È un librino piccolo e curato nella veste grafica, con alcune belle accortezze come la copertina, le foto stampate all’interno, la scelta di una voce autoriale originale. Il dubbio e il desiderio è uscito per il centenario calviniano nella collana Oilà di Electa e abbozza una breve biografia di Eva Mameli, la mamma di Italo Calvino. A scriverlo è Silvia Bencivelli, nota divulgatrice scientifica. Un nome perfetto per tracciare il ritratto di una donna scienziata quale è stata colei che ricordiamo soprattutto per il figlio.

Italo, come raccontò, era la pecora nera della famiglia: l’unico letterato. È un fatto bizzarro che, nonostante un curriculum di tutto rispetto e un ruolo decisivo nelle scienze botaniche, si parli oggi di Eva Mameli a partire dal figlio. In fondo è giusto così: a essere notiziabile oggi come oggi è Calvino, suo il centenario, sue le frasi che impazzano nel chiasso delle citazioni. E, come sottolinea Bencivelli, è altrettanto vero che Eva Mameli non ha condotto battaglie che l’hanno proiettata in prima linea né ha generato clamori. È stata una donna determinata, curiosa, pervicace, libera. Una donna che ha costruito la propria strada senza grida, senza ribellioni, con molta compostezza, il rigore di una scienziata che aveva molti dubbi, sì, ma altrettanti desideri da soddisfare.

Caratteri di una scienziata

Bencivelli inizia proprio da qui, i due aspetti facendo leva sui quali, senza che in realtà facciano leva, si fonda la figura di Eva Mameli Calvino: nessuna ribellione, e una caratterizzazione che la vede defilata, “madre di” piuttosto che personaggio che si auto-comunica. Sono due aspetti che, in base ai criteri con cui rubricheremmo oggi i personaggi sui media, non le permetterebbero di vincere la selezione alla prima occhiata. Sembra che Eva Mameli non abbia nulla di clamoroso ed esplosivo: non ci sono clamori, non ci sono rotture.

Però, a scavare e ricostruire la biografia, qualcosa di interessante esce, anche un singolo dato che, con la sua unicità, può attirare la curiosità: Eva Mameli ottenne la libera docenza in botanica nel 1915, fu la prima donna in Italia. Non è un dato confluito nella storia della lotta femminista nella scienza italiana forse, ma è un dato che indica molto chiaramente la strada intrapresa da una ragazza appassionata e determinata. Colei che diventerà “la generalessa” del Barone rampante. Perché poi, ed è un ulteriore tassello del ragionamento che Bencivelli fa accompagnandoci attraverso la vita di Eva Mameli, noi conosciamo i successi professionali di Eva Mameli, il carattere della sua ricerca scientifica, attraverso ciò che Italo ci ha raccontato. Non (solo) di lei, proprio quello che Italo ha assorbito da lei, e che è andato a costruire una sua visione delle cose e del mondo.

“Eva non ha sposato solo Mario: ha sposato un’idea di scienza e società” leggo in Il dubbio e il desiderio, e penso che è vero: questi due personaggi hanno creato un mondo, del quale ha fatto parte Italo, che ha poi tracciato una strada propria a partire dalla visione che aveva imparato in casa. Scrive ancora Bencivelli: “Eva era orgogliosa di essere una donna di scienza, ma non doveva essere una tipa tanto combattiva, forse non ne ha avuto bisogno”: è come se questa donna fosse programmata per arrivare a fare ciò che ha fatto, una vita di dedizione alle piante, di ricerca, di indagini, di divulgazione, anche. “Desideravo scoprire per essere utile” dice Eva nelle sue memorie (l’indicazione bibliografica precisa non c’è e io chiedo a chiunque stia leggendo e la conosca di indicarmela, per favore), e in questa tensione troviamo loro, il dubbio di riuscirci e il desiderio che punta al futuro, con la sua speranza di riuscirci. Una insaziabile passione, sempre guidata da una altrettanto ferma ragione. È lei: Eva Mameli, per come ho imparato a conoscerla nelle parole di Italo Calvino, per come la tanta critica che ho letto me l’ha presentata, e per come la vedo nelle foto.

