Febbraio è il mese di tante cose: del Carnevale, del Festival di Sanremo, della mimosa in fiore. Eh sì, in Liguria la mimosa sboccia in tutta la sua delicatezza proprio adesso. Dura poco, è effimera come i suoi pallini gialli e il suo profumo inconfondibile. È il segnale: la primavera preme per tornare, questo mese più corto degli altri passerà veloce, e a marzo potremo cantare vittoria.

Per ora, invece, ci limitiamo a cantare le canzoni del Festival di Sanremo, di cui vi ho raccontato la mia esperienza diretta in questo post. Gabbani e la sua scimmia nuda che balla sono in testa nelle canzoni che girano alla radio in questi giorni, insieme a Ermal Meta, Fiorella Mannoia e Paola Turci, con i loro brani che ormai, volente o nolente, dopo l’Ariston sono già passati a girarci nelle orecchie. Febbraio, neanche a dirlo, porta novità, e non solo alla radio. La novità più bella è tutta personale e ha a che fare con un’amica che non solo ha trovato lavoro, ma lo ha trovato nella mia stessa città. I progetti di cose da fare si moltiplicano e vanno a concretizzarsi in post-it sul calendario, segno che il magma della curiosità si muove, e che nuove cose belle arriveranno a colorare le giornate della prossima primavera.

Intanto permane l’inverno, ed è proprio con l’ultima neve che ho deciso di fare una mini vacanza lunga un weekend e salire sui monti della Valle d’Aosta. La meta erano le famose terme di Pré Saint Didier, che si meritano la fama perché, oltre a essere una spa di tutto rispetto, affacciano con la loro piscina esterna di acqua calda niente meno che sul Monte Bianco. Per quanto, da persona che non ama la montagna, fossi tentennante all’idea, vi assicuro che entrare in costume in una vasca di acqua tiepida con le bolle dell’idromassaggio mentre fuori si dipinge pacifico e pulito il paesaggio innevato della Valle, è una cosa che fa bene al corpo e allo spirito. Se potete, fatelo: vi rigenera. E dopo le follie degli orari e dei ritmi di lavoro sanremesi, è stato un toccasana.

C’è di buono che i miei giorni in Valle sono stati accarezzati da un bel sole, un sole che definirei arancio-spritz, non perché abbia affiancato la piscina delle terme a una piscina di alcol, ma perché alle volte basta veramente poco, come un bicchiere colorato in un tranquillo dehor con giardino a ritrovare il proprio baricentro, e così il benessere e una certa rilassatezza di spirito che funge da benzina per le salite successive. Se poi all’allegria si affiancano anche scoperte culturali, come quella che ho fatto al museo archeologico e che vi racconto qui, è tutta salute guadagnata.

Febbraio, lo dicevo, è il mese di Carnevale. Una festa che sento poco, ma che affianco idealmente alla preparazione delle bugie con la nonna. Una nonna che all’età di 89 anni non si è tirata indietro alla mia proposta per quest’anno: “bugie?”, e anzi ha ribattuto “con la marmellata o senza?”. Entrambe, che domande. Bugie normali, tagliate con la rotella che mi divertiva tanto da piccola, bugie farcite di marmellata di arance home-made (e replicata anche quest’anno con le bellissime arance dell’albero che vedete sopra) che qui da noi a Ponente si chiamano “panzarotti”. La cosa bella di mia nonna non è solo che, vista la mia supposta inabilità a impastare e girare la manovella della macchina Imperia (in realtà faccio regolarmente il pane e lievitati vari in casa nonché la pasta fresca, ma mia nonna, essendo mia nonna, non crede io possa essere capace e si fida soltanto delle proprie mani), a un certo punto delle manovre in cucina mi spodesta e prende il comando, ma è anche che non ha la minima idea delle quantità di ingredienti necessari alla ricetta. Insomma, procede al grido di “andiamo a occhio”.

E quindi inutile cercare sul libretto storico delle ricette di Mariarosa, il personaggio delle pubblicità dei prodotti Bertolini che fin da quando ero bambina accompagna con immagini e parole delle filastrocche in rima i miei momenti in cucina con la nonna, solitamente a preparare dolci, inutile anche leggere il foglio ingiallito di una vecchia agenda dove, con la grafia corsiva piena di ghirigori che ha tenacemente imparato alle elementari negli anni ’30, mia nonna ha scritto la ricetta. Siamo andate a caso, con tanto buon senso e movimenti che, mano a mano che le mie mani si spostavano sulla macchina fotografica per immortalare quelle magre e rugose della nonna, che giravano manovelle e stiravano impasti, riuscivano spontanei, incisi nella memoria.

Una cosa semplice, imperfetta e preziosissima proprio per questo. Una pagina determinante e piena di cose: ricordi, modi di essere, storie ed emozioni. Febbraio è stato anche e soprattutto questo: riappropriarsi di se stessi, mentre davanti è pronto a srotolarsi il tappeto delle tantissime novità che bollono in pentola per la prossima stagione. Marzo, sono pronta: let’s go!

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Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!