti. Metodi, e anche un po’ di sano cazzeggio: credo di aver capito, per esperienza diretta e confrontandomi con questo e altri libri (uno su tutti Il coltellino svizzero di Anna Maria Testane parlo qui -, che da subito ho associato a questa lettura per lo stesso potere performativo che ha avuto sulla mia testa e sulle mie idee) che un creativo e un lavoratore della comunicazione oggi non possa esimere da questa vita di apparenti alti e bassi.

Consapevolezza è una delle parole chiave per sopravvivere al logorio della vita da freelance in un mondo lavorativo che, al contrario delle professioni tecniche, ha margini assai frastagliati, carenza di definizioni sicure, ed è caratterizzato da quell’impalpabilità che rende chiunque se ne occupi il vacanziero di turno, non degno di garanzie di valore associabili al proprio lavoro. Per superare questa impasse serve grande consapevolezza, ma proprio grande. Poi, è tutta discesa… Cioè, quasi: poi bisogna rimboccarsi le maniche.

Al centro di qualsiasi miglioramento c’è l’azione, non un’idea, ma un’idea praticabile

È questo cambiamento mentale – di mindset, si diceva – che costituisce il filo conduttore di Libera il futuro. Ed è questa disposizione ad assicurarci un futuro davvero sgombro e leggero, con un aiuto in più fornito, pazzescamente, proprio dalla pandemia che tutti ha colpito a diversi livelli.

Storie di lettrici

Qualunque cosa faccia penso che leggere un libro sarebbe meglio

Questa citazione mi ha colpito come un raggio di sole in una mattinata sotto tono mentre leggevo il libro. Il verbo leggere è al centro di Libera il futuro, della scrittura di Mafe de Baggis, e oserei dire anche della sua visione del mondo. Mi sono accorta da qualche tempo che, tra lettori, ci si trova e ci si capisce. Sarà per questo che staccarmi da Libera il futuro è stato difficile: quello che ho capito da queste pagine è anche che Mafe de Baggis è una lettrice vorace, un tratto che ci accomuna, e del quale ho percepito tante vibrazioni comuni nella valanga di citazioni e rimandi che questo libro contiene. Porte su nuovi mondi da esplorare, tantissime curiosità, e la tendenza, che forse rimanda a caratteri piuttosto introversi, ad amare profondamente quei momenti di immersione profonda nelle storie e solitudine generativa che la lettura offre.

Ecco, leggendo l’appassionata – e mai termine fu più azzeccato – corsa dell’autrice in mezzo a un mondo popolato di libri, riferimenti ed esempi, mi sono sentita molto a casa. Anche io leggo tantissimo, anche io non potrei farne a meno, anche io sempre più spesso (credo si tratti di un processo che funziona per allenamento, come lo sport: più ne fai, più diventi bravo) costruisco reti a partire da visioni e mondi possibili che trovo nei libri, si tratti di manualistica, di saggi, ma soprattutto anche di narrativa. Si tratta della costruzione del mio immaginario: più è larga, inclusiva, più possibilità ci possono stare dentro.

Sembra una banalità, ma è vero che leggere rende la mente elastica, pronta a cogliere riferimenti, inviti, collegamenti e aperture su un sacco di mondi e possibilità che nel nostro piccolo mondo singolo non entrerebbero, e che invece proprio attraverso i libri possiamo vivere. Sono tutte voci, punti di vista che impariamo a conoscere e che possiamo certo sposare o rifiutare, ma che sono sempre utili a rappresentare la complessità che abita il mondo, e che ci mette continuamente in discussione. Leggere per allargare la vista, per fare entrare ossigeno, e così pensieri nuovi, sguardi inediti.

Artigiani del possibile

Non aspettare che il mondo intorno a te diventi come vuoi, inizia a vivere come ritieni giusto

È quindi possibile migliorare la propria vita e progettarla ad hoc aiutati dal digitale? La risposta di Mafe de Baggis è sì: possiamo progettare e realizzare il nostro mondo desiderabile, possiamo diventare “artigiani del possibile”, un’espressione che mi piace molto e che presuppone piena consapevolezza delle nostre scelte, del tempo che dedichiamo alle cose, dell’importanza che attribuiamo loro. Tra queste “cose” c’è naturalmente la tecnologia. Messo da parte ogni sospetto sugli strumenti digitali, che sono solo tecnologie come tante altre, non resta che pensare con attenzione al nostro atteggiamento verso di loro. Noi creiamo i contenuti che girano sui social, noi li usiamo. Male, ma li usiamo, e per questo ne tastiamo poi gli esiti che non ci piacciono e ci riempiono di sfiducia.

Per migliorare i comportamenti digitali, sostiene l’autrice, non c’è da fare altro che iniziare a fare: un invito al futuro, un futuro più libero e consapevole, che in questo gennaio 2021 nebuloso e miope proprio male non è. Migliorare il proprio pezzettino di vita, leggendo Libera il futuro, sembra davvero diventare possibile. Si lavora un po’ come piace a me, à contrainte, un po’ da bricoleur, adattando alle nostre esigenze e alla nostra forma mentis, ma pur sempre usando e non facendoci usare dai mezzi di comunicazione con la finalità di agevolare, semplificare, alleggerire il domani: liberando il futuro, appunto.

Non resta che  “sognare fortissimo, sognare come pazzi, non porsi limiti e iniziare da lì, belli carichi, a progettare qualcosa di fattibile subito con i mezzi a disposizione”. Questo libro è un invito a rimboccarsi le maniche, mettercela tutta, metterci se stessi, e procedere con piccoli ma attivi cambiamenti, visibili e palpabili. Io ho iniziato, spinta da questo libro, da una cosa salutare che rimandavo da troppo: la ginnastica, sistemata dopo la sveglia un po’ prima del solito, perché il mattino ha l’oro in bocca, e davvero tutto, dopo, sembra un po’ più possibile.

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!