Qualche giorno fa sono andata al cinema a vedere La bella e la bestia. Era tantissimo che non mi capitava di guardare un film Disney in sala. Beninteso: non sono tra quelli che denigrano il buonismo Disney, tutt’altro. Sono cresciuta con i cartoni animati Disney e le storie per piccoli e grandi intessute di morale, emozioni e buoni sentimenti non mi hanno mai sconvolta né innaffiata con cinismo di ritorno. Penso invece che le fiabe e le favole servano: a raccontare cose, innanzitutto, in forma simbolica e spesso semplificata, e a trasporre a colori insegnamenti, oltre che, semplicemente, a far sorridere e sognare, dalla culla in avanti.

Ecco perché, dopo averci pensato un po’, ho deciso di dedicare uno spazio a La bella e la bestia. Mi direte: che altro c’è da dire? È vero, è il film con attori del cartone animato, e assicuro che si tratta davvero della trasposizione più fedele possibile al cartone Disney degli anni ’90 che forse, come me, ricorderete. Lumière il candelabro è simpatico come nel cartone, la teiera fa la mamma chioccia anche se non ha la voce di Angela Lansbury, e le canzoni sono proprio le stesse che svolazzano nella memoria, con il loro apice in “È una storia sai”. Insomma: conosciamo la storia, e se, come me, non ripassavamo il cartone Disney da anni, vedere questo film è l’occasione perfetta per svecchiare il ricordo e avere una visione nuova e vivida di una grande fiaba classica.

Ma non solo. Perché se il cartone lo avevo visto alle elementari, è pur vero che il film l’ho visto da grande, con l’occhio semiotico pronto a filtrare e interpretare. E infatti al cinema non solo ho visto un film piacevole, con tanti personaggini simpatici e portatore di un messaggio universale, ma ho colto fili e tessiture che mi hanno colpito per la loro coerenza nella storia e, di conseguenza, per l’attualità che, emergendo, sprizzano dallo schermo.

Il punto centrale ve l’ho anticipato nel titolo, ed è che i protagonisti non sono solo Belle e la Bestia, ma i libri. Facciamo un passo indietro. Belle in questa storia è rappresentata fin da subito come una persona diversa. Diversa per due motivi, legati tra loro: 1) legge, e nessuno nel suo piccolo villaggio lo fa, anzi, imperversa un certo analfabetismo e nel momento in cui Belle cerca di insegnare a leggere a una bambina viene fermata, insultata, derisa e, ultima conseguenza, attaccata; 2) i libri le aprono nuovi mondi (mi vengono in mente i mondi possibili di Umberto Eco ), tanto che, grazie alla lettura, Belle capisce che il villaggio le sta troppo stretto, che vorrebbe vedere altro, avere altre possibilità.

A questo punto abbiamo già un sacco di materiale utile, ma soffermiamoci un attimo sul legame tra libri e luoghi. Belle, leggendo, scopre che esiste altro oltre i confini del suo villaggio, sono i libri a portarla altrove, ed è un traghettamento che avviene in tre modi, e su tre scale. Il primo è la fantasia: con i libri Belle sogna, scopre universi che mai avrebbe pensato. È ciò che facciamo tutti leggendo: abitiamo a New York o nei sobborghi di un paesino in Siberia, scopriamo com’è lavorare in uno studio di avvocati in una grande città o fare il contadino in Bretagna.

Il secondo modo in cui i libri sono legati ai luoghi è il loro farsi in tutto e per tutto mezzi magici. Così vengono definite in narratologia quelle entità che aiutano l’eroe ad affrontare delle prove. Badate inoltre che quasi sempre, in questo movimento che lo spinge alla prova, l’eroe cambia luogo, passa da un punto A a un punto B, e spesso questo luogo non è uno spazio reale – spostarsi da casa al lavoro, dal villaggio al castello della Bestia – ma può essere una dimensione immaginata o anche un tempo differente. La Bestia possiede un libro magico, una sorta di atlante aprendo il quale basterà visualizzare nella mente un luogo per arrivarci fisicamente. Belle sceglie di andare nella Parigi dove la madre morì di peste. È un salto di luogo e di tempo: vede se stessa da piccola, il padre fuggire prelevandola dalla culla per non farla ammalare.

Prigioniera della Bestia, Belle stabilisce un legame di amicizia che si aggancia a un aspetto non superficiale: la lettura. Recita Shakespeare e la Bestia le completa la frase e gliela commenta, segno che anche lui è un lettore. Il riconoscimento è immediato, e a quel punto lui le mostra la sua immensa biblioteca e la conquista. Ecco il terzo legame tra libri e luoghi, che diventa metaforico. Leggere rende differente Belle, della quale abbiamo già individuato l’apertura mentale e la disposizione a non soffermarsi sulla superficie delle cose. Anche la Bestia è differente, è un uomo che, troppo attaccato alla superficie, è stato punito e ora, volendosi redimere, riscopre un aspetto profondo (per profondo intendo qui contrapposto a superficiale, non immediatamente visibile), la lettura. I due si incontrano grazie ai libri e alla lettura, ecco il mezzo grazie al quale riescono a trovare una “dimensione” di condivisione. Belle non teme più la Bestia e la Bestia trova interessante lei: si apre un dialogo, da cui discende la reciproca conoscenza e deriva l’innamoramento che coinciderà con la salvezza della Bestia e con il compimento della “missione” di Belle: la sua crescita, la sua maturazione. “Tutto è difficile all’improvviso”, canta dalla torre appena imprigionata la ragazza: è questa la prova che deve superare, cosa che farà non con la bellezza né con una soluzione arguta, ma con l’intelligenza.

