Oggi vi racconto di un’iniziativa tutta fiori e pagine promossa di recente dalla Regione Liguria per promuovere il territorio e una delle sue eccellenze, la floricoltura, con un pizzico di letteratura che secondo me, visto il caso in questione, non guasta e, anzi, contribuisce a creare valore aggiunto. La novità si chiama Itala, ed è una margherita creata dai floricoltori liguri in omaggio niente meno che a Italo Calvino.

Dove sta il legame? Ce ne sono diversi. Innanzitutto Calvino e i fiori, o meglio il giardino e la vegetazione. Magari lo sapete già, ma Italo era figlio dell’agronomo Mario Calvino e di Eva Mameli, una delle prime donne italiane biologhe e ricercatrici. I due hanno segnato la storia della scienza botanica nei primi decenni del Novecento, non solo partecipando a spedizioni di ricerca all’estero (ecco da dove ha origine l’esotico luogo di nascita di Italo: Cuba), ma implementando, una volta tornati a Sanremo, città originaria di Mario, il Centro Sperimentale di Floricoltura. Si trattava di una struttura all’avanguardia nello studio su ibridazioni, creazioni e cure di fiori e piante in una zona e un periodo caratterizzati da un ricchissimo e redditizio mercato dei fiori. Ancora oggi Sanremo e il paesaggio attiguo risentono dell’importanza della floricoltura, anche se il mercato ha subito un forte e dannoso ribasso: osservate le colline, sono intervallate da serre, e allo stesso modo a Sanremo esistono un Mercato dei Fiori, un Palafiori, una Festa dei Fiori, con tanto di carri allegorici, come del resto la Battaglia dei Fiori di Ventimiglia.

Italo cresce in questo clima, in questo ambiente, di cui racconta esplicitamente in quello stupendo brano che è La strada di San Giovanni, dove ripercorre il rapporto che il lui bambino aveva col padre, l’uno ragazzino appassionato di storie e libri, l’altro attaccato alla natura, alla campagna. Ed è una campagna che, in modo vivido e ricchissimo, compare anche in uno dei racconti del primo Calvino Un pomeriggio Adamo. Il protagonista è un bizzarro ragazzotto di campagna che non si fa problemi a prendere in mano animaletti del giardino e conosce a menadito tutte le piante. È Libereso, personaggio di fantasia ma non troppo: Libereso Guglielmi era infatti il giardiniere di casa Calvino, prezioso aiuto per Mario, compagno di giochi di Italo perché quasi coetaneo, nonché, da adulto, famoso botanico e divulgatore, venuto a mancare nel settembre 2016. Insomma, basterebbe quel che vi ho accennato finora per attivare ricerche e scoprire un Calvino tutto floreale e botanico, ma c’è anche, e ancora, di più.

Per estensione, un ulteriore legame tra la margherita Itala e Italo scrittore è anche l’intento stesso alla base della nuova ibridazione, cioè la promozione del territorio ligure e delle sue specificità, che va in sinergia con alcune tematiche ricorrenti in Calvino. Fateci caso: la Liguria è una presenza costante tra le pagine di Italo, fin dai primi articoli di giornale sul Politecnico di Vittorini (cercate, per esempio, Liguria magra e ossuta, e scoprirete come agli esordi di Calvino c’è un’analisi dettagliata e affatto banale della sua terra e della sua società), per approdare poi al primo esperimento di narrativa, Il sentiero dei nidi di ragno, ambientato tra la città vecchia di Sanremo e l’entroterra partigiano. E poi, ancora, c’è Ombrosa, l’immaginario paese in cui si svolge Il Barone rampante, una Sanremo rivisitata e rigogliosa di alberi e natura. Una vegetazione lussureggiante che nella Speculazione edilizia è messa in pericolo: è in questo romanzo che Calvino racconta infatti di come la bellissima Villa Meridiana, dalla posizione panoramica immediatamente a ridosso di Sanremo e dal giardino ricchissimo e curato, fu cancellata da una colata di cemento. Ancora oggi, grazie a iniziative come le Passeggiate Calviniane, potete raggiungere a Sanremo la Villa, e valutare da voi quanto i palazzi tutti intorno e il posteggio-solettone abbiano soffocato un ambiente che doveva essere diversissimo. Ma dei tour alla scoperta della Sanremo calviniana magari vi parlerò in un post successivo: ci sono troppe cose belle e interessanti da raccontare!

Un’ultima suggestione, rarefatta e raffinata, per chi fosse incuriosito dal rapporto tra Calvino e Liguria: Dall’opaco. Si tratta di un racconto che, insieme a La strada di San Giovanni che vi ho menzionato prima, è raccolto nell’omonima raccolta. Non è proprio un racconto, forse sarebbe meglio definirlo affresco: Calvino allestisce un paesaggio sulla base di quattro schizzi di partenza che trae da una visione specifica. E non è nient’altro che la visione da Villa Meridiana, da una collina affacciata sul mare, alle cui spalle si dispiega “l’ubagu” (termine dialettale ligure per dire il bosco, la parte umida), mentre davanti c’è “l’aprico” (la zona soleggiata) del mare, a destra il Ponente, a sinistra il Levante, entrambi chiusi da promontori. La strada è una sola e corre come un biscione tra palme e agavi, è l’Aurelia, il tutto si dispone come un anfiteatro, un parapetto cui affacciarsi per immaginare un mondo fatto di scrittura ma sempre, in ogni modo, legato all’origine. Quindi, inesorabilmente, legato a Sanremo e alla Liguria dell’infanzia di Italo Calvino.

Ecco, in poche, pochissime e temo insufficienti righe, perché l’idea della margherita Itala mi piace e mi evoca bellezza e poesia tutte insieme, mescolando la simpatia di un fiore semplice come la margherita all’emozione di leggere e rileggere le pagine di Calvino scoprendo una visione comune, un’originaria geografia di riferimento che si modella sulla conformazione della Liguria. Non è meraviglioso?

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Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!