Caratteri, anche, di una ricerca

Sappiamo dalle parole dell’autrice che Il dubbio e il desiderio è un librino che ha preso spunto da una conferenza, Bencivelli ci racconta di essere una persona abituata a raccontare storie, e se devo sottolineare un pregio del lavoro che ne risulta, e che nella sua dimensione ridotta è un ottimo spunto per introdurre alla vita di Eva Mameli e al contesto sanremese di quegli anni, è proprio il suo carattere matanarrativo. Il fatto, cioè, che l’autrice si metta in prima persona dentro la ricerca, omettendo purtroppo una bibliografia completa, ma dando invece altre preziose informazioni sulle fonti e la ricerca.

Ci sono delle meravigliose foto, due delle quali sono stampate all’inizio del libro, c’è il riferimento al racconto di Jan Brokken dedicato a Eva Mameli Calvino e contenuto in L’anima delle città (Iperborea) che ci porta all’orto botanico di Cagliari, e c’è un bel focus sulle pubblicazioni scientifiche di Eva Mameli che si trovano ancora oggi sui portali dedicati, non solo italiane. Si occupò di piante aromatiche, medicinali, della Liguria e della Sardegna in particolare, e poi anche di uccelli.

C’è insomma un percorso di lettura dettato da una scelta narrativa che distingue questa biografia per le incursioni di chi scrive e racconta di aver cercato, visto, letto. Ci sono anche le opinioni, ed è molto laica, e contemporanea, e forse per questo sarebbe piaciuta alla stessa Eva Mameli, l’affermazione di Bencivelli che commenta l’urgenza di sposarsi a 34 anni della futura madre di Calvino mettendo distanza, relativizzandosi nel contesto da cui scrive, rispetto dunque a circa un secolo fa. È un segno di presenza netto, non fa mai dimenticare che dietro questa ricerca c’è un soggetto. Al signor Palomar, forse, non sarebbe andato troppo a genio questo continuo scoprire che del soggetto non si può fare a meno. Eppure in questo caso è proprio la voce dell’autrice a fornirci quel po’ di pepe che anima il racconto, come quando si diverte a introdurci il tema di Villa Meridiana citando le ricerche sugli annunci immobiliari online. A proposito di case calviniane, qui proponevo un tour delle case di Calvino.   

Specialità di un giardino sanremese

Eva Mameli, pur nell’anomalia del suo percorso di donna scienziata senza ribellioni e “mamma di”, è stata indubbiamente una donna speciale. Lei, nell’unione che sembrava quasi necessaria col marito, del quale ha abbracciato il progetto scientifico e di vita. Sono loro, i genitori di Italo, ad aver creato quel legame con Sanremo che pulsa tra le righe di alcuni romanzi o racconti e che oggi andiamo a ricercare. Villa Meridiana, la stazione sperimentale di floricoltura, era il loro progetto. La storia della famiglia Calvino a me è nota: ci “abito” letteralmente vicino e con tanti anni di studio e ricerca ho imparato a conoscerla (pur sorprendendomi sempre dei tanti dettagli nuovi che trovo ogni volta).

È nota Villa Meridiana (rimando a Il giardino di Italo nella mia recensione e nell’articolo di Giardini letterari) ed è noto il giardiniere Libereso Guglielmi.  Anche nella mostra Favoloso Calvino e in Lo sguardo dell’archeologo il ruolo di questo luogo di vita e ricerca (mescolate, e questo anche significa tanto) era sottolineato e raccontato con dovizia di foto e documenti di archivio. È del resto a Sanremo, alla biblioteca civica, che è conservato il fondo Mario ed Eva Mameli Calvino: i loro documenti scientifici, centinaia di pagine e pubblicazioni su tantissimi argomenti.

Spesso leggiamo di come quella cultura scientifica che si respirava forte e chiara in casa sia finita molto più di quanto appare in superficie nel pensiero di Italo Calvino. Il paesaggio, l’albero, il giardino, e però anche la precisione linguistica, i caratteri morali, la determinazione. Sono tutte facce del prisma Calvino: le ho ritrovate alle mostre visitate in giro nel 2023, nei tanti libri di critica che ricostruiscono i percorsi calviniani, e Mario ed Eva ci sono spessissimo, non potrebbero non esserci. Bencivelli ricorda che Italo scrive (anche in questo caso non è indicata la fonte precisa) “l’atteggiamento scientifico e quello poetico coincidono: entrambi sono atteggiamenti insieme di ricerca e di progettazione, di scoperta e di invenzione”: questa è la mentalità di Eva passata al figlio, l’eredità scientifica, che non porta forse interesse diretto per il mondo naturale ma per un modo di guardare il mondo sì, eccome.

Il Calvino-cosmo

Calvino parla poco di sé, tutti i discorsi autobiografici sono schermati, protetti, è la sua conchiglia, un guscio con cui ci restituisce, trasposta, anche la figura materna. Ma è evidente che quegli stessi dubbi e quegli stessi desideri di Eva sono arrivati a Italo, insieme ai ragionamenti e a una mentalità ecologica che ha ben individuato Serenella Iovino. Dietro la sua dedizione c’è quella della madre, il suo carattere austero che le è valso l’appellativo generalessa. Ma ci sono anche gli interrogatori dei fascisti durante la Resistenza, e le fughe del piccolo Italo al cinema o al mare per voltare le spalle a quel noioso mondo tutto botanica e classificazioni. Insomma, c’è la storia di una famiglia. Nelle poche pagine che compongono Il dubbio e il desiderio l’autrice riesce a dare un’idea di tutto il cosmo Calvino, un quadro che ricrea il contesto e permette di capire come siano potute essere le cose che sappiamo. Perché se Calvino è stato Calvino, è anche in larga parte per Eva Mameli, e per Mario.

C’è un bel preambolo sulla modernizzazione di pensiero introdotta proprio da Mario nel mondo dell’agricoltura ligure novecentesca nel libro di Bencivelli. Il pensiero e la ricerca di Mario erano tesi a scopi concreti: applicare la scienza alla coltivazione. Arriva anche da qui il manuale di giardinaggio che firma con Eva 250 quesiti di giardinaggio risolti, pubblicato oggi da Donzelli. E sulla stessa premessa si basava la cattedra ambulante vinta da Mario a Porto Maurizio (prima che diventasse Imperia, la mia città), grazie a cui andare in giro per campagne a insegnare l’agricoltura.  È fitta di particolari succosi la parte che riguarda la costruzione della stazione di floricoltura a Sanremo: Bencivelli non solo è tra i pochi a citare il Crea, l’attuale organismo ministeriale che fa le funzioni della stazione creata dai Calvino (ne parlo diffusamente in 111 luoghi della Riviera dei fiori che devi proprio scoprire) ma anche a esplorare la figura di Orazio Raimondo, l’amico di Mario che non per niente ha una statua nel giardino del Crea. Fu lui a insistere per il progetto della stazione sperimentale, Bencivelli ricorda che spinse per favorire il turismo in città, e promosse la Milano-Sanremo: “è grazie a lui, e a Mario ed Eva Calvino, se sentiamo parlare oggi di Sanremo come città dei fiori”.

Che una divulgatrice scientifica non ligure abbia sottolineato che gran parte del profilo economico e paesaggistico del territorio è stata determinata anche dai Calvino per promuovere la floricoltura e migliorare al contempo l’economia locale, sviluppando le abilità di chi sul territorio lavorava, sancisce che c’è materia da esplorare. Così come in un altro caso, quello di Floriano Calvino, il fratello geologo di cui sento parlare sempre così poco e che invece Bencivelli ricorda, e del quale prova e esplorare la figura con un focus sulla carriera accademica, ricordando che era chiamato dal presidente della Repubblica Leone “il professorino di Padova”, un dispregiativo che sottolineava il ruolo chiave avuto da Floriano, unico italiano nella commissione chiamata a eseguire le perizie sul crollo della diga del Vajont. Floriano indicò carenze da parte della ditta costruttrice, ecco dunque i motivi della sprezzante reazione istituzionale.

Tre curiosità, per finire

La prima è contenuta dentro al libro e non l’ho trovata così di frequente: il lemma “speculazione edilizia” lo ha inventato proprio Calvino per il suo libro omonimo. La seconda: nel documentario Rai  Italo Calvino. Lo scrittore sugli alberi compare Silvia Bencivelli e ci sono belle immagini della Villa Meridiana e foto dei genitori. Infine, se attirati da tutto questo vi trovaste a Sanremo, al cimitero monumentale della foce è sepolta tutta la famiglia di Calvino, e naturalmente Mario, Floriano e anche Eva Mameli, la protagonista di Il dubbio e il desiderio, piccola e originale biografia piena di storie.

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Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!