Ne avevo letto da un’amica di Facebook che vive a Firenze e, da brava appassionata di arte ma anche di comunicazione, aveva messo in rete le sue opere parlando del suo progetto. E poi, diciamocelo, chi non sarebbe rimastro attratto da grandi personaggi di opere d’arte, artisti stessi, personaggi famosi in maschera? No, non mascherati nel senso di cammuffati sotto altre identità, mascherati perché hanno una maschera. Da sub!

Lui è un artista, uno streetartist: lavora per strada e su “tele” effimere, come i muri o, più facilmente, gli “sportellini” (hanno uno nome specifico?) delle centraline del gas o dell’elettricità. Si fa chiamare Blub, un nome – una tag, nel gergo della street art – che evoca con un’onomatopea il suo contesto preferito, cioè l’acqua, dove piazza personaggi che indossano maschere da sub e dunque ci immaginiamo in apnea, con qualche bolla (blub!) ad animare il contesto sonoro.

L’idea di Blub mi aveva colpita, ma ancor più mi ha solleticato la curiosità dopo una foto di gruppo scattata una sera in vacanza alle Egadi. Con l’allegria delle ferie e dei bagni di sole e risate, in quella foto ci siamo noi, gruppo di 8 amici, tra cui Marta, che si tiene la maschera e il boccaglio. Ma non siamo al mare, è sera e siamo appena usciti dal ristorante, dettaglio che ci ha fatto sorridere per giorni riguardando quella foto e le nostre facce da scemi. A quel punto mi è venuto in mente Blub, il suo Dante in maschera, il suo Nelson Mandela, e mi sono accorta che quel che trapelava era soprattutto ironia, leggerezza.

Pare che l’intento dell’artista sia proprio questo: alleggerire, e farlo partendo da quei personaggi che ci sono stati sempre presentati come “alti”. La maschera è il segno inequivocabile del passaggio di Blub, un simbolo, di un divertimento, o forse di un mezzo necessario, come ha dichiarato a qualche giornale lui stesso, per nuotare e vederci lo stesso, ora che siamo “con l’acqua alla gola” tra crisi, disequilibri e un mondo che ci preoccupa sempre di più.

Il caso ha voluto che a fine ottobre capitassi a Firenze. Mi aspettavo di incappare in qualche sorprendente Blub: il bello della street art è proprio questo, non si trova al museo, e in casi come questo non si trova (ancora) nemmeno su mappe, non è stabile (spesso le opere sono strappate o rovinate, si ricreano, crescono, spariscono), compare a sorpresa, e allora sì, si fa vedere. E così è capitato, tornando da Santa Croce a piedi verso il centro, che mentre ero al telefono lo sguardo vagasse, e incappasse in uno Shakespeare mascherato. Grande sorriso: ti ho beccato!

Da quel momento, camminare per Firenze non  è stato più lo stesso, perché lo sguardo lo cercava: angoli, vicoletti, luoghi del tutto inaspettati. Metà delle volte, l’attesa veniva soddisfatta: la città è zeppa di opere di Blub! Eccone qui una piccola galleria:

Poco prima di Natale, passeggiando proprio sotto la Mole Antonelliana, a Torino, mi è ancora una volta sfuggito uno sguardo e lì, su uno dei classici sportellini, ho visto un Blub. Ero di corsa e non potevo fare foto, ma ho avuto la certezza, tra un po’ di sorpresa e tanto di quel divertimento tipico delle cacce al tesoro, che lo street artist delle maschere da sub si fosse spostato dall’Arno alle Alpi. Chissà dove farà la prossima tappa… Fateci caso: potrebbero comparire personaggi subacquei anche sul vostro percorso! Intanto, se vi ha incuriosito la sua “firma” e se vi intriga la sua ironia, Blub è anche su Facebook, su una pagina che, non a caso, si intitola L’arte sa nuotare. Buona immersione!

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!