Il progetto Artintime

Come si conviene alle migliori abitudini sabaude, è davanti a una cioccolata gianduja al Caffè Fiorio di Torino che, nel dicembre 2011, con quattro amiche, ha preso vita Artintime.

Una scommessa, la voglia di fare, un’idea buttata lì, coltivata con immaginazione, fiducia e ottimismo. Facciamo un sito, facciamo un giornale, scriviamo recensioni, parliamo di quelli come noi, quelli che cercano di fare, gli esordienti. E così Artintime nasceva, e andava concretizzandosi, dal quel dicembre al giugno 2012, mese di usita del primo numero, un progetto a indirizzo giornalistico che voleva raccogliere recensioni sul mondo delle arti, in particolare sulle voci emergenti.

Quattro amiche, quattro settori: cinema, musica, arte figurativa e libri. Neanche a dirlo: la mia sezione era quest’ultima. Da giugno 2012 a dicembre 2015 mi sono specializzata in scrittori di narrativa esordienti, recensendo ogni mese, più o meno, 2 autori, uno italiano e uno straniero. In tutto ho scritto più di 80 recensioni, le trovate qui. Oltre a leggere e scrivere di libri, iniziando un timido e cauto, ma molto proficuo dialogo con le case editrici italiane, Artintime mi ha fornito anche l’occasione di realizzare qualche bella intervista.

Ma soprattutto, ed è l’esperienza più viva e importante, Artintime è stata una scuola di giornalismo ed editoria, e se vogliamo anche di impresa. Da giugno 2012 a dicembre 2015, con un team via via sempre più largo, che da quattro persone ha iniziato a espandersi fino a includere una decina di collaboratori (tutti a titolo gratuito, è cosa doverosa segnalarlo), Artintime, sul proprio sito, ha fatto uscire 43 numeri sfogliabili di un magazine che era in tutto e per tutto pensato e curato come un prodotto editoriale serio e strutturato. Progetto, linea editoriale, suddivisione dei ruoli redazionali, revisione, tempistiche, risoluzione di imprevisti e comunicazione esterna con gli uffici stampa, i canali social, gli eventi – fiere, festival, occasioni di incontro.

È così che nei tre anni e mezzo di Artintime sono successe molte cose che davanti a quella cioccolata gianduja nessuno si sarebbe mai immaginato. È avvenuta, fondamentalmente, una maturazione collettiva e condivisa che ha traghettato un gruppo di neolaureate verso il complesso mondo del lavoro. Dai banchi universitari, ancora gonfi di sogni e ideali, a una realtà di ostacoli incessanti, alti come palazzi la cui scalata è stata via via curiosa, affaticata e infine letale. E così, schiacciato dalla gratuità involontaria ma troppo difficilmente trasformabile in progetto di impresa solido, dalle insidie burocratiche, e dalla progressiva mancanza di tempo libero, fondamentale per dedicarsi a un impegno nato come hobby ma vestito delle responsabilità di un lavoro, ad aprile 2016 Artintime, dopo aver cessato la pubblicazione dello sfogliabile mensile ed essere uscito solo in versione sito web per un po’, ha chiuso i battenti.

È una storia senza un lieto fine, lo so. Ma è una storia il cui racconto – ne sono convinta – nobilita tutti coloro che ne hanno fatto parte, contribuendo con impegno e serietà a costruire tre anni e mezzo di contenuti e relazioni. Non è solo enorme il database che raccoglie i nomi di tutti gli artisti, musicisti, autori, filmaker e realtà creative di cui abbiamo parlato, ma è altrettanto vasta – e solida – la rete di relazioni che questa esperienza ci ha permesso di costruire nell’humus fertilissimo di Torino. Tutto questo è stato possibile grazie a un patto di serietà e impegno che ha trasformato il primo incontro informale in riunioni di redazione, appuntamenti dal commercialista, burocrazia necessaria a tenere viva quella che è stata l’Associazione culturale Artintime, che avrebbe potuto diventare la chiave di volta di una nuova progettualità, più solida e ambiziosa.

Nel corso dei tre anni e mezzo di lavoro – perché tale era, a tutti gli effetti – redazionale, Artintime ha stretto legami con un bel po’ di realtà connesse al mondo degli artisti emergenti, e non solo. Per esempio, ha partecipato come media partner presente in loco al Reset_Festival 2013 e alle edizioni 2013 e 2015 di Paratissima. Si è raccontato al Dams di Torino e ha rilasciato interviste all’agenzia di comunicazione Hub09, agli studenti del Master in Giornalismo Giorgio Bocca di Torino, al programma Il Comunicattore di Radio 110 e a Radio Attiva di Rivoli. Non solo: ha proposto progetti di impresa nell’ambito delle iniziative Hackunito (Università di Torino) e Giocaimpresa (Camera di Commercio di Torino).

Mentre accadeva tutto questo, intanto, quelle quattro rubriche iniziali si espandevano e la redazione accoglieva nuove voci per parlare di lifestyle in versione bilingue, italiana e inglese, per osservare con sguardo rinnovato l’arte classica, per portare in scena il teatro, per proporre ai lettori eventi e inserti speciali, come per esempio le copertine d’artista che si sono succedute nel 2014 collezionando disegni e grafiche di nomi noti (Virgola, Ale Puro, solo per citarne due). Tutto questo movimento pulsante e colorato ha raccolto consensi e fiducia da parte di molti lettori, artisti, uffici stampa: è stato un traguardo sudato, ma appagante.

Artintime non è riuscito a crescere ancora di più, trovando la formula imprenditoriale giusta per diventare testata regolarmente registrata e offrire un equo compenso ai suoi redattori. E dunque, con un dispiacere che è ancora palpabile sfogliando tutti i vecchi numeri, che trovate qui, ha chiuso il sipario, voltato l’ultima pagina e mandato i titoli di coda. Ma tutto quello che ha creato resta, ancora e sempre, nel curriculum ufficioso e nel baule di esperienze uniche e altamente formative di coloro che ne hanno fatto parte, sottoscritta inclusa.