“Eravate bellissimi”, è così che si apre Una storia quasi solo d’amore, l’ultimo romanzo di Paolo Di Paolo edito da Feltrinelli. Non sono sempre così attenta agli incipit, ma questo ha avuto una potenza particolare: mi è rimasto in testa, pagina dopo pagina. Anche mentre facevo altro e non ero immersa nella lettura, tornava: ha segnato il metro della storia e, quando l’ho ritrovato nel testo e in chiusura, mi ha fatto sorridere, riferimento nitido e ricongiunzione con l’apertura, che è sempre così fragile e incerta da far perdere le eventuali scommesse sul giudizio finale del libro. E invece il mio primo libro firmato Paolo di Paolo ha segnato una piacevole scoperta, si è insidiato nel cuore in un paio di giorni e ha toccato con delicata sicurezza quel paio di punti giusti.

Il titolo parla chiaro senza troppi giri: è una storia d’amore, quasi solo quello. L’incontro, la prima anonima attrazione, l’affermazione del desiderio, l’esplosione del sentimento, la partenza per il viaggio in due. A fare da cornice, il teatro, la scusa narrativa per presentare i personaggi – tutto ruota intorno al teatro, infatti – ma al contempo un altro interessante piano di narrazione, denso di suggerimenti e idee che hanno a che fare con le maschere della recitazione che indossiamo tutti, tutti i giorni.

Nino è un attore, ventenne, un po’ esibizionista (quale attore non lo è?), un po’ immaturo, dopo un anno a Londra lascia la Gran Bretagna e la ragazza che frequenta per tornare a Roma, convinto dall’offerta di un corso di teatro. Non da seguire: da condurre. A volerlo per insegnare teatro a dei pensionati è Grazia, la sua vecchia insegnante di recitazione. Zia Grazia, perché la terza protagonista è Teresa, sua nipote, trentenne dal carattere a tratti austero ma profondo. Tre personaggi, tre sculture diverse e tre scavi nell’umano, ma anche tre legami differenti che si intrecciano.

E, se alla storia d’amore è dedicato il libro, non è però meno centrale e forte la storia di Grazia immersa nel teatro, il suo rapporto con gli allievi, con Nino in particolare. Certo, la magia della storia sta tutta nell’avvicinare piano piano Nino e Teresa, un conoscersi e piacersi lento e invisibile, ma anche uno svelarsi tappa dopo tappa al lettore. Finché – ed è una definizione stupenda della magia dell’incontro, a metà strada tra la lista neutrale delle cose concrete e la personalizzazione estrema dell’implosione che segna l’innamoramento – avviene la presa di coscienza: “un minuscolo incidente della geografia e della storia, vorrei chiamarlo così: fra milioni di chilometri quadrati e di anni, lo stesso marciapiede, da questa parte dell’universo, un lunedì di fine ottobre, dodici minuti dopo le sette di sera”.

paolo di paolo feltrinelli

Le presentazioni dichiarate sarebbero plateali e inadatte a una narrazione come questa, dove predomina una mescolanza efficacissima di discorso indiretto libero, voci e punti di vista, elementi che costruiscono letteralmente i personaggi, la loro emotività, e un po’ la loro psicologia. Non si acciuffa subito il baricentro della narrazione, perché a parlare, a pronunciare quell’“eravate bellissimi” è Grazia, ma senza preavvisi, poi, si succedono paragrafi – non capitoli, non ce ne sono, lasciano il posto alle tappe, quelle della storia d’amore – dove tutto si mescola, dove sentiamo la voce di Nino, talvolta quella di Teresa, mentre ogni tanto ritorna Grazia. Le voci e gli occhi ruotano, trasformando punti di vista e situazioni, raccontando dialoghi da fuori e da dentro. È un mosaico, di voci, di prospettive, di scatti temporali, quello che compone l’unità di questa storia, il pensiero dei suoi protagonisti.

Se dalla zia è fornito lo spunto esterno, nel mare della narrazione ci si inabissa, si entra dentro la testa di Nino, si nuota nella sua mente, mentre lui prova a nuotare in quella di Teresa, le pagine raccontano ciò che provano, pensano, sono. Non a caso la grafica di copertina rappresenta un ragazzo che nuota in un mare o in un lago, di varie profondità, di vari blu, i cui confini vanno a comporre il profilo del viso di una donna. Ecco cos’è questo romanzo di Paolo di Paolo: un’immersione, quella dei 20 anni di Nino, che è in realtà il personale percorso di maturazione, di formazione all’amore; quella dei 30 anni di Teresa, un carattere forte e in parte chiuso, una storia da chiudere e la paura e la voglia di mettersi in gioco con la novità; quella di Grazia, docente e musa di quel teatro che avvolge le nostre vite: “c’è una zona teatrale in ogni nostro atto”.

Da leggere e rileggere i dialoghi, specialmente quello centrale, bellissimo, da pagina 107 a pagina 117, alla fine del quale esce allo scoperto l’attrazione tra Nino e Teresa. Serrato, battuta dopo battuta, senza virgolette, come in un copione teatrale, come a essere lì al tavolino con loro, lui, lei, ancora lui, ancora lei, poco spazio all’esplorazione del divario tra idee nella testa e parole buttate in faccia, mentre i dialoghi sono due, quello del detto e quello del non detto (“da silenzio a silenzio, come una preghiera”), ed è dall’intersezione speciale dei due percorsi che la storia d’amore prende vita, si accende,  finalmente consapevole.

È un libro in fondo semplice, anche se la sua narrazione è tutt’altro che facile, anzi, scava a fondo e permette una piacevole discesa verticale nella meraviglia della lingua. Ma è in fondo una storia d’amore, quasi solo quello: ciò che, all’apparenza inutile e superficiale, coinvolge due persone in un rapporto d’attrazione che sboccia, con timidezza prende consapevolezza e si alza in piedi, iniziando, tra un ostacolo e l’altro e un po’ alla cieca, senza ben conoscere la strada, a camminare.

Di Paolo di Paolo ho parlato anche di Lontano dagli occhi, Feltrinelli.

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!