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Sabato scorso a Sanremo ha piovuto più o meno tutto il giorno: correvo a prendere il treno dopo essere uscita dalla sala stampa Lucio Dalla e mi sono accorta che gli stencil di Dargen D’Amico disegnati sull’asfalto stavano svanendo. Gli stessi stencil che, solo pochi giorni prima, mi avevano dato il benvenuta nella città del Festival pronta alla sua settimana di riflettori e musica. A parte l’effetto di tristezza da fine evento stile Mary Poppins (ricordate i disegni di Bert sul pavimento, che si cancellano con la pioggia?), la scena mi ha ribadito con forza quanto sia decisivo questo gigantesco evento mediatico, e quanto ogni anno, ciclicamente, tendiamo a dimenticarci che cos’è davvero Sanremo, a ricascare in meccanismi, narrazioni e polemiche. La settimana del Festival di Sanremo è e ha un tempo anomalo: impossibile trovare un momento per fermarsi e considerare, unire punti, costruire analisi. Ora che ho archiviato il…