Autore

Alessandra Chiappori

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!

Di Italo Calvino e della Resistenza si legge e si parla molto: vuoi la fama dell’esordio letterario con Il sentiero dei nidi di ragno, vuoi la provincia medaglia d’oro alla Resistenza (quella di Imperia, dove combatté anche lui), vuoi le tracce forse più evidenti di un autobiografismo dal quale l’autore si è poi progressivamente allontanato. Se ne parla ma, io credo, non se ne sa mai abbastanza, sia perché quel periodo si allontana sempre più nel tempo, sia perché le fonti vive e orali spariscono, e delle fonti scritte spesso non si conosce ancora tutto. Il lavoro di Daniela Cassini e Sarah Clarke Loiacono aiuta nell’operazione di memoria. Italo Calvino. Il partigiano Santiago è uscito per Fusta editore spalleggiato dall’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia. In una provincia medaglia d’oro alla Resistenza le storie, i personaggi e di conseguenza le fonti non mancano: è da qui che…

Si parte dalla punta del molo lungo: bisogna collocarsi lì dopo aver attraversato il centro e il porto vecchio, aspettare che la luce offra il raggio giusto. E poi eccola: la città invisibile appare sulla superficie del mare. Sanremo, e il suo doppio: specchio, riflesso, ombra guizzante che appare e scompare e forse è un tesoro da rinvenire sul fondo di una nave affondata in porto. Gianmarco Parodi si è messo sulle tracce della Sanremo invisibile, quella che appare e scompare, esattamente nello stesso modo, tra le pagine di Italo Calvino, che a Sanremo ci ha vissuto vent’anni, quelli dell’infanzia e adolescenza, e che per certi versi da questo scenario non è mai andato via. Viaggio immaginario nei luoghi calviniani Nella città invisibile ha per sottotitolo “Viaggio immaginario nei luoghi calviniani”, esce oggi, 5 settembre 2023, per Piemme, e lo ha scritto Gianmarco Parodi, che a Sanremo ci è nato,…

Qualcuno potrebbe essere in difficoltà davanti alla domanda “Qual è il tuo incipit preferito della letteratura italiana?”, ma io ho da anni la risposta: Enigma in luogo di mare, un romanzo di raffinata intelligenza scritto a quattro mani da Fruttero e Lucentini e uscito nel 1991. È un giallo, con tanto di omicidio e indagine, ma è soprattutto il romanzo di un luogo e uno spaccato sociale con una magistrale costruzione del cast di personaggi. Un romanzo bellissimo, che con questo articolo c’entra perché è tutto ambientato nel luogo che fin dall’incipit è protagonista: la letteraria pineta della Gualdana, alias la pineta di Roccamare alla quale Alberto Riva dedica il suo Ultima estate a Roccamare (Neri Pozza, 2023), storia e ricerca in cui confluiscono tante storie e voci di artisti e intellettuali che proprio dal quel luogo hanno tratto linfa e che su quelle spiagge hanno tratteggiato momenti di vita…

Studiare e fare ricerca per la guida turistica 111 luoghi della Riviera dei fiori che devi proprio scoprire non mi ha solo portata in giro a conoscere e intervistare un sacco di persone, ma mi ha fatta studiare. Pomeriggi in biblioteca, negli archivi di famiglia, sul web per comporre bibliografie esaustive che potessero ricostruire quadri, verificare dati e raccontare storie. Per questo motivo ho letto e riletto anche un sacco di letteratura, specie di quelli che definisco i tre pilastri della narrativa in Riviera dei fiori, e che infatti campeggiano tra le schede: Calvino, Biamonti, Orengo. Negli ultimi mesi, sarà il caso, sarà che essendo temi ormai “miei”, ci faccio attenzione, sono usciti diversi romanzi di pura narrativa che niente hanno a che fare né con i testi specifici, le ricerche storie e i saggi sulla Riviera dei fiori e il suo territorio, alias l’imperiese (costa e vallate), né con…

Ricordavo nettamente l’immagine dell’incipit: l’apertura del rubinetto della doccia. Rimasi affascinata da quell’immagine, e da tutto il racconto che seguiva: per il linguaggio, per il vertiginoso viaggio che con quel filo d’acqua si era aperto davanti agli occhi, per la debordante attualità del messaggio e del tema. Erano anni fa, ero alla Biblioteca nazionale di Torino e stavo assistendo a un incontro di cui non ricordo titolo né obiettivo, ma che era dedicato all’eco-critica, cioè ai rapporti tra letteratura e ambiente. E la professoressa Daniela Fargione fece riferimento a Italo Calvino leggendo un passaggio da un testo che non conoscevo e mi suonò di rara bellezza. Un testo di cui non sapevo il titolo né avevo i riferimenti bibliografici, e che fino a qualche mese fa non avevo mai più ritrovato. Poi accade l’impensabile: vado a una mostra sui libri di Calvino a Milano, scorrono testi rari, chicche e prime…

