Si avvicina il 25 aprile del 2023 e in molti, immagino, parleranno di Italo Calvino, di guerra partigiana, di scritti e di ricorrenze, di temi da ricordare, di Liberazione. Credo sia giusto farlo, anche se le insidie della retorica sono molte. Del resto è l’anno del centenario di Calvino: le pubblicazioni a lui dedicate sono numerosissime, gli spunti ancora e sempre attuali, Resistenza inclusa. Perché Calvino sì, fece il partigiano sulle Alpi liguri. Il suo nome di battaglia era Santiago, si unì col fratello alle brigate garibaldine della zona di Sanremo, le stesse del ponente ligure dove aveva combattuto Felice Cascione, il giovane medico autore di Fischia il vento.

Calvino e la guerra partigiana: cosa leggere, cosa scoprire

Di questa esperienza, e della guerra in generale, Calvino parla in molti racconti dove, sua caratteristica, rifugge la biografia, salvo regalarci qualche scorcio di Sanremo e qualche aggancio a fatti reali, e riflette invece con il suo caratteristico punto di vista. È il punto di vista di Pin, il ragazzino protagonista di Il sentiero dei nidi di ragno, il primo romanzo di Calvino, uscito nel 1947 e che dell’esperienza partigiana fa la sua spina dorsale. Un’esperienza che di retorico non ha nulla: è vissuta da un ragazzino orfano che ruberà una pistola e finirà in un battaglione partigiano tra gli ultimi, a contatto con il volto peggiore dell’umanità. Siamo lontani da ogni ideologia, immersi in una condizione che, come ben recita uno dei più noti testi autodescrittivi dello scrittore, dà prova di affondare lo sguardo nel lancinante mondo umano.

Sono vissuto a Sanremo fino a vent’anni in un giardino pieno di piante rare ed esotiche […] combattei coi partigiani nelle Brigate Garibaldi […] negli stessi luoghi che mio padre mi aveva fatto conoscere fin da ragazzo. Così approfondii la mia immedesimazione in quel paesaggio e vi ebbi la prima scoperta del lancinante mondo umano

Ritratto su misura, 1980. Oggi in “Eremita a Parigi”
La lapide a ricordo di Italo Calvino in piazza Nota a Sanremo, dove si legge la citazione precedente

Oltre a Il sentiero, altri scritti riconducono all’esperienza della guerra a Sanremo. Per esempio alcuni dei Racconti, collezione la cui vicenda editoriale avevo in parte raccontato in questo articolo. Alcuni dei primi racconti di Calvino sono scritti ancora in quella fase neorealista che attinge dall’esperienza della guerra. Per esempio la triade L’entrata in guerra, Gli avanguardisti a Mentone e Le notti dell’UNPA. Non a caso, finiranno tutti e tre nella sezione dei racconti che Calvino intitolò “Le memorie difficili”: ricordare quegli episodi non è scontato, la memoria è, per l’appunto, difficile perché richiama il Calvino ragazzo, scosso dall’entrata in guerra, e dal parallelo ingresso, violento, nella vita adulta.

Ho avuto la straordinaria fortuna di poter visitare alcuni archivi che della memoria sono i custodi. In questo caso, della memoria calviniana: sono stata all’archivio storico dell’Università di Torino e all’Istituto Storico della Resistenza di Imperia e l’ho potuta toccare con mano, quella memoria così difficile per Calvino: ho visto il suo “tesserino” da partigiano, i documenti con cui si sanciva il suo essere stato tra le brigate garibaldine, e i fogli manoscritti con cui il giovane studente universitario chiedeva di essere ammesso alla Facoltà di lettere, terzo anno, dopo aver frequentato agraria a Firenze, a Torino, e dopo essere stato “renitente alla leva repubblicana e poi combattente nelle formazioni partigiane Matteotti e Garibaldi come da certificati allegati, per gli anni 43-44 e 44-45″.

I certificati li ho visti, sono quelli delle Divisioni d’Assalto Silvio Bonfante e Felice Cascione del Comando Operativo Prima Zona Liguria, per la quale fu garibaldino dal 1 febbraio al 30 aprile 1945, e prima ancora del CNL di Sanremo che sancisce che Italo fece parte della brigata cittadina “Matteotti”, distaccamento “Leone”, dal 1 ottobre al 15 novembre del 1944, prima di essere arrestato e poi fuggire. Le storie di Resistenza legate al Ponente ligure e a Sanremo, dunque alla vita e alle scelte di Calvino, sono davvero numerose e invito a fare un po’ di ricerca bibliografica per scoprirle, e approfondire così i personaggi, le vite, gli ideali dei giovani coraggiosi che oggi danno nome alle vie principali di Imperia, la mia città.

L’iscrizione ufficiale alle Brigate Garibaldi

Una questione di memoria

C’è però una questione più profonda che riguarda Calvino e la Resistenza che mi preme annotare qui. Ha a che fare con il motivo per cui teniamo al centro della nostra storia italiana la data del 25 aprile, con le celebrazioni, le lapidi, i musei: è la memoria. Ricordare quanto è stato, fissare i ricordi, i racconti di chi ha o ha avuto la fortuna di avere dei nonni che quell’epoca l’hanno o l’avevano vissuta, ascoltare le parole di un tempo che ci sembra lontano incarnarsi nella vita di qualcuno che l’ha visto, lo ha provato. La memoria è fondamentale per ricordarci cosa eravamo e cosa siamo potuti essere grazie a quel 25 aprile e grazie a chi ha combattuto per arrivarci. La memoria è anche letteratura: racconti e punti di vista come puntelli del ricordo, come esperienze trasfigurate dalla penna di grandi scrittori. Calvino è uno di questi.

