leggere al sole

Li vedo, incombono impilati sulla cassettiera. Da quanto ho tentato di fare ordine loro sono avanzati dalle mensole, già stracolme, e ho iniziato – provvisoriamente, all’inizio – a impilarli lì. Un libro da leggere, un classico da recuperare, i Calvino per la tesi, qualche testo di semiotica, gli Iperborea che sono lunghi e magri e mi occupavano benissimo lo spazietto vuoto, i libri sotto l’albero di Natale, ultimi arrivati e ancora senza una residenza fissa, quelli passati da mia mamma, quelli da regalare, altri da portare in biblioteca, e poi quelli nuovi, acquistati, regalati o giunti attraverso strampalate catene su Facebook.

È evidente che loro, i libri, sono tantissimi, al contrario del mio tempo, risicato, e del mio umore, altalenante, tanto da rifiutare di andare avanti con il volumone da 600 pagine intriso di corruzione e droga, eppure appassionante storia poliziesca, che però prima di dormire no, mette ansia, e siccome in borsa ingombra e pesa, nemmeno in viaggio lo posso portare avanti. Sulla cassettiera, tassello della mia murata di libri in crescita, si accumula un universo fatto di possibili e mondi che vorrei esplorare. C’è Cervantes, che lo so, è imbarazzante da dire, ma non ho mai letto, e dunque vorrei rimediare, ma nel momento giusto, non di corsa e non per aprirlo e abbandonarlo poco dopo vinta dal sonno o dallo stress. C’è Michele Serra, insieme a Margherita Oggero e Antonio Manzini, una bella letteratura italiana del contemporaneo che avrei tanta voglia di conoscere per appassionarmi, ritrovarmi e rilassarmi. Ci sono le Anime baltiche, attese tanto e talmente preziose da stare ancora lì, in attesa di un momento da dedicare solo a loro. E poi c’è anche un libro per l’infanzia, compulsivamente accumulato per un refolo di voglia di tornare piccini a sognare tra le pagine.

Ma c’è il problema del quando, e del come. Ecco perché a pochi giorni dal Salone del libro, mentre già presento la febbrile e sottile voglia di assaggiare le novità, guardarmi intorno, scoprire cose e fare liste immaginarie e infinite di “da leggere”, sogno una condizione ideale, che il clima piovoso  e per nulla primaverile mi aiuta ad abbellire di tutta la poesia e felicità della fantasia.

C’è una frase di Fernando Pessoa che recita “Siediti al sole. Abdica, e sii re di te stesso”. Ecco, in questo periodo di forte stress, di pressioni, incertezze e frenesia, il mio sogno è una cosa semplice semplice: una – qualche – giornata di sole, un bel – tanti bei – libri pronti sulla cassettiera, e illimitato tempo per dedicarmi al viaggio più bello del mondo: leggere. Chiedo poco, lo so, ma è un poco ambizioso per la vita di oggi, ed è per questo che mi ritrovo a pensare di immaginare una cosa in realtà preziosa e rara, aspetto che la rende ancora più sacra e magica.

Intanto piove, il cielo è grigio e le cose da fare tante. Il libro – al momento La battaglia navale di Marco Malvaldi – è qui di fianco a me sul letto. Gli ho preferito questo post, perché il blog è un po’ come il giornale: deve andare avanti. Confido, a discapito di tutti i però che l’interruzione dell’andare avanti perpetuo del sito richiederebbe, di trovare presto il momento di abdicare per piazzarmi al sole a leggere. Ancora pochi ostacoli, e un piccolo tondo di luce in fondo al tunnel comparirà a indicarmi la strada. Poi ci saranno altri tunnel, come è normale, ma pensarci ora non serve, i libri arriveranno, e riusciranno come sempre a farsi trovare, a farsi leggere.

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!