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Era autunno; qualche albero era d’oro Siamo nella Torino mai nominata della Nuvola di smog di Italo Calvino, ho ascoltato questa frase – questa immagine – poche ore fa e ancora mi risuona tra gli occhi e la mente. Succede così perché mi ricordo la scena del romanzo, il protagonista arriva in quello che possiamo immaginare come il quartiere bene, ricco di verde, di Crocetta, in una giornata di autunno (vabbè, sì, lo confesso: me la ricordo perché l’ho utilizzata per Torino di carta). Ma succede anche perché ho ancora stampato nello sguardo il giallo-oro degli alberi di giganti di piazza Cavour, a Torino, che ho fotografato qualche giorno fa. Calvino, chi frequenta queste lande telematiche lo sa, è una mia grande fissazione, ma è pur vero che la maestosità e il colore degli alberi d’autunno in certe piazze, viali e parchi di Torino lascia sempre stupefatti, con gli occhi…

Una coralità vegetale insolita e un punto di vista originale, accompagnato da una magistrale struttura narrativa che tiene col fiato sospeso fino all’ultimo, mentre si attraversa un tronco lungo un secolo, affacciati su un futuro distopico che continua a far riflettere: I Greenwood è una saga familiare che fa riflettere a lungo.