Ho deciso di accettare la sfida/proposta del blog Radical Ging e dunque, prima di quest’ultima tappa, vi spiego per l’ultima volta le regole del gioco. Il Salone del Libro di Torino 2018 che partirà domani 10 maggio prende spunto da cinque domande lanciate lo scorso marzo sull’onda della suggestione di Un giorno, tutto questo. Eccole:

Chi voglio essere?
Perché mi serve un nemico?
A chi appartiene il mondo?
Dove mi portano spiritualità e scienza?
Che cosa voglio dall’arte, libertà o rivoluzione?

Questi interrogativi sull’oggi e sul futuro sono già stati posti a innumerevoli personaggi tra intellettuali, scrittori, artisti, scienziati e le risposte sono state accolte e caricate sul sito che il Salone ha creato apposta per le 5 domande. Non solo: con oggi, 9 maggio, alle Officine Grandi Riparazioni di Torino parte anche una mostra per raccontarle.

E qui, nella raccolta, nella partecipazione e nella riflessione su questi interrogativi, c’entra Radical Ging, che in un suo post ha deciso di lanciare questa specie di contest invitando i lettori a rispondere alle domande e a postare il tutto con l’hashtag #saltonelfuturo. Si accettano post, foto, video e altre forme di espressione.

Siccome questo è un blog dove, contravvenendo a ogni regola del SEO e della scrittura online, butto righe e righe di parole pixelate, ho deciso che non solo parteciperò, arrovellandomi su queste domande, ma lo farò anche per via scritta qua sopra. Le regole (ma non avevi detto che contravvenivi alle regole? Sì, ma a certe regole!) sono semplici, e trattandosi di un sito che si chiama A contrainte, e che per sua natura ama gabbie all’interno delle quali scovare vie di fuga ed escamotage, stuzzicano la creatività: ogni settimana, una domanda, o meglio una risposta. E così, in corsa verso il taglio del nastro del Salone torinese siamo arrivati all’ultima domanda. È tempo di rispondere!

Che cosa voglio dall’arte, libertà o rivoluzione?

Non avevo mai pensato a cosa fosse per me l’arte: ho sempre saputo che mi piace, mi è necessaria talvolta, mi punge e mi suscita domande, a volte mi disturba anche, non mi lascia mai indifferente. Per questa ragione faccio mia la risposta che già molti hanno dato, ovvero che l’arte in fondo è già di per sè libertà e rivoluzione insieme. Banalità, direte voi?

Treccani online, cercando rivoluzione, dice questo: Mutamento radicale di un ordine statuale e sociale, nei suoi aspetti economici e politici. Radicale. Ma come, l’arte? L’arte, davvero, può fare tutto questo? L’arte, che non mette le mani della vita reale, nella politica vera, nel mondo quotidiano? L’arte è forse la prima e l’unica cosa che può fare tutto questo sempre, costantemente, perché l’arte è – dovrebbe essere – libertà. Se così non fosse, l’arte sarebbe ingabbiata, complice, pilotata e ipocrita.

Come dicevo prima, l’arte punge, evita di addormentarsi, di abituarsi, di lasciarsi trasportare dalla corrente della superficie, degli stereotipi, dei cliché. L’arte è proposta continua, domanda incessante (e sarà un caso, dunque, che le cinque domande si concludano lanciando potenzialmente altre domande?), slancio, visione, riflessione, proposta e invocazione: ehi tu, ci avevi mai pensato? E come la vivi, questa cosa? Come ti sembra? Hai mai avuto paura? Sei mai stato felice?

Ve lo avevo annunciato: le domande non finiscono qui nè finiranno con il Salone del libro. Le domande, anzi, sono appena iniziate, starà a noi tenerle vive accorgendoci dei richiami di tutta l’arte che, per loro natura, ci invitano ogni volta a provare la libertà, e correre il brivido entusiasta di rivoluzionare tutto, rifare da capo, senza forme, senza schemi imposti.

Dico cose grandi, me ne rendo conto: ma provate a ridimensionarle alla nostra vita quotidiana, al suo piccolo ma lo stesso importantissimo mondo. Pensateci, davvero. Fatevi coinvolgere e suggestionare da buone letture, da stimoli sinceri di chi vi circonda, dalla bellezza. Ecco, coltivate questo vostro fiore, stateci attenti, curatelo, ammiratelo. Poi, mi direte se vince la libertà o la rivoluzione, o se semplicemente vi sarete ricordati di questa domanda, e le vostre azioni si saranno fatte più consapevoli e, così, rivoluzionarie e libere.

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!