EinaudiTo prosegue, nonostante il tempo strano in cui viviamo. Aprile è dedicato a un’autrice, e a una donna, straordinaria: Natalia Ginzburg. Mi è già capitato, in questa challenge, di citarla e ricordarla: è successo con Pavese, come poteva essere il contrario, visto che proprio con lui Natalia lavorò gomito a gomito nei primi anni di Einaudi, ma è successo anche e soprattutto con Leone Ginzburg, di cui Natalia Levi mantenne il cognome, in memoria e omaggio, anche dopo la vedovanza e il secondo matrimonio.

Una donna dalla vita intensa, drammatica, piena di ostacoli e curve. La racconta Sandra Petrignani in un libro che nel 2018 è stato candidato allo Strega, si intitola La Corsara, lo pubblica Neri Pozza ed è grazie a questo volume che mi sono lasciata coinvolgere nella storia della vita di un’autrice che conoscevo soltanto per il suo libro-mito, Lessico famigliare. Grazie al lavoro scrupolosissimo, ed empatico, di Petrignani, ho scoperto una vita intera, ne ho conosciuto la protagonista, esplorando spesso i suoi pensieri, filtrati nella scrittura, ho incontrato via via personaggi, coprotagonisti, nomi grandi sullo sfondo, e nemmeno troppo, la grande storia della letteratura italiana del Novecento.

“Occhi neri e pungenti, femminili”, questa l’interpretazione di Cesare Garboli dello sguardo di Natalia. Imparerete anche voi, con questo libro, insieme a Sandra Petrignani, a chiamarla Nat, un soprannome che la renderà un’amica, qualcuno pronto a confidarsi con voi quel poco che basta, il resto è nei libri. Nat la bambina malinconica, la ragazzina timida, ripiegata sui libri e con qualche problema a scuola. Nat  e i frequenti cambi di casa della sua famiglia – li ho raccontati in Torino di carta e il libro della Petrignani è stato utilissimo per la ricostruzione -, da via Pastrengo a via della Pallamaglio, oggi via Morgari. È un viaggio non solo nella vita della famiglia Ginzburg ma nella Torino degli anni Trenta e Quaranta, una città da scoprire, tra quartieri, personaggi di una classe dirigente che sarebbe poi emersa, e poi le bombe, gli allarmi.

Nat diventerà poi anche uno dei pilastri fondanti della nascente casa editrice Einaudi. Quella nata il 15 novembre 1933, quella resistente, sotto le bombe. Natalia era grande amica di Pavese, e sono bellissime, da pelle d’oca, le pagine in cui narra del ritorno in città in seguito alla morte per suicidio dell’amico, nell’agosto del 1950. Natalia era la moglie di Leone Ginzburg, costretta insieme a lui, con i bambini, a confino durante la guerra, rimasta poi sola, in fuga, la guerra che infuria e lei persa, ma resistente, sola, ma forte per due.

Giulio Einaudi diceva di lei “possiede antenne misteriose che captano gran parte dei sentimenti profondi della gente”. Si coglie già in Lessico, ma la Petrignani indaga, collega punti, ascolta tantissime persone parlarle della Ginzburg, e prova a disegnare un affresco più grande, a ridarle voce, lei che parlava così poco. Era mascolina, Natalia, capelli corti senza messa in piega, scarpe da uomo: l’autrice cerca di ritrovarla dentro i libri. È questo, La Corsara: una ricerca.

Natalia ha vissuto tra le lettere, le pagine, i libri: non ha praticamente mai fatto altro. In casa giravano personaggi fuori dall’ordinario – come non sorprendersi di Adriano Olivetti, o della spia Pittigrilli -, e anche i fratelli e la famiglia erano voci forti, determinate, per non parlare dei tanti scrittori diventati amici, tra loro basti pensare alla relazione contraddittoria con Elsa Morante; intorno a lei c’era la storia, bisognava essere coraggiosi, anche quando Einaudi tentennò e non pagava, anche quando ci fu il secondo matrimonio, l’estero, i viaggi, i premi, il teatro…

Sarà forse stato generato da tutto questo l’atteggiamento che spinse Natalia in direzione del vero? Intorno a questo perno si aggira la ricerca della Petrignani, mentre la biografia della donna corsara, pasolinianamente combattente, resistente, procede dalla fanciullezza fino alla morte, da Torino a Roma. Fino a Finale di partita, una precisa e puntuale cronologia dei fatti, che chiude il libro.

Cerco di non dimenticare mai che Lessico è prima di tutto un romanzo. E i romanzi sono come i sogni, tutti i personaggi che vi compaiono rappresentano il narratore, schegge di un’unica personalità che le contiene tutte, una personalità in grado – attraverso le proprie vicessitudini – di riconoscere e capire quelle degli altri

Eccolo, il senso bellissimo di questo libro. Frammenti di specchi, riflessi, ma in fondo sempre Natalia Ginzburg, in tutte le sue sfaccettature.

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!