Belle non è la principessa bella e brava, Belle è soprattutto la ragazza istruita e intelligente che scava, che non si accontenta delle piccolezze del suo mondo ma che, alimentando l’immaginario e la conoscenza con le storie e i mondi scoperti nei libri, vuole, sa e può andare oltre, disegnare per sé un destino diverso. “Non ho paura”, lo ripete diverse volte, dandosi il coraggio e sostenendolo con sincerità e disposizione all’apertura mentale. È insomma mandante di se stessa, una ragazza che sa quello che vuole, e che infatti è capace di rifiutare il corteggiamento del rozzo Gaston. Non si accontenta, e sfida pericoli e paure guidata dall’affetto puro per il padre e da quello che ha maturato per la Bestia sfidando il pregiudizio e scoprendo il velo della superficie.

Una nota sul Maurice, il padre, a cui Belle deve la sua “diversità”. È un orologiaio, è dunque attento ai meccanismi, a quello che “c’è dentro” e serve per far marciare le cose, per aprire lucchetti, reali e metaforici. Anche lui scende in profondità senza accontentarsi della superficie, scopre – e comanda, così – meccanismi altrimenti invisibili. Gli stessi che grazie ai libri Belle e la Bestia sanno riconoscere, e gestire, al contrario di tutti gli altri abitanti del villaggio, ignoranti e soggiogati da Gaston, che incentra il proprio potere sulla forza fisica e la bellezza, aspetti esteriori.

Potrete ritenerlo un collegamento fin troppo scontato e banale, ma oggi, nell’epoca delle fake news e dello scivolamento costante sulla superficie patinata del web, dove niente è approfondito e sbrilluccicano tutti al bagliore pixelato dei profili social e dei like sulle foto, questa trama mi ha folgorato per forza e attualità. Altro che Disney e banalità, Gaston aveva molto del Salvini che prospera sui social con affermazioni banali ma di estrema forza persuasiva, spesso radicate sulla mera superficie, prive di ogni approfondimento, scavo, analisi. E allo stesso modo, come gli abitanti del villaggio non si pongono il dubbio e non indagano (ricordate? Belle legge ed è considerata diversa e pericolosa dagli altri che, invece, sono analfabeti), la massa di fans di Salvini (e cito Salvini perché è colui che rappresenta con più nitidezza l’atteggiamento) aderisce alle affermazioni inneggiando a una soluzione di lettura di un mondo complesso che contempla solo bianchi e neri. Non esistono le scale di grigio, ma non esistono nemmeno i colori. Meditate lettori, meditate.

Ultima considerazione, tra il romantico e il simbolico. Al centro della storia non ci sono solo i libri, ma un altro personaggio non umano né animato: una rosa, anzi tre. Quella che la strega ha dato alla Bestia e della quale ogni petalo caduto segna un passo in più verso l’irreversibilità dell’incantesimo; quella che Maurice “ruba” dal giardino del castello per portarla a Belle; quella che Belle vede nel quadro che ritrae la madre, e che nel viaggio temporale prende e porta con sé. La rosa, fiore dell’amore e della bellezza per antonomasia, qui porta con sé un valore legato alla delicatezza e alla fragilità delle cose, delle relazioni e dei sentimenti.

La rosa è anche il simbolo che, nella festa di Sant Jordi (san Giorgio) che si tiene a Barcellona e in Catalogna il 23 aprile, accompagna i libri. Secondo la leggenda, San Giorgio raccolse infatti dal sangue del drago ucciso per salvare la principessa una rosa, che le offrì in dono. Da qui l’usanza secondo cui il 23 aprile, per la ricorrenza, gli uomini regalano una rosa alle donne e sono contraccambiati con un libro, usanza che vede oggi, per lo più, donare libri e rose insieme. La festa, e il fatto che il 23 aprile si celebrino insieme le morti di Miguel de Cervantes e di William Shakespeare, ha fatto sì che nel 1995 l’Unesco proclamasse la data Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore. Piano piano questa festa sta contagiando anche altri paesi, tra cui l’Italia: a Torino, per esempio, si festeggerà donando rose alle signore nell’ambito delle iniziative di Torino che legge.

La leggenda, che ancora una volta si rifà al mondo delle fiabe mettendo in scena un cavaliere, una principessa e un drago da sconfiggere, legati da rose e libri, da delicatezza e storie, mi affascina molto. Credo si possa idealmente legare alla storia di Belle e della Bestia, di una rosa che riesce a non sfiorire alimentata dall’amore, ma soprattutto dalla profondità della conoscenza e dal magico potere dell’immaginazione che solo i libri sanno offrire.

 

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!