A volte una scusa come quella di un centenario è un’ottima occasione per ripubblicare un libro arricchendolo. È quanto è successo per Pensare l’universo (Donzelli, 2023), di Massimo Bucciantini, già professore di storia della scienza e letteratura italiana all’Università di Siena. Il sottotitolo di questo volume, che apparse per la prima volta nel 2007 e nel 2023 è riuscito con una nuova (bellissima) veste editoriale e una prefazione aggiornata fresca fresca di novità dell’anno, chiarisce l’ambito della ricerca che il testo sviluppa: Italo Calvino e la scienza. Si tratta infatti di un saggio molto articolato (note e riferimenti bibliografici sono una vera miniera, all’insegna della vertigine dell’approfondimento) dedicato non tanto alla relazione tra Calvino e la scienza, come sembrerebbe indicare il sottotitolo, quanto a come, attraverso quali letture, riferimenti e riflessioni, Calvino abbia costruito e dato forma al suo progetto di “Pensare l’universo” (l’espressione viene usata la prima volta in…

Agosto, tempo di vacanze. Se non altro per la maggior parte delle persone (scrivente esclusa, ça va sans dire). Ma cosa sono, in fondo le vacanze? Un periodo di stacco da tutto, come dice Treccani s. f. [dal lat. vacantia, neutro pl. sostantivato di vacans -antis, part. pres. di vacare (v. vacare), attrav. il fr. vacance]. – 1. Il fatto, la condizione di essere o di rimanere vacante; 2. Intermissione, temporanea cessazione di un’attività. In partic.: a. Intervallo di riposo, di uno o più giorni. Insomma, un periodo che associamo di norma al viaggio che ci porta lontano dalla routine, in posti che ci fanno bene all’anima perché ci permettono di scoprire cose nuove, ma soprattutto, se sono vacanze estive, ci consentono di rilassarci. Mare, montagna, non importa dove si orienta il soggiorno ma, appunto, si tratta di un periodo diverso dal solito, in un altrove pronto, salvo vacanze avventurose…

Add ultimamente non sbaglia un colpo. Ho pensato questo qualche mese fa leggendo “Sul camminare” di Annabel Streets, e poi l’ho ripensato con forza chiudendo l’ultima pagina di “Soli”, il saggio che il critico d’arte e scrittore tedesco Daniel Schreiber dedica a uno dei temi tabù della nostra società, la solitudine. Questo libro è e resterà, per me, una lettura preziosa, una chiave di volta, un libro che ha fatto cose. Mi ha accompagnata alla scoperta di nuove prospettive, mi ha commossa, ma soprattutto c’è stato, si è materializzato come una presenza, una carezza, una compagnia, e mi ha calato in sicurezza in profondità che non avevo ancora esplorato a dovere. Esattamente tutto ciò che sembrerebbe non appartenere alla solitudine, cioè un conforto, uno stare accanto, una comprensione e una presenza accogliente. Sono tutte sensazioni meravigliose e derivano da un libro: non credo sia una stranezza, solo la conferma -…

Si intitola Lo scoiattolo sulla Senna (Feltrinelli, 2023) il libro che Fabio Gambaro, giornalista in Francia e già alla guida dell’Istituto Italiano di Cultura a Parigi dedica a Italo Calvino. L’ho scelto per inaugurare la rubrica Pagine per Italo Calvino. È un richiamo all’appellativo con cui Cesare Pavese definiva Calvino, lo scoiattolo, ma anche e soprattutto un salto in quella parentesi geografica che proprio parentesi non è, ma anzi si presenta come una tappa imprescindibile della biografia umana e poetica dello scrittore. Non a caso il sottotitolo del libro di Gambaro è “l’avventura di Calvino a Parigi”, a chiarire che nel volume ci parlerà di quei 13 anni, dal 1967 al 1980, in cui Calvino abita e vive a Parigi con la moglie Chichita, la figlioletta Giovanna, il primo figlio di Chichita, l’adolescente Marcelo (per me una figura finora inedita) e un turbinio di colleghi, nuovi e vecchi, amici, frequentazioni…

Tutti scrivono di Italo Calvino. È il 2023, l’anno che segna il centenario dalla nascita dello scrittore italiano più noto del Novecento, e il florilegio di riedizioni, testi critici e libri che, in generale, indagano aspetti della vita e della poetica dello scrittore oppure trovano pretesti per farlo, andando ad affollare gli scaffali delle librerie, sono davvero molti. Ma che dico: moltissimi. Dall’inizio dell’anno calviniano, come chiamo nella mia testa questo 2023, sto cercando di inseguire le varie uscite editoriali per non perdere nulla che riguardi uno scrittore che ho letto, che mi colpisce sempre profondamente, e che ho studiato a lungo per la mia tesi di dottorato discussa nel 2016. Perché questa ossessione per i libri su Italo Calvino, e perché un dispendio energetico (ed economico) così notevole? Forse per mera bibliofilia, può darsi. O forse perché ricordo gli sforzi, davvero grandi, nell’orientarmi in una bibliografia che già durante…