La memoria si fa così uno sfidante tema calviniano che ha a che fare con l’esperienza resistenziale e con la guerra. Sono particolarmente affezionata a Ricordo di una battaglia perché è uno dei testi autobiografici – o cosiddetti tali – che compongono “La strada di San Giovanni”, raccolta postuma che include il racconto omonimo, racconto del padre e del podere nelle campagne di San Giovanni, e Dall’opaco, il mio testo del cuore. Anche Ricordo di una battaglia attinge al repertorio biografico: uscì sul “Corriere della sera” il 25 aprile 1974 ed è il primo di una piccola preziosa serie di scritti di Calvino dedicati al tema del ricordo della Resistenza. Seguiranno infatti Miracolo che ritarda (1977) ma soprattutto, per il trentennale della Liberazione e il quarantennale, Il mio 25 aprile 1945 (1975) e Tante storie che abbiamo dimenticato (1985): ne parla in modo approfondito Marco Belpoliti in questo articolo che io trovo assai ben costruito, con riferimenti alla narrativa resistenziale di Beppe Fenoglio e alla memoria per Primo Levi, su Doppiozero.

Dentro Ricordo di una battaglia c’è il tentativo di rievocare l’assalto di Baiardo che il partigiano Santiago visse nel 1945. Non è un articolo, ma un vero e proprio racconto, un prodotto letterario in cui la voce narrante si alterna tra oggi e ieri, cercando con sforzo di inquadrare e ricordare quella marcia partigiana verso la valle in quella mattina, con le immagini che sfumano e suoni, e sensazioni a rinforzare una memoria che svanisce e rende tutto confuso:

qui siamo ancora all’inizio della marcia di avvicinamento, così come ora è una marcia di avvicinamento nella memoria che sto cercando di compiere sulla traccia di franati ricordi, ricordi non visivi perché era una notte senza luna né stelle, ricordi del corpo franato nel buio, con la mezza gavetta di castagne nello stomaco che non riescono a dare calore ma solo a pesare come un’acida manciata di ghiaia che s’insacca e sobbalza, con il peso della cassetta di munizioni del mitragliatore che mi sbatte sulle spalle

Ricordo di una battaglia, 1974 ora in “La strada di San Giovanni”

L’episodio è reale e risale al 10 marzo 1945. Narra un attacco partigiano al borgo di Baiardo, nell’entroterra della Riviera di Ponente, borgo controllato dal corpo dei repubblichini che fecero sanguinosa repressione. La battaglia finì con una fuga confusa, di cui il narratore calviniano poco riesce a ricordare. Ed è questo il doppio registro di Calvino: non solo un episodio vero della Resistenza ligure e delle brigate garibaldine, ma un “esercizio di memoria” in pieno stile per cercare di mettere a fuoco, trent’anni dopo, e aprire la riflessione a un livello secondo, metanarrativo. Di quell’assalto di Baiardo il narratore avrà chiaro l’esito solo più tardi (sanguinolento, purtroppo, per diversi garibaldini morti sul campo), quando glielo racconteranno, fissandolo nel racconto del ricordo. Ma ora, nel 1974, è già sparita l’esperienza viva dalla sua memoria e, sebbene conosca la storia, non è la storia che ha fissato nella sua mente per averla vissuta e insieme memorizzata. È un prodotto secondo, è il ricordo del suo racconto, cresciuto sull’onda dell’enfasi e dei ricordi altrui. Cosa resta dunque dell’esperienza in prima persona? Cosa significa “aver fatto la Resistenza”?

Gli obiettivi che ci sono stati assegnati me li ricordo: tagliare i fili del telefono appena sentiamo che comincia l’attacco, sbarrare la strada ai fascisti se cercano di scappare giù per i campi, tenerci pronti a salire in paese di rinforzo all’attacco… questi ordini, che non sono mai stati eseguiti li ricordo punto per punto, ma ora vorrei ricordarmi le facce e i nomi dei miei compagni di squadra, le voci, le frasi in dialetto!

Ricordo di una battaglia, 1974 ora in “La strada di San Giovanni”

È la riflessione per antonomasia di Calvino tra mondo scritto e mondo non scritto, mediatrice la memoria: memoria di una Resistenza vera e vissuta, trattata qui con lo sguardo sul mondo calviniano, capace di trasformare in viva letteratura una battaglia sui monti liguri finita a sangue per le brigate partigiane. Ricordo di stanchezza, paura, incertezza, ricordo di confusione e fuga disperata che si stempera nel corso degli anni, lasciando posto ad altre memorie, non esatte, non limpide, ma altrettanto determinanti. E così, attraverso la rielaborazione letteraria di uno scrittore che ormai aveva chiara la propria linea di ricerca, la memoria incerta di quella battaglia diventa anche altro e ci parla, a suo modo, del partigiano Santiago, ma anche di Italo Calvino.

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!