Salone del libro significa cinque giorni in cui fai solo quello, tutto il resto si ferma e non esiste più. Sono cinque giorni stupendi, come una vacanza che ti aspetti ogni anno, e puntualmente si rinnova, accendendo nuove micce di interesse e curiosità. In quei giorni speciali ti svegli, prendi il primo caffè, necessario carburante per la giornata, prepari la borsa, la macchina fotografica e la shopper di stoffa pronta ad accogliere libri, brochure e quant’altro, tieni in tasca il biglietto della metro, scendi nel sotterraneo di Porta Nuova e ancora ti ricordi quanto fosse folle fino a qualche anno fa viaggiare verso il Lingotto con il pullman strapieno, poche fermate di metro, nemmeno troppo piena di gente, e arrivi. Quest’anno i controlli sono serrati, te ne accorgi dal primo giorno: fila per il metal detector, piuttosto fluida, a dire la verità, per cui non ti innervosisci troppo e acconsenti al controllo del contenuto della tua borsa. Poi eccoci, ingresso stampa, dopo aver ritirato il badge il primo giorno via, siamo dentro.

Salone del libro è ormai casa. Ti orienti tra i padiglioni e i mille spazi dedicati alle conferenze senza praticamente mai guardare la mappa. Sì, è vero, ogni tanto un dubbio, un momento di disorientamento tra una pagoda e l’altra, soprattutto quelle grandi, al centro, che troneggiano portando sulle pareti i nomi dei grandi editori. Ma tutto sommato ti senti in un luogo familiare, di cui conosci tempi (assolutamente impazziti) e regole (curiosità, amore per la lettura, possibilità di esplorazione e nuove conoscenze).

Al Salone del libro una delle prime cose che fai (oltre a prendere il secondo caffè della mattinata) è acciuffare il programma cartaceo e verificare che il tuo personale tour giornaliero, segnato su un foglietto tattico che tieni nella tasca dei jeans, sia completo e non manchino invece incontri interessanti che non devi perdere per niente al mondo. Di solito c’è almeno un evento che non avevi notato e che, giunto ora, ti scombina i piani. Quindi la prima parte della tua giornata al Salone consiste nel girare per padiglioni verificando che tutto sia come te lo ricordavi e immaginavi, cogliendo novità e prime code di gente, e cercando mentalmente di incastrare i tuoi impegni, che scatteranno di lì a poco, oltre che di rinunciare a qualcosa per far sì che il planning diventi più umano e anche solo lontamenente fattibile.

La seconda cosa connaturata al tuo ingresso al Salone del libro sono… I libri. Ti ritrovi circondato, ci sono le novità editoriali che hai seguito online nelle ultime settimane, ci sono case editrici che ami e il cui catalogo è difficilmente esplorabile così al completo altrove. E allora ti lasci andare, esci dal tuo percorso tour de force ed esplori, assaggi, come le api ti posi sui tuoi fiori di carta. E finisce che, al secondo giorno, hai già speso una cifra folle e ti trascini dietro un bel peso, che calca sulla spallina della shopper, e ti lascia un segno rosso sulla spalla. Il segno dei lettori, dei voraci, dei golosi!

salone del libro torino

Poi hanno inizio le danze, o meglio gli incontri. Un po’ per il giornale (questi i miei servizi dal Salone di Torino: apertura 12 maggio, 13 maggio, 14 e 15 maggio), un po’ per interesse personale, un po’ per caso, perché passeggiando per il Lingotto capita di imbattersi in autori al firmacopie, personaggi che transitano verso le sale. Si fanno code, lunghe nel senso del tempo che ci si passa in mezzo sperando di entrare, sia nel senso che sono code enormi. Mi sono arresa, vuoi la stanchezza vuoi la voglia di vedere qualcosa di “leggero” ai 40 minuti di coda per assistere alla presentazione del romanzo di Giovanni Floris con Massimo Gramellini. E in quella circostanza ho anche conosciuto una coppia con cui ho scambiato battute e contatti (la storia ha dell’assurdo, ma di quei contatti mi servirò realmente). Fortunatamente, però, l’ufficio stampa del Salone mi ha anche permesso di accedere con più facilità ad alcuni incontri strategici: Roberto Saviano su tutti, in sala gialla (la coda era veramente estenuante, la gente ha atteso ore e ore per sentire Saviano, perdendosi tutto il resto, ma l’incontro è stato a dire il vero emozionante), Valter Veltroni con Chiara Gamberale e Pippo Baudo, a presentare il nuovo romanzo dedicato al padre mai conosciuto. Colpi di fortuna e strategia mi hanno permesso di assistere alla chiacchierata di Erri De Luca, fantastico personaggio pregno di poesia, al quale ho stretto la mano parafrasando la sua battuta “non ho un libro da farle firmare, ma le consegno un premio letterario”: mi ha restituito un sorriso fantastico, “ricevuto!”.

In mezzo al grande calderone dei personaggi famosi, il Salone è però anche e soprattutto incontri, amici, contatti. Sono tantissimi, nei 4 giorni che ho girato sola per i padiglioni del Lingotto, i volti amici incrociati appositamente o, ancora più spesso, per caso. Quasi come per magia, la scommessa di incrociare qualcuno di conosciuto in mezzo a quella folla e in quella vastità si rinnova ogni anno, certezza tra le tante che fanno sentire a casa al Salone. Colleghi di summer school, amici scrittori, colleghi giornalisti, ex docenti universitari, compagni di corso, amici della radio, amici conosciuti ad altri eventi, torinesi e non solo, che hanno portato a nuove strette di mano, nuovi sorrisi, nuove speranze, nuove certezze, altrettante piccole solidità nel percorso che conduce tutti noi al Salone.

Insomma, la sensazione è stata quella, rinnovata anche per questo 2016, che al di là del lavoro, della curiosità, dell’amore per la scrittura e la lettura che tiene viva tutta la grande baracca del Salone, di un piacevole e atteso ritrovarsi tra amici, a rinsaldare legami e riaffermare la centralità dei libri. Una sensazione ricca e piena di nuova linfa, idee e sogni. SalTo 2016: pienamente riuscito!

Scopri la mia guida semi-seria per sopravvivere al Salone del libro!

Autore

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!