Ho avuto il piacere di ascoltare dal vivo Eshkol Nevo al Circolo di lettori di Torino, lo scorso autunno. Mi ha colpito: lui, il suo modo di fare con il pubblico, il racconto del suo ultimo libro, L’ultima intervista (Neri Pozza). E dire che di Nevo avevo un romanzo in casa, mai letto, e lo avevo anche regalato in passato perché mi aveva contagiata con la sua trama. Finalmente, con l’arrivo di maggio, mi sono immersa nella lettura di questo nuovo “romanzo” (lo virgoletto perché, vedrete, non corrisponde troppo alla definizione standard) che mi ha piacevolmente sorpresa, conquistata, ha aperto nuovi mondi, tra la scrittura, la geografia, le emozioni umane. Una lettura bellissima, forte, nuova, da far venire voglia di riscoprire l’intera bibliografia dell’autore.

Il protagonista di L’ultima intervista è uno scrittore, un alter ego immaginario di Nevo? Chi lo sa: sul doppio filo cangiante della verità reale e di quella letteraria, spesso un intreccio di visioni, idee e finzioni, si giocano tutte le pagine di questo curioso libro. Curioso per la sua struttura: è una lunga intervista, idealmente concepita come metodo per affrontare un vuoto da pagina bianca, un momento personale complicato, la possibile perdita dell’ispirazione. Cosa c’è di più meccanico, e insieme liberatorio, di mettersi di buona lena a rispondere a una serie di ideali quesiti, posti allo scrittore da una fantomatica rivista web? Curiosità personali e sul ruolo di scrittore, stralci di biografia tra ricordi e vita in Israele – perché è qui che si svolge la vicenda – e intanto una storia che prende vita, e che riguarda l’oggi di colui che scrive.

C’è una moglie, ci sono tre figli, ciascuno con i problemi della sua età, c’è un amico malato terminale, c’è uno scrittore “competitor”, un viaggio, una storia: ci sono tante storie dentro questa sorta di flusso di coscienza attivato dalle domande dell’ipotetica intervista. Intorno al nucleo centrale, una trama di cui leggeremo lo svolgersi passo dopo passo, dietro a ogni risposta che ci si aspetta per definizione distante dell’autore, i kmentitore perfetto, e invece così viva, a spasso nei ricordi, nel tempo e nella geografia, tra riflessioni e tante emozioni. Il problema del narratore è la distimia, una patologia che ha a che fare con la mente, con le emozioni e la capacità di sentirle, in bene e in male, questo è lo slancio, questo l’inceppamento iniziale.

Dietro questo “sfasamento” si attiva l’indagine del protagonista, che attraverso le domande si arrampica a ritroso nella propria vita, nelle proprie storie d’amore – quelle più piccole, più lontane, ma anche quelle attuali -,  e un po’ si confessa, un po’ scrive, e dunque si e ci inganna. Questo gioco è una delle scelte narrative più sorprendenti di questo romanzo di Nevo. È un romanzo sulla scrittura, e in quanto tale usa e plasma la scrittura per raccontare dell’ispirazione, del passaggi sempre vario e in parte oscuro tra la vita vissuta, quella reale, e la sua rielaborazione in storie dove si mescolano tasselli di verità nella grande ricetta della finzione narrativa. Quanto di questi meccanismi si riproduce nelle risposte all’intervista? Ci resta un po’ di sospensione tra una confessione e l’altra dell’autore che si rivela, si “mette a nudo” come giustamente suggerisce la scheda del libro, che aggiunge “lo scrittore danza, con le sue risposte, sul proprio abisso personale, su quella voragine che costituisce la zona d’ombra di ogni singola esistenza”.

Non avrei trovato parole più efficaci per descrivere il viaggio straordinario di questa lettura, e della scrittura di questa storia, che scopre quel “cuore posteriore” citato più volte dall’autore, mentre lotta per capirsi, per calmarsi, per tenere i cocci della sua vita insieme, amore e morte, bugie passate e finzione connaturata alla scrittura, e dunque allo stesso filtro del reale che la mente di uno scrittore produce. È una storia profonda, delicatissima e insieme forte, apre lo spazio intimo che solo un’intervista sa creare, senza un apparente filo che tenga insieme le risposte, un filo che però c’è, e che alla fine si rivelerà essere una storia, quella che ci tiene incollati alle pagine